Trentino, Piemonte e Lazio: 3 itinerari da non perdere per avvistare i cervi
Sui sentieri dei cervi nelle foreste italiane
La tutela del patrimonio forestale è importante per garantire la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi del bosco.
Questovale anche per il cervo, uno degli animali che rappresentano l’immaginario stesso della natura e della foresta.
Oggi per fortuna si può ancora provare il fascino di un trekking nel folto della selva, attenti a percepire i suoni che arrivano tra gli alberi, per ascoltare la “voce” del cervo che annuncia il suo ritorno.
Grazie a lungimiranti e ben riuscite politiche di ripopolamento messe in atto da molti parchi, è oggi possibile emozionarsi ad ascoltare il bramito in moltissime aree protette, dal Trentino al Piemonte, fino al Lazio e alla Sardegna.
Il ritorno del cervo: la magia di boschi e montagne
Diffuso in tutta la nostra penisola fino a poco più di un secolo fa, il cervo è andato scomparendo in molte aree fatta esclusione per il Piemonte, il Trentino Alto Adige e il Friuli.
Eppure, tracce della sua storia non sono mai scomparse dagli stemmi e dai nomi di molte località dell’Appennino.
Oggi non esiste area protetta o parco regionale e nazionale in cui i branchi reintrodotti non siano in breve cresciuti.
Rivelando, ad ogni censimento, la presenza di nuovi esemplari.
Tra le aree in cui il ritorno del cervo ha avuto maggior successo citiamo il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, in Toscana, il Parco Nazionale d’Abruzzo, le Montagne della Duchessa, il Parco del Velino-Sirente, il Parco Regionale dei Monti Simbruini.
In quest’ultimo caso, la reintroduzione ha prodotto un meccanismo virtuoso dal punto di vista del ritorno di immagine e dei vantaggi nel settore turistico.
Non a caso, il centro di ripopolamento di Cervara – uno di borghi più belli dei Simbruini, che conserva nel nome e nello stemma la memoria dell’antica presenza di questi animali – ha registrato un incremento di visite, come molte altre località del Parco.
Nel corso degli anni, gli esemplari provenienti da altre zone d’Italia hanno reso la popolazione dei Simbruini importante tanto quanto quella degli altri parchi appenninici, come il Pollino, il Cilento-Vallo di Diano, il Gran Sasso-Monti della Laga, i Monti Sibillini e le Montagne della Duchessa.
Gli itinerari consigliati: 4 trekking sui sentieri dei cervi
In autunno il cervo entra nella stagione degli amori.
Si può intravedere nella penombra delle foreste di larici del Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino.
Ma anche tra gli alberi del Gran Bosco di Salbertrand o, scendendo più a sud, tra le faggete e i pascoli del Parco dei Monti Simbruini.
L’avvistamento del cervo non è garantito, tutt’altro, anzi, è più facile ascoltare il loro bramito.
Però lungo questi itinerari si attraversano gli ambienti che ospitano questo bellissimo ungulato.
Ad ogni modo, ricordatevi che per avvistare il cervo, il momento più propizio della giornata è all’alba oppure la sera al crepuscolo: sono i momenti in cui i cervi escono dal fitto del bosco per pascolare.
Ecco quindi 3 trekking in ambienti che con certezza sono popolati dal cervo.
In alcuni dei parchi attraversati da questi itinerari esistono spazi dedicati alla divulgazione della conoscenza di questo animale.
_ Trentino: Paneveggio, il Parco dei Cervi: trekking sulla vetta del Cobricon
_ Piemonte: Alta Val Susa, il Gran Bosco di Salbertrand
_ Lazio: Monti Simbruini, trekking nel regno dei cervi: l’anello del Colle Campitellino
Un trekking alla scoperta degli habitat di questo meraviglioso animale è un’esperienza intensa di contatto autentica con la natura.