Quattro elementi: acqua…
L’acqua è l’elemento più presente, in tutte le sue forme. Il termine “geysir” indica in tutto il mondo il soffione di acqua caldache scaturisce dal terreno.
È un termine di origine islandese e indica una località ben precisa, caratterizzata dallo Stokkur che con il suo getto di venti metri incanta lo sprovveduto turista che, se disattento, può venir investito dall’acqua nebulizzata e trasportata dall’aria, ricavandone una doccia fuori programma.
Numerose sorgenti d’acqua calda costellano tutta la zona creando pozze dai colori particolari e l’odore acre dello zolfo si sente in ogni dove, regalando un pacifico angolo “infernale”.
Quella delle pozze calde è una costante, alcune sono attrezzate, come la Blue Lagoon nei pressi della capitale, altre improvvisate nelle pozze sparse per l’isola, ma attenti: in alcune si toccano i 60°C e il bagno è sconsigliato!
Le cascate poi punteggiano la superficie dell’Islanda come tante efelidi, facendo a gara tra loro per altezza o portata ma tutte incantando il visitatore, soprattutto durante le belle giornate, quando il sole gioca con gli spruzzi ricamando delicati arcobaleni.
È quasi impossibile farne l’elenco completo, ma non si può non citare la superba Gullfoss, una massiccia cascata a due gradini. Poi vi è la Skogafoss, imponente salto unico di 60 metri.
Questo è solo l’ultimo di una serie di venti balzi che compie il fiume. Un sentiero lo costeggia incuneandosi fra due ghiacciai e giungendo fino ad un rifugio.
Noi non vediamo ne il rifugio ne i ghiacciai poiché una fitta nebbia scende a coprire i dintorni rendendo il paesaggio affascinante e magico, tanto da restare col fiato sospeso, pronti a vedere apparire qualche folletto tra i dossi ricoperti da muschio folto e morbido.
E come dimenticare la piccola Svartifoss che ha la particolarità di essere inserita in una nicchia verde circondata da rocce di basalto sospese, vere “canne d’organo” nere prodotte da un’antica colata lavica? Un anfiteatro che mozza il fiato. Con i suoi cento metri d’altezza per un salto di quaranta, si fa largo l’impressionante Dettifoss, considerata la maggiore dell’isola.
Più piccola, ma legata ad un evento storico è la Godafoss, la “cascata degli Dei”, nelle cui acque vennero gettate le antiche divinità di legno appena ripudiate a favore del cristianesimo.
Sotto forma di ghiaccio e neve, l’acqua domina continuamente dall’alto delle montagne che, detto per inciso, sono quasi sempre vulcani dormienti che non aspettano altro che risvegliarsi per scatenare colate di acqua e fango in grado di travolgere tutto.
Il più maestoso di tutti è senza alcun dubbio il Vatnajokull il cui ghiacciaio si estende per 8.000 chilometri quadrati (tanto per avere un paragone, quasi come l’Umbria).
L’immenso ghiacciaio scende fino al mare, creando l’impressionante laguna glaciale di Jokulsàrlòn in cui galleggiano enormi iceberg. Non si può mancare di fare il giro sul lago con la barca, ma cercate di avere anche il tempo di fare una passeggiata a piedi nei dintorni, ne vale la pena!
Un altro luogo dove si può “toccare con mano” il ghiaccio islandese è il parco nazionale dello Skaftafell: una zona verdissima delimitata da due lingue ghiacciate che scendono dolcemente ad abbracciarla e in cui non c’è che l’imbarazzo della scelta per le passeggiate e le escursioni.
Quattro elementi: fuoco e terra…
In Islanda questi due elementi sono strettamente correlati poiché il fuoco dei vulcani modella continuamente la superficie, trasformandola spesso in sculture estemporanee.
I vulcani apparentemente non sono molto appariscenti… ma solo fin quando sono dormienti! Basti pensare che si contano 130 vulcani attivi, alcuni dei quali sembra eruttino ogni decina d’anni.
Alcuni sono ovviamente raggiungibili solo da esperti, ma altri sono a portata di escursioni individuali, come il Krafla, punteggiato da fumarole attive.
Il più impressionante è certamente l’Askja, raggiungibile solamente con mezzi 4×4 attraverso campi di lava, guadi, deserto e oasi verdi. Per rendere l’idea del paesaggio basta dire che su queste lande gli astronauti si allenarono prima dello sbarco sulla Luna.
Il cratere del vulcano Askja è uno dei più grandi, circa 50 chilometri quadrati, e al suo interno si sono formati due laghi.
Nel più grande l’acqua è ghiacciata per parte dell’anno, ma nel piccolo Vìti è possibile farvi il bagno poiché la temperatura è resa calda da sorgenti sulfuree. Nei pressi del lago Myvatn troviamo numerosi escursioni possibili, come la passeggiata sulla cima del Hverfjall.
Questo sito ha la caratteristica forma conica che ognuno immagina pensando ad un vulcano, ed è possibile percorrere tutto il bordo del cratere con una vista mozzafiato sul lago ed i dintorni, rivelando così come il terreno sottostante assuma colori assai particolari dati dalle solfatare.
Una voce a parte merita lo Snaefellsjokull, un vulcano che sorge su di una lingua tesa verso occidente e che richiama un mito letterario:
“Discendi nel cratere di Yocul di Sneffel, che carezza l’ombra di Scartaris, prima delle calende di luglio, audace viaggiatore, e raggiungerai il centro della terra. Io l’ho fatto. Arne Saknussemm.”
È il documento che manda i personaggi di Jules Verne al centro della Terra proprio attraverso questo vulcano. Per i patiti del “New Age” il vulcano è uno dei più grandi “centri di potenza” del mondo, anche se gli abitanti affermano che c’è, sì, molta energia, ma sotto forma di vento e pioggia!
Un’altra meta a portata di mano è il sito storico di Þingvellir. Questa landa venne scelta come sede dell’Alþing, la prima forma di parlamento democratico in Europa, e attualmente vi si trova la residenza estiva del primo ministro islandese.
Sparsi per la piana vi sono i siti storici delle antiche adunanze del popolo. La piana inoltre è un importante centro geologico, vi sorge, infatti, una grande fenditura che si trova sulla dorsale medio-atlanta che divide la zolla americana e quella euroasiatica, zolle che si allontanano alla velocità di qualche centimetro l’anno…
L’Islanda si trova esattamente a cavallo di questa faglia e si calcola che un terzo di tutta la lava eruttata sulla terra negli ultimi 1000 anni sia di origine islandese.
Quattro elementi: aria…
In Islanda anche nelle giornate più belle l’aria tersa e fredda ci ricorda che siamo ad un passo dal circolo polare. Il cielo fa da fondale alle bellezze dell’isola, esaltandone colori e profumi, e non bisogna stupirsi se ad un certo punto vien da stendersi a terra, a guardare semplicemente il cielo, ascoltando la canzone cantata sommessamente dal fiume che scorre vicino.
Vuol semplicemente dire che si è entrati nello spirito giusto, e che vi sono buone probabilità di poter vedere gli spiriti della terra far capolino tra le rade fioriture. In Islanda, ogni saga è possibile…
Testo di Annalisa Porporato e foto di Franco Voglino