Il Cammino di Dante: un anello di 380 chilometri tra Ravenna a Firenze
Un vero e proprio reticolo di percorsi e cammini che permetteva alle persone e alle merci di spostarsi tra i borghi e le città della Toscana e della Romagna.
Itinerariche mercanti e commercianti percorrevano ogni giorno, lungo le creste degli appennini e attraverso boschi e foreste.
Il Cammino di Dante è nato per valorizzare queste terre dell’appennino tosco-romagnolo testimone di una storia secolare, fatta di percorsi che collegavano Ravenna e Firenze sui quali camminò, in cerca di quiete e ispirazione, anche il sommo Poeta.
Una via di pellegrinaggio densa di rimandi alle vicende politiche, religiose, e storiche che hanno caratterizzato queste terre.
Territori vivi, su cui hanno camminato i protagonisti della vita commerciale, sociale e culturale di quell’epoca.
Queste colline, con i loro scorci, i panorami e i borghi nascosti nella vallate hanno ispirato alcuni passaggi della Divina Commedia, che il Dante viaggiatore ha colto durante i suoi itinerari tra la natura di questo spicchio di Emilia Romagna.
Il Cammino di Dante segue le creste dell’Appennino che venivano utilizzate, sin dal basso medioevo, per spostarsi evitando le pericolose strade del fondovalle, spesso battute da briganti e piccoli criminali.
È un percorso ad anello, di circa 380 chilometri, che collega Ravenna e Firenze, due luoghi molto significativi nella vita di Dante.
Infatti a Ravenna è custodita la Tomba di Dante e Firenze, non occorre dirlo, è la città del Poeta che lo omaggia con il Museo Casa di Dante .
È un cammino culturale, artistico e filosofico che percorre un tratto di terra tra Emilia Romagna e Toscana che è stato la culla dell’Italia rinascimentale, in cui si sono sviluppate le fondamenta della cultura italiana.
Proprio in questo contesto storico, territoriale e culturale è nata La Divina Commedia un’opera intrisa dei personaggi, dei borghi, dei castelli e dei paesaggi che Dante ha incontrato in queste terre.
Il Cammino di Dante ci fa ripercorrere i meravigliosi paesaggi della Romagna.
I punti di sosta che si incontrano lungo il cammino sono semplici e accoglienti, e ci fanno ancora assaporare un’atmosfera figlia di tempi antichi, che rivivono nelle culture degli uomini che vivono questi luoghi.
L’ospitalità delle genti di Romagna e Toscana, gli ambienti in parte incontaminati e in parte sapientemente modellati dalla mano dell’uomo e le tracce della cultura del passato sono gli ingredienti che hanno dato vita a questo cammino dal forte valore culturale e storico.
San Benedetto in Alpe
Sono molte le tracce di Dante in Romagna e il cammino che porta il suo nome attraversa molti di questi luoghi, per ripercorrerne gli spostamenti
Si parte da San Benedetto in Alpe, dove inizia il percorso di risalita a piedi fino alla Cascata dell’Acquacheta.
Due ore di passeggiata rigenerante in mezzo alla natura, verso lo spettacolo di acqua e di salti che Dante, per il fragore e la violenza della caduta delle acque, paragonò alla rimbombante cascata del fiume infernale Flegetonte.
Dopo aver visitato la cascata non si può perdere un passaggio davanti all’antica Abbazia di San Benedetto in Alpe, che ha risale addirittura al X secolo.
Premilcuore, piccolo borgo romano
Iniziando a camminare in direzione Ravenna il primo borgo che si incontra sul cammino è Premilcuore, fondato nel 215 d.C dal centurione Romano Marcelliano, che si nascose nella vallata dei Rabbi per sfuggire alla vendetta dell’imperatore Caracalla.
Le tracce di questo borgo sono antiche e incerte, una prima traccia per datare la sua fondazione si trova nel Castello dell’Ontaneta, costruito dalla Famiglia Guidi di Modigliana dopo aver ricevuto queste terre dall’Imperatore Federico II.
Qui abitò anche, nel 1499, Caterina Sforza quando fu costretta a fuggire dalle aggressioni di Cesare Borgia.
Oltre alla rocca, testimonianza delle sue origini medievali, il centro storico di Premilcuore custodisce l’oratorio del Mogio del 1754 e la Pieve di San Martino in Alpe, in cui è custodita una croce d’arte toscana del Quattrocento.
Proprio nel centro del paese sorge la Rocca di Premilcuore, tappa fissa per ogni viaggiatore che voglia immergersi nella storia del borgo.
Portico di Romagna e le sue Torrette
Il cammino può riprendere in direzione Portico di Romagna, località fondamentale nella storia di Dante. La tradizione narra che qui, a Palazzo Portinari, abbia conosciuto Beatrice.
Un antico borgo Romagnolo dalla struttura unica, grazie alle Torrette da Vigna, che circondano la città e sono visibili dalla parte più alta del centro, alla Chiesa della Compagnia, che domina il centro storico del paese.
Per uscire dalla città consigliamo di passare sul Ponte della Maestà, con la sua tipica forma a schiena d’asino, costruito nel XIV secolo.
Dovadola, l’antico borgo
Il cammino prosegue seguendo il profilo delle colline Romagnole fino ad arrivare a Dovadola piccolo borgo che dell’entroterra forlivese, a solo 18 Km dalla città, immerso nella verde e boscosa Val Montone.
Una cittadina molto antica che conserva le tracce della colonizzazione gallica e del dominio romano, come testimoniano le tombe e le monete di epoca imperiale.
All’epoca di Dante invece Dovadola era in mano ai conti Guidi di Modigliana che esercitarono la loro signoria fino al 1405, quando subentrarono i Fiorentini.
La cittadina è un’ottimo motivo per una sosta.
Meritano una visita la Rocca dei Conti Guidi, ancora oggi conservata in buone condizioni, e la Torre che domina la piazza del paese costruita nei primi del XIII secolo per volontà dei Guidi.
Per chi non può fare a meno di camminare, ad un paio d’ore dal paese, c’è Palazzo Montaguto in cui trovarono rifugio, nell’estate del 1849, Giuseppe Garibaldi e il Capitano Leggero, in fuga dopo la caduta della Repubblica Romana.
Forlì, uno dei comuni più antichi
Proseguiamo il nostro cammino verso levante, ad ormai una manciata di chilometri dalla nostra meta finale.
Prima però è d’obbligo una sosta a Forlì, città situata in un punto strategico lungo la via Emilia e diventata comune già nel XII secolo.
Nel 1241 Federico II concesse alla città di fregiarsi dell’aquila sveva, divenendo il centro del ghibellinismo romagnolo.
Sul finire del Duecento entrò a far parte dello Stato della Chiesa, ma continuò a rappresentare un ricovero sicuro sia per gli esuli ghibellini sia per quelli che appartenevano alla fazione dei Guelfi moderati.
Da un antico documento del Comune di Forlì risulta che nel febbraio-marzo del 1303 Dante soggiornò in città nei primi giorni del suo esilio, trovando rifugio presso Scarpetta Ordelaffi.
Sono tanti i luoghi di questa città che meriterebbero una visita, come il palazzo nobiliare Paolucci de Calboli che sorge non lontano dall’Abbazia di san Mercuriale.
E’ una struttura maestosa ed ampia, a pianta rettangolare e in stile barocco, risalente al ‘700. Il Palazzo Paulucci, situato in Piazza Oderlaffi, un tempo dimora di marchesi oggi sede della prefettura non può mancare nel diario di viaggio.
Non si può dimenticare la Pinacoteca civica, uno dei musei Civici di Forlì che si trova nel palazzo di San Domenico, che a sua volta contiene anche altre collezioni di alto valore.
Ravenna, la fine del cammino
Dopo tanti chilometri tra le colline, i borghi e la natura romagnola arriviamo finalmente al termine del nostro Cammino di Dante: Ravenna.
Maestosa, colta ed elegante, città ricca di storia e contraddizioni.
La seconda città più grande d’Italia per estensione, distante pochi chilometri dall’Adriatico, può vantare ben otto monumenti Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Come la Basilica di San Vitale, capolavoro dell’arte bizantina del VI secolo.
Chiunque metta piede a Ravenna non potrà perdersi i stupendi mosaici del Mausoleo di Galla Placidia, del Mausoleo di Teodorico e del Battistero Neoniano, soprannominato degli Ortodossi, proprio per al magnifica cupola di mosaici policromi.
Anche l’abside e la Cappella Arcivescovile della celebre Basilica di San Vitale sono ornati da mosaici unici che rendono questi luoghi magici.
Si narra infatti che la bellezza di queste composizioni ispirò Dante per la stesura definitiva del Paradiso della Divina Commedia.
Ecco perché il cammino si conclude qui. Questa città non solo ispirò Dante per alcuni passaggi fondamentali della sue celebre opera ma lo ospitò nel suo ultimo viaggio.
Nella Basilica di San Francesco furono celebrati i funerali del sommo poeta e ne è custodita la tomba, considerata monumento nazionale oggi protetta da una zona di rispetto e di silenzio chiamata “zona dantesca”.
Il Cammino di Dante: le tappe
Le tappe da Ravenna a Firenze:
1. Ravenna – Pontevico – 18,9 km
2. Pontevico – Oriolo dei Fichi – 20,4 km
3. Oriolo dei Fichi – Brisighella – 17,2 km
4. Brisighella – Gamberaldi – 24 km
5. Gamberaldi – Marradi – 8,4 km
6. Marradi – San Benedetto in Alpe – 22,1 km
7. San Benedetto in Alpe – San Godenzo – 13,5 km
8. San Godenzo – Dicomano – 6,7 km
9. Dicomano – Pontassieve – 23,5 km
10. Pontassieve – Rosano – Firenze – 1 km
Le tappe da Firenze a Ravenna:
1. Firenze – Bigallo – Pieve Pitiana – 9,9 + 15 km
2. Pieve Pitiana – Prato di Strada – 22,6 km
3.Prato di strada – Casalino – 7 km
4. Casalino – Rifugio la Burraia – 17,8 km
5. Rifugio la Burraia – Premilcuore – 20,2 km
6. Premilcuore – Portico di Romagna – 9,1 km
7. Portico di Romagna – Dovadola – 26,2 km
8. Dovadola – Castrocaro – Forlì – 23 km
9. Forlì – Pontevico – 15,3 km
10. Pontevico – Ravenna – 18,9 km
11. Pineta di Classe – Ravenna – 26,2 km
Vie di Pellegrinaggio: il Cammino di Dante
Il sito ufficiale del Cammino di Dante