Lazio: il Cammino di San Francesco

28 maggio 2020 - 16:34

Era la notte di Natale del 1223 quando nel piccolo borgo di Greccio, affacciato sulla verdissima pianura reatina, un uomo vestito di pochi stracci, la cui fama si era già diffusa e affermata in buona parte del centro Italia, cominciò, durante la Messa, a rievocare la nascita di Gesù.

La tradizione racconta che in quella notte un piccolo bambino si materializzò e fu preso tra le braccia del poveruomo: quella fu la prima rappresentazione storica del Presepe, opera di Francesco, il giovane figlio di una ricca famiglia di mercanti di Assisi che di lì a poco avrebbe cambiato la storia stessa della Chiesa, predicando nel cuore d’Italia.

Ancora oggi il suo nome evoca fantasie di viaggio, cambiamento.

Tutto in Francesco è movimento, trasformazione, contemplazione del mondo, della natura. Certo, il mondo amato da Francesco non è la mondanità, ma la comunità degli uomini semplici e, soprattutto, il creato.

Il Castello di Nerola

La contemplazione non semplicemente estatica del mondo circostante, l’amore infinito per tutti gli elementi che gli occhi possono cogliere, il regalo del silenzio che la natura ci offre, e che trovò la sua espressione nel celeberrimo Cantico delle Creature.

Tutto questo è Francesco. Nel Cantico ogni albero, ogni fiore, ogni soffio di vento viene amato.

E proprio nella Valle Reatina, nota oggi come Valle Santa, Francesco trovò gli stimoli, le sensazioni, gli orizzonti che originarono il capolavoro poetico.

Il Cammino di Francesco venne inaugurato nel 2003 e si articolava originariamente in otto tappe per una lunghezza totale di circa 80 chilometri che si stendono nella Valle Reatina seguendo il peregrinare del Santo.

Le tappe del Cammino di Francesco sono ben segnalate e soggette a manutenzione continua, in modo da consentire a tutti, famiglie comprese, l’immersione nella natura francescana: un “cammino di fede” che ripercorre le tappe di una vita spesa all’insegna del misticismo cristiano.

Il buon pellegrino prima di avventurarsi sui passi del Santo, potrà munirsi di passaporto, proprio come nella tradizione dei grandi camminamenti: il documento certificherà il passaggio dai quattro principali santuari francescani lungo il percorso, utile alla fine per ottenere l’attestato del pellegrino.

Il Cammino segue le orme storiche del Santo partendo da Rieti, dove è possibile visitare il Palazzo papale e l’oratorio dove Francesco donò il proprio mantello a una donna povera.

Lasciandosi alle spalle la cittadina che i romani soprannominarono Umbelicus Italiae, per la sua posizione centrale lungo lo stivale, ci si immerge in un ambiente affascinante che segna simbolicamente una trasformazione, un passaggio: la quiete dei boschi accoglie il viaggiatore che capirà presto perché proprio da queste parti, intorno al 1225, Francesco compose il Cantico.

Nel silenzio interrotto solo dallo scorrere dei ruscelli, il Santuario di Santa Maria della Foresta segna la prima tappa – e punto di appoggio – del percorso.

La salita all’eremo di Poggio Bustone ci ricorda invece l’inizio della missione di pace dei francescani, segnata dal celebre “Buon giorno, buona gente” con cui il poverello salutò la semplice gente del borgo.

L’eremo di Poggio Bustone

 

L’incedere del cammino è un alternarsi di borghi e luoghi silenziosi, a testimoniare il percorso stesso dei francescani, per tradizione insediatasi fuori dalle città ma non troppo lontano della comunità degli uomini, differenziandosi in questo da altre comunità religiose, come quella benedettina che invece ha sempre preferito l’isolamento e la meditazione.

Così, dopo il centro storico di Poggio Bustone, si giunge all’ombra del maestoso e straordinario Faggio di Rivodutri che con la sua enorme chioma rinfresca calura estiva, protegge dalle piogge,  rasserena gli animi e meraviglia gli occhi.

Si dice che soltanto altri due esemplari nel mondo abbiano una forma simile.

Il Faggio di San Francesco

 

Dopo il silenzio, il sentiero ci avvicina alla gente, nella già citata Greccio, luogo di arte e cultura medievale dove l’eremo, abbarbicato sulla roccia, è stato riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Più oltre, un altro bosco secolare di lecci sul fianco del Monte Rainero ci regala il prezioso Santuario di Fontecolombo: qui Francesco e i suoi fedeli avrebbero, nella grotta nota come il Sacro Speco, sancito la Regola definitiva dell’Ordine.

Si racconta che sempre in questo luogo Francesco venne operato all’occhio con un ferro rovente.

Posta, luogo di fondazione della prima comunità di Frati Minori e il reliquiario del Terminillo – fatto edificare nel cuore della grande montagna da Pio XII che proclamò Francesco Patrono d’Italia nel 1939 – concludono il Cammino di Francesco.

Il Terminillo

 

Lasciando alle spalle la Valle Reatina, l’itinerario lungo i luoghi francescani oggi prosegue fino a Roma: un percorso a piedi che da Rieti conduce i pellegrini attraverso la Sabina, lambendo il Parco dei Monti Lucretili, e poi attraverso la campagna romana e la città di Roma, fino a San Pietro.

 

Le tappe del cammino

Il cammino di Francesco, da Rieti al Santuario di Greccio

Il cammino di Francesco, dal Santuario di Greccio al Santuario di Poggio Bustone

 

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