Via Romea Germanica: un cammino medievale di 2000 km dalla Germania a Roma

Descritta per la prima volta nel 1256 da Alberto di Stade, monaco viaggiatore, la Via Romea Germanica fu il più importante itinerario per i pellegrini medievali che venivano dal Nord Europa: città d'arte, pievi e monasteri ne testimoniano ancora la storia. Oggi possiamo percorrerla ancora, in 94 tappe per un totale di circa 2000 km.

22 giugno 2022 - 5:46

La Via Romea Germanica: un antico cammino medievale con tanto di Attestato del Pellegrino

La Via Romea Germanica o Via Romea di Stade è un antico cammino medievale.

Oggi è possibile tornare a percorrerlo, dalla Germania all’Italia, passando per l’Austria.

Come ogni grande cammino che si rispetti, anche nel caso della Via Romea Germanica è possibile ottenere un attestato che certifichi il percorso compiuto dal pellegrino.

Si chiama Testimonium e per ottenerlo è necessario presentare la Credenziale completa dei dati e dei timbri che attestino il passaggio lungo il percorso della Via Romea Germanica.

Due sono le condizioni che, alternativamente, devono essere soddisfatte per ottenere il Testimonium:

Per i pellegrini a piedi si richiede che percorrano la Via Romea Germanica almeno dal Lago Trasimeno passando per Castiglione del Lago, Città della Pieve, Orvieto, Montefiascone, Viterbo, Vetralla, Sutri, La Storta, Roma, per un minimo di 250 km.

Per i pellegrini in bicicletta si richiede che percorrano la Via almeno da S.Sofia, per un minimo di 400 km.

 

Dove si trova la Via Romea Germanica o Via Romea di Stade

La Via Romea Germanica di Stade corrisponde a quella che era indicata da Alberto di Stade come la Melior Via – la Via Migliore tra le varie possibili – per raggiungere Roma.

Era, quindi, la più nota tra le Vie Romee.

Lunga circa 2000 chilometri, la via attraversa tre paesi in 94 tappe: 44 in Germania, 4 in Austria e 46 in Italia.

 

Perché si chiama Via Romea Germanica o Via Romea di Stade

La Via Romea Germanica o Via Romea di Stade è una delle Vie Romee, gli itinerari che conducevano a Roma, una delle mete più importanti di pellegrinaggio nel Medioevo.

Il riferimento a Stade  riguarda Alberto, il monaco benedettino di Stade, a cui dobbiamo la descrizione più antica della Via.

Alberto era, nel 1232, Abate del Monastero Benedettino della Santa Vergine Maria di Stade, una città con un importante porto alla foce del fiume Elba, in Germania.

Si trattava di un’abbazia tra le più importanti del nord della Germania, grazie alle estese proprietà terriere possedute.

Forse per questo Gregorio IX non fu insensibile alle richieste di riforma  della regola ecclesiastica che provenivano dal nuovo Abate di Stade.

L’intraprendente Alberto gli aveva infatti scritto, sollecitando l’introduzione nel monastero di regole più rigide, simili a quelle dei cistercensi.

il Testimonium (fonte: http://www.viaromeagermanica.com/)

Il Papa, forse incuriosito, accettò di discuterne a condizione che Alberto si recasse a Roma.

Detto fatto, Alberto non perse tempo e si incamminò lungo uno degli antichi itinerari utilizzati dai pellegrini del Nord Europa e della Germania per recarsi nella città eterna.

Nonostante il beneplacito del Papa, però, Alberto non ottenne la riforma desiderata, per l’opposizione dell’Arcivescovo di Brema, a sua volta sensibile alle pressioni dai potentati locali.

Il Papa, è proprio il caso di dire, non si fece pregare due volte e ritirò il beneplacito.

La mappa della Via Romea Germanica percorsa da Alberto di Stade (da www.viaromeagermanica.com)

Alberto, deluso dall’intera vicenda, non potendo riformare la Regola, decise di abbandonare l’Ordine Benedettino e aderire a quello francescano, entrando nel Convento dei Frati Minori di San Giovanni.

Qui si dedicò a un’altra passione: cominciò a scrivere delle vicende politiche ed ecclesiastiche del suo tempo.

In queste cronache medievali, gli Annales, il cui manoscritto si trova ancora nella biblioteca Herzog August di Wolfenbuttel, Alberto pensò bene di inserire la prima e più importante descrizione del cammino che da Stade portava a Roma.

All’interno di un lungo dialogo, due monaci immaginari, Tirri e Firri, discutono e si danno consigli e informazioni sugli itinerari che conducevano fino a San Pietro.

La descrizione è dettagliata e precisa, una sorta di guida pratica per il pellegrino medioevale.

Condizioni della strada, distanze tra una tappa e l’altra, pericoli che si possono incontrare lungo il cammino, luoghi presso i quali ristorarsi e fare sosta: niente è lasciato al caso.

I territori e i borghi attraversati dal cammino

La Via Romea attraversa il territorio di tre paesi:

Germania: Alta e Bassa Sassonia, la Turingia e la Baviera.

Austria: tocca la regione di Innsbruck.

Italia: valicate le Alpi del Brennero, il cammino prosegue fino al Trentino e la Valsugana, passando per la Pianura Padana, l’Emilia-Romagna, la Toscana, l’Umbria, raggiungendo infine Roma.

 

Stade, antico punto di partenza della Via Romea Germanica

Il cammino parte dall’antica città di Stade. Da qui Alberto partì per il suo viaggio alla volta di Roma nel 1236 e qui scrisse la sua guida per i pellegrini.

La città di Stade (Ph.: Gettyimages/ullstein bild)

Il porto vecchio della città fu costruito intorno all’anno 1000. Diventò ben presto un centro fiorente e potente, mebro della Lega Anseatica, l’antica confederazione di città dell’Europa del nord.

Ancora oggi è una città ricca di testimonianze storiche, artistiche e monumentali.

Prima di arrivare in Italia la Via Romea attraversa l’Alta Sassonia, la Turingia e la Baviera in Germania, per raggiungere le Alpi austriache, Innsbruck e varcare la frontiera al Brennero.

 

Trentino – Alto Adige e Veneto: la Via Romea in Italia

La Via Romea fa il suo ingresso in territorio italiano in Trentino Alto Adige, dove resta per 10 tappe.

Superato il Brennero, il cammino tocca tutte le principali località della regione: Vipiteno, con la Chiesa di Santo Spirito costruita nel 1399; Bolzano, che conta alcune chiese del XII e XIII secolo, già presenti quando il cammino era percorso dai pellegrini medievali.

Padova (Ph.: Gettyimages/Henryk Sadura/Tetra Images)

E poi Trento, con il suo centro storico ricco di memorie del passato e la Valsugana, con i suoi laghi.

Anche in Veneto la Via Romea attraversa alcune città storiche che sono poi tra le maggiori città d’arte italiane: Bassano del Grappa, Padova, Rovigo si succedono sotto i passi del camminatore.

 

Emilia – Romagna: Ferrara, la porta dei pellegrini

Ferrara è la prima grande città di pianura che attendeva i pellegrini.

Quella che sarebbe passata alla storia come la città degli Este era un’oasi di ristoro e riposo per i viaggiatori che venivano da nord.

Un’isola di civiltà all’interno di un territorio che all’epoca non era ancora del tutto bonificato e poteva anzi essere fonte di pericoli.

La Cattedrale di Ferrara (Ph.: Gettyimages/Julian Elliott Photography )

Che Ferrara fosse una tappa fondamentale nel viaggio verso Roma era testimoniato, fino al XVIII secolo, dall’antica Porta dei Pellegrini della Cattedrale.

Fu costruita poco dopo l’edificazione della Cattedrale stessa, vale a dire nel 1135, quindi esisteva all’epoca del viaggio di Alberto di Stade.

La porta era posizionata frontalmente a una delle vie d’accesso ed era anche il principale varco di uscita dei pellegrini diretti verso Roma.

Oggi questo portale non esiste più, perché demolito durante i lavori di restauro del Settecento.

Ferrara è una delle più importanti città d’arte italiane.

Inclusa nel Patrimonio Unesco dell’Umanità quale città del Rinascimento custodisce alcuni capolavori dell’arte medievale e rinascimentale: la Cattedrale di San Giorgio, il Palazzo del Municipio, il Palazzo dei Diamanti.

Tutto racconta la complicata e affascinante vicenda della città.

 

Il Delta del Po e l’Abbazia di Pomposa

Alle porte di Ferrara si apre il grande regno d’acqua del Delta del Po, area naturalistica di eccezionale biodiversità e tutelata dal Parco omonimo.

Abbazia di Pomposa (Ph.: Gettyimages/Maremagnum)

A pochi chilometri da qui è possibile visitare l’Abbazia romanica di Pomposa, un antico centro religioso benedettino ben noto ai pellegrini medievali.

L’abbazia risale al VII secolo e venne costruita sull’Insula Pomposia, un’isola boscosa circondata da due rami del fiume proprio in mezzo all’acqua.

Possedeva una delle maggiori biblioteche dell’epoca e ospitò tra gli altri il monaco Guido d’Arezzo detto Pomposiano, inventore della scrittura musicale..

 

Terre d’acqua: Argenta e Comacchio

Acqua e fiumi accompagnavano il cammino dei pellegrini.

Non è un caso che lungo il cammino si incontri Traghetto, il cui nome rivela che da qui era possibile attraversare il Po di Primaro collegando la sponda bolognese  con quella ferrarese.

Ancora in cammino e ancora tracce di storia evocano il passaggio dei pellegrini ad Argenta.

Qui sorge l’antichissima Pieve di San Giorgio del VI secolo, con un celebre portale marmoreo che risale al 1122, sul quale sono rappresentati i mesi e i lavori dei campi.

(Ph.: Gettyimages/Aldo Pavan)

Il borgo è oggi anche un piccolo paradiso per i cicloamatori, con i suoi 21 chilometri ciclo-pedonali, prevalentemente su arginatura, che seguono il perimetro della sesta stazione del Parco Regionale del Delta del Po Emilia-Romagna.

Da Argenta l’itinerario si apre sulle Valli di Comacchio, un complesso lagunare e palustre che copre 4 valli: il Lido di Magnavacca, la Fossa di Porto, Campo e Fattibello.

Quest’area è punteggiata da piccoli borghi che erano altrettanti centri dove i pellegrini potevano trovare ospitalità.

Comacchio innanzitutto, con il Duomo dedicato al patrono San Cassiano che risale all’VIII secolo, e il borgo di Pero, che con il monastero di S. Adalberto in ‘insula Perei’ dava accoglienza ai Romei.

Che i pellegrini fossero abituali viaggiatori da queste parti da tempi ancora più antichi è testimoniato dal fatto che già l’imperatore Ottone III, duecento anni prima del viaggio di Alberto di Stade, guidò personalmente lungo la tratta tra il Po e Ravenna un gruppo di monaci in pellegrinaggio.

 

Ravenna, la memoria viva dell’antichità

Natura selvaggia e civiltà si alternano in armonia lungo il percorso fino a raggiungere Ravenna.

Figlia di un glorioso passato che la vide avamposto in Europa dell’Impero Romano d’Oriente, Ravenna ancora oggi conserva il fascino e l’orgoglio di una città maestosa e carica di spiritualità.

Dal 395, anno della morte dell’Imperatore Teodosio, fino all’invasione dei Longobardi del 751 d.C., Ravenna è stata capitale dell’Impero Romano d’Occidente.

La città visse un’incredibile fioritura artistica e culturale, strettamente legata alla sua religiosità, che la rese dimora del primo arcivescovo della storia della Chiesa, Massimiano.

Ph.: Gettyimages/nimu1956

Ravenna conserva un complesso di otto monumenti tardo-antichi unici al mondo per ricchezza e qualità artistica delle decorazioni a mosaico di elevato valore universale.

Dalla Basilica di San Vitale alla Cappella Arcivescovile di fine V secolo.

Dagli splendidi mosaici del Battistero degli Ariani al Mausoleo di Galla Placidia, interamente rivestito all’interno dai simboli cristiani dell’immortalità e della vita eterna.

Dal Mausoleo di Teodorico, esempio di arte della tarda antichità alla la Basilica di S. Apollinare in Classe.

Dalla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, sintesi del regno ostrogoto di Teodorico e dell’impero di Giustiniano, al Battistero cattolico.

 

Forlì, il centro della Romagna

Ad attendere i pellegrini a Forlì, l’antica Forum Livii, era invece la Chiesa di San Mercuriale, che custodisce importanti dipinti di Palmezzano.

Risalente al XII secolo, fu edificata in luogo della Basilica di Santo Stefano.

Il campanile del 1178 costruito in stile lombardo e opera di Francesco Deddi, visibile in lontananza, segnalava ai pellegrini che la sosta era vicina.

Nel De Vulgari Eloquentia, Dante definiva Forli il meditullium, il centro della Romagna, è ancora oggi la piccola cittadina è considerata la patria della lingua romagnola.

 

Santa Sofia e Meldola: fortezze, chiese, palazzi

Dall’antica Cusercoli piccole cittadine si succedono seguendo il corso del Bidente: Civitella  di Romagna, Galeata e soprattutto Santa Sofia.

Il borgo è un piccolo gioiello medievale e rinascimentale. Tutta l’architettura sembra disegnata intorno al fiume Bidente che l’attraversa e nelle cui acque si specchiano i palazzi in stile toscano del lungo fiume.

Ph.: Gettyimages/Roberto Curt Amodeo / EyeEm

Proseguendo lungo il corso del Bidente i pellegrini scorgevano un altro castello, quello di Meldola, che segna l’inizio della valle che dal fiume prende il nome.

Data la posizione strategica, non stupisce la presenza della fortezza, edificata per volere dell’Arcivescovo di Ravenna, nell’ XI secolo.

Il borgo era un altro porto sicuro lungo il cammino dei pellegrini, proprio perché sotto il controllo dello stato pontificio o di famiglie ad esso legate.

Nei dintorni si trova quella che è oggi la Riserva naturale del Bosco di Scardavilla.

Toscana, Umbria e Lazio: Roma si avvicina

Oltre Bagno di Romagna, i pellegrini continuavano il loro cammino immersi nel cuore delle Foreste Casentinesi.

Luogo di pace e di meditazione, le foreste sono punteggiate di piccoli borghi che raccontano l’antica storia del cammino verso Roma.

Ph.: Gettyimages/Zero Creatives

Alcune sono vere e proprie perle d’arte e di storia, come Arezzo e Cortona, che meritano ciascuna almeno un giorno di visita.

Allo stesso modo in Umbria, il cuore verde della penisola, impossibile non restare ammirati dall’antica bellezza dei luoghi toccati dal cammino, da Città della Pieve a Orvieto.

Nel Lazio, infine, Montefiascone e Viterbo fanno da anticamera della città eterna, dove la Via Romea ha termine, naturalmente a San Pietro in Vaticano, esattamente come per i pellegrini medievali.

 

Quando andare

Come sempre, quando si tratta di percorrere grandi itinerari, la scelta del periodo dipende dalle tappe che interessano.

In generale, il periodo migliore va dalla primavera all’autunno.

Ph.: Gettyimages/Atlantide Phototravel

Qualche attenzione in più occorre nel caso si scelga l’estate, per organizzare l’itinerario in modo da evitare di camminare nelle ore più calde nelle tappe di pianura, sia in Italia che in Germania.

Il sito ufficiale del cammino offre molte informazioni utili al riguardo, a partire da un servizio meteo in tempo reale delle singole tappe.

Come organizzarsi

Non ci può essere risposta univoca ai quesiti sull’organizzazione di un cammino così lungo.

Nelle grandi città toccate dalla Via Romea non dovrebbero esserci problemi a trovare posti per pernottare, mentre se si decide di soggiornare in qualche piccolo centro è meglio organizzarsi per tempo.

Anche in questo caso la migliore fonte di informazioni è il sito ufficiale del cammino.

 

Le tappe del cammino in Italia

1 Brennero – Vipiteno 16,5 km
2 Vipiteno – Bressanone 32,7 km
3 Bressanone – Chiusa 15 km
4 Chiusa – Collalbo 20,5 km
5 Collalbo – Bolzano 16 km
6 Bolzano – Termeno 26,1 km
7 Termeno – Salorno 17,8 km
8 Salorno – Trento 29,5 km
9 Trento – Levico Terme 21,5 km
10 Levico Terme – Borgo Valsugana 14,7 km
11 Borgo – Cismon del Grappa 32 km
12 Cismon – Bassano del Grappa 23,2 km
13 Bassano del Grappa – Piazzola sul Brenta 33 km
14 Piazzola sul Brenta – Padova 26 km
15 Padova – Monselice 21 km
16 Monselice – Rovigo 34,7 km
17 Rovigo – Polesella 20,2 km
18 Polesella – Ferrara 22,5 km
19 Ferrara – Traghetto 29,9 km
20 Traghetto – Argenta 16,5 km
21 Argenta – Valli di Comacchio 28,2 km
22 Valli di Comacchio – Casalborsetti 18,2 km
23 Casalborsetti – Ravenna 21,5 km
24 Ravenna – Forlì 30,7 km
25 Forlì – Cusercoli 28,3 km
26 Cusercoli – Santa Sofia 20,5 km
27 Santa Sofia – Bagno di Romagna 24,3 km
28 Bagno di Romagna – Valle Santa 18,1 km
29 Valle Santa – Chitignano 20,4 km
28 Bagno di Romagna – La Verna 23,3 km
29 La Verna – Chitignano 10,8 km
30 Chitignano – Subbiano 18,3 km
31 Subbiano – Arezzo 19,4 km
32 Arezzo – Castiglion Fiorentino 24,8 km
33 Castiglion Fiorentino – Cortona 12,8 km
34 Cortona – Pozzuolo 24,5 km
35 Pozzuolo – Paciano 21 km
36 Paciano – Città della Pieve 15,6 km
37 Città della Pieve – Ficulle 21,7 km
38 Ficulle – Orvieto 24,8 km
39 Orvieto Lubriano – Civita di Bagnoregio 19,5 km
40 Lubriano – Civita di Bagnoregio Montefiascone 16,2 km
41 Montefiascone – Viterbo 18,3 km
42 Viterbo – Vetralla 16 km
43 Vetralla – Sutri 23,5 km
44 Sutri – Campagnano 24,5 km
45 Campagnano – La Storta 22,8 km
46 La Storta – Roma 19 km

 

Notizie Utili

Il sito italiano ufficiale della Via Romea Germanica è la migliore fonte di informazioni sul cammino.

Sul sito è possibile avere informazioni dettagliate su tutte le tappe, incluse quelle meteo aggiornate in tempo reale e scaricare le tracce.

Un altro sito fatto molto bene e ricco di informazioni, in particolare per le tappe non italiane, è https://www.viaromea.de/en/

Il sito offre molti spunti, immagini e aggiornamenti, per chi volesse avventurarsi nelle tappe del cammino in Germania e Austria.

 

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