La Ferrovia della Valcamonica. Foto: Marco Carlone
Nell’era dell’alta velocità, le ferrovie secondarie sono un mezzo ideale per viaggiare attraverso le valli delle Alpi e degli Appennini, godendosi i loro magnifici paesaggi comodamente seduti in carrozza.
Le piccole stazioni e i paesini con le case in pietra si susseguono l’uno dopo l’altro, lasciando alle viaggiatrici e ai viaggiatori la possibilità di prendere dimestichezza con il territorio, soprattutto quando i binari si arrampicano dal fondovalle sui versanti delle montagne.
Sono molti i casi in cui il treno, poi, può essere il mezzo ideale non solo per godersi un viaggio lento, ma per iniziare una bella escursione senza dover necessariamente prendere l’auto.
Vediamo le 5 tratte più panoramiche delle Alpi italiane.
Ideata nell’800 per collegare Torino con il porto – ora in Francia – di Nizza, la Cuneo – Ventimiglia è una vera ferrovia di montagna. Dal capoluogo della “Granda” sale attraverso la Val Vermenagna fino a Limone Piemonte e al Colle di Tenda.
Dopo la galleria di valico, i binari entrano in territorio francese a Vievola.
Da qui parte la discesa verso il mare: con curve, controcurve, viadotti e gallerie elicoidali, il treno perde quota passando dai boschi di latifoglie – tipicamente alpini – a una vegetazione che si fa via via più mediterranea: piccoli arbusti, olivi, vigne terrazzate.
Lungo il percorso si susseguono stazioni mastodontiche – come a San Dalmazzo di Tenda – e piccoli borghi letteralmente aggrappati alla roccia – uno su tutti, Fontan.
A pochi chilometri dal mare, la ferrovia rientra in territorio italiano giusto in tempo per lambire il bellissimo borgo di Airole, per poi terminare a pochi metri dal lungomare di Ventimiglia. Un percorso da vedere sempre attaccati al finestrino.
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Negli ultimi anni questa linea locale internazionale è salita alla ribalta grazie alla promozione che è stata fatta nel periodo autunnale, quando le valli attraversate si colorano di giallo e rosso.
Ma la ferrovia Domodossola – Locarno non scherza per bellezza neanche in primavera, con gli alberi in fiore, o in estate.
Dalla cittadina ossolana si sale subito verso la Val Vigezzo e Santa Maria Maggiore, il paese degli spazzacamini, dove d’inverno si possono trovare anche delle piste per lo sci di fondo.
Continuando in salita tra curve strettissime e vecchi ponti in pietra, si arriva a Malesco e successivamente a Re, con il suo maestoso santuario che si vede anche dalla ferrovia. La dogana con la Svizzera arriva subito dopo – ed è qui che il convoglio “cambia nome” e diventa conosciuto come il Trenino delle Centovalli.
Dopo Intragna un enorme ponte in metallo – uno dei luoghi più idiomatici della linea – introduce alla parte bassa della valle, dove si incrociano i fiumi Melezza e Maggia.
Da lì, Locarno, con la sua promenade sul Lago Maggiore e il suo elegante centro storico, sarà soltanto a pochi chilometri.
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Poche altre tratte nel Nord Italia consentono di spaziare tra diverse tipologie di paesaggi in così pochi chilometri come la Brescia – Edolo.
Questa linea diesel – partendo dal capoluogo lombardo, lascia subito la pianura padana inoltrandosi tra le bellissime vigne della Franciacorta.
È un salire leggero ma costante, e dopo aver costeggiato le torbiere del Sebino a Provaglio, si giunge presto a Iseo.
Da qui la linea prosegue lungo le rive del lago – a tratti con delle viste mozzafiato sul grande bacino e su Monte Isola – passando dentro alcuni tunnel scavati direttamente nella roccia dura.
Una volta raggiunta l’estremità settentrionale del lago, dopo Pisogne, il treno comincia la sua salita attraverso la Valcamonica. Sfiora le terre del Parco dell’Alto Sebino, la località termale di Boario e giunge alla stazione di Capo di Ponte, proprio a pochi metri dal Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Naquane – che già da solo meriterebbe una visita.
Da qui in poi il paesaggio si fa sempre più alpino, a Malonno l’Adamello domina i binari, fino al suo punto finale: Edolo.
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È il tipico “trenino della valle”, grazie al suo scartamento ridotto. Risuona per la Val di Non e la Val di Sole diverse volte al giorno, quando il suo fischio fa eco da una parte all’altra della valle.
La Trento – Malè parte dal capoluogo percorrendo un piccolo tratto della Val d’Adige, dopodiché vira brusco a sinistra e inizia a risalire verso il Cles.
Seguendo il corso del fiume Noce, curva dopo curva, arriva sulle rive del Lago di Santa Giustina. La pendenza inizia a farsi sentire, mentre le ruote stridono tra i meleti.
D’inverno, il suono viene ovattato dalla neve, e il treno diventa un mezzo comodissimo per raggiungere gli impianti sciistici di Marilleva.
Ma questi piccoli convogli non sono adatti alle attività outdoor solo nella stagione fredda: in estate si possono caricare a bordo bici da strada e mountain bike per escursioni a pedali tra le splendide pinete del Trentino.
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Nell’estremità nord-orientale del Trentino Alto Adige c’è una ferrovia locale che si stacca dall’asse principale Bolzano – Innsbruck e risale tutta la Val Pusteria.
Corre quasi sempre tra pascoli e boschi fittissimi, sostando in antiche stazioni in pietra che sembrano uscite da un’altra epoca.
È un’altra di quelle linee ideali per raggiungere le seggiovie senza per forza dover usare l’automobile: con il treno basta scendere alle stazioni di Ried a Perca per salire nel comprensorio di Plan de Corones o di Versciaco per gli impianti Tre Cime Dolomiti.
Anche qui, per chi ama i percorsi in bici, con il treno si possono raggiungere i borghi di Dobbiaco e Brunico e utilizzare le stazioni ferroviarie come punto d’inizio per magnifiche scampagnate.
E una volta giunti a San Candido, borgo di confine costruito a più di 1.100 metri, la linea prosegue in Austria verso Lienz.
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