Italian Wonder Ways: camminare l’Italia centrale sulle orme degli antichi pellegrini
Si è da poche ore conclusa l’edizione zero di Italian Wonder Ways, un lungo viaggio attraverso le Vie della fede, dalla Francigena all’Amerina, dal Cammino di Benedettoa quello di San Francesco.
Le colline della Val d’Orcia e i canali dell’Agro Pontino, il santuario francescano di La Verna e l’abbazia di Montecassino, i Castelli romani, Radicofani, Gubbio, Ascoli Piceno e Lucca. Sono solo alcuni dei luoghi in cui si è svolta la prima edizione di Italian Wonder Ways, un evento che ha portato sulle antiche Vie della fede italiane più di 50 giornalisti, blogger, fotografi e scrittori di viaggio provenienti da tutti i cinque continenti.
Cinque continenti, cinque gruppi, cinque percorsi e cinque diversi punti di partenza per un solo unico grande punto d’incontro: Piazza San Pietro, Roma. Nel mezzo, tutte quelle bellezze naturalistiche e artistiche, i patrimoni storico-culturali e le suggestioni che rendono l’Italia centrale uno dei luoghi più affascinanti da camminare.
Prima però di convergere nel luogo della fede per antonomasia, Piazza San Pietro, sono stati davvero tanti i chilometri macinati con lo zaino in spalla. C’è chi è partito dalla più celebre delle vie sante, la Via Francigena del Nord, cominciando da Lucca il pellegrinaggio e attraversando la Toscana da cartolina, con le sue città fortificate e le chiese tra il giallo dei campi di grano: le torri di San Gimignano, la cittadella di Monteriggioni, Siena, Radicofani e Acquapendente, infine il lago di Bolsena in alto Lazio.
Il Santuario francescano di La Verna è stato invece il punto d’inizio della Via di San Francesco, attraverso i boschi dell’Appennino toscano. L’itinerario è poi proseguito attraversando l’Umbria da parte a parte, senza dimenticare Gubbio, Valfabbrica e Stroncone, ed entrando in Lazio per ammirare Greccio ed il suo eremo letteralmente aggrappato alla roccia.
C’è chi ha percorso latitudinalmente lo Stivale svegliandosi affacciato sull’Adriatico e proseguendo in territorio marchigiano fino ad Ascoli Piceno sulla Via Lauretana; per poi rientrare verso i Monti Sibillini, apprezzare la bellezza di Sarnano e del convento di San Francesco a Pievebovigliana. Dopo, la salita sugli altopiani di Colfiorito e la discesa verso Foligno e Spello.
Assisi è stato invece l’inizio del viaggio lungo la Via Amerina, attraverso le alture tondeggianti dell’Umbria e dell’Alto Lazio, con scorci su Amelia e la sua torre dodecagonale, Orte e la sua città sotterranea, per poi entrare nel cuore della Tuscia viterbese a Civita Castellana, Faleria, Calcata e Nepi.
Il Cammino di Benedetto ha invece ripercorso le orme del monaco fondatore dei benedettini, seguendo il profilo dei Monti Simbruini, l’Appennino laziale di confine, passando per la maestosa abbazia di Subiaco, Trevi del Lazio e Fiuggi, per ammirare poi il profilo dei monti che cambia nella forma e nella vegetazione a Veroli, Arpino, Roccasecca e infine Montecassino.
L’ultimo dei cammini, il più meridionale di tutti, ha invece ripreso i tracciati della Via Francigena del Sud, naturale proseguimento del percorso proveniente da Canterbury e diretto a Gerusalemme. Un itinerario tra le pianure dell’Agro Pontino e i ciottoli dell’Appia Antica, affacciato sul Golfo di Gaeta o tra i laghi vulcanici dei Castelli Romani.
Dopo il ritrovo a Roma, un unico lungo cordone di camminatori diretti alla chiesa di San Lazzaro – che un tempo rappresentava la parte finale della Via Francigena – attraverso il Parco dell’insugherata e quello di Monte Mario, da cui si apre la prima suggestiva vista sulla città con il maestoso Cupolone a svettare sugli altri edifici.
Un’esperienza in cui sono i piccoli comuni, i territori periferici attraversati dagli sterrati più che dalle autostrade, a farla da padrone; con tutto il loro bagaglio di storie e Storia, prodotti tipici ed un accoglienza unica. Poco importa la provenienza, le esperienze dei pellegrini: è la stessa condizione di camminatore il lasciapassare per un incontro stretto ed intenso con chi i quei luoghi li abita.
Italian Wonder Ways è stato quindi un punto di partenza e non di arrivo, un’iniziativa da cui partire per mantenere viva quella voglia di camminare i luoghi, di viverli e non semplicemente visitarli; di percepirne la distanza passo dopo passo, di potersi godere la fatica e quella stanchezza positiva, a fine tappa, con cui il cervello comunica finalmente alle nostre gambe il meritato riposo.
Buon cammino, dunque, dal Lazio all’Umbria, dalle Marche alla Toscana. Chi scrive questo articolo il suo cammino lo ha appena terminato, ma nonostante la fatica non vede l’ora di poterne ripercorrere un altro.