LIGURIA: Alta Valle ARROSCIA, una terra viva

18 marzo 2020 - 16:24

Il fascino dell’Alta Valle Arroscia è racchiuso nella bellezza di paesaggi dal sapore alpino, nella semplicità della gente e della sua “cucina bianca” fatta di ingredienti poveri ma nutrienti.

La conservazione e la promozione delle attività tradizionali, insieme ad un utilizzo eco-compatibile del territorio e delle sue risorse, hanno permesso all’Alta Valle Arroscia di conservare caratteristiche che la rendono unica e, in un certo senso, fuori dal tempo.

L’Alta Valle Arroscia conserva un ambiente tra i meglio preservati di tutta la Liguria, qui è possibile ammirare una natura sorprendente e rigogliosa, come nel caso della splendida faggeta del bosco di Rezzo o le spettacolari cascate dell’Arroscia, e dove non mancano peculiarità artistiche e architettoniche, come la splendida strada porticata che attraversa Pieve di Teco, o i numerosi affreschi che adornano chiese e luoghi religiosi sparsi per tutto il territorio, da Mendatica a Rezzo, da Ranzo a Pornassio.

Senza dimenticare l’arte dei lapicidi che si riscontra nella ricercatezza scultorea delle incantevoli chiese della valle, come anche nelle modeste abitazioni private di Cénova e di Ponti di Pornassio. Un territorio soprattutto vivo grazie a una felice rete museale dove punti espositivi e itinerari tematici coinvolgono tutti i borghi della valle.

Le varie tappe sono state scelte dopo un’attenta individuazione e catalogazione delle rilevanze naturalistiche e artistiche del territorio: la mostra permanente de “Le Maschere di Ubaga” nel Complesso Monumentale Madonna della Ripa a Pieve di Teco, il Laboratorio ArcheologicoUn Territorio attraverso i millenni” presso il Complesso Speleologico Val Ferraia e Pennavaira ad Aquila d’Arroscia, l’esposizione “Il Bosco Addomesticato” a Montegrosso Pian Latte dedicato alla cultura rurale.

E poi la “Vita nella valle di Pieve cinquecento anni fa” a Vessalico, “I maestri pittori della valle” a Ranzo, “Gli antichi liguri” a Pornassio, “Erbe ed Etnomedicina” a Cosio d’Arroscia, “Valichi, passi, scambi, baratti” ad Armo e “Mecenatismo e tradizioni religiosea Borghetto d’Arroscia. Infine “I Maestri della pietra” a Rezzo e il “Museo della Transumanza” nella frazione di Cénova, borgo rurale nato lungo l’antica strada “marenca” che collegava Oneglia al Piemonte. A Mendatica è attiva invece la sezione cartografica della tappa “L’alta valle tra contese di frontiera e quotidianità”.

La cucina bianca, i sapori della transumanza

Siamo alle pendici delle Alpi Liguri, i profumi della cucina mediterranea sono ormai lontani. Sui tracciati della secolare transumanza agricola e pastorale, viaggiano sapori diversi, nati dall’unione delle popolazioni della montagna ligure, del Cuneese e delle valli occitane. Sono piatti semplici, veloci da preparare, riconoscibili nella tipica “cucina bianca” per il colore predominante dei suoi prodotti, come candidi farinacei, latticini, patate, porri, aglio, rape.

Soprattutto sapidi e profumatissimi formaggi che prendono origine dalle praterie d’alta quota: a Pornassio e nelle sue frazioni è ancora possibile assistere alla preparazione artigianale della ricotta fermentata, il brussü. Nell’area compresa tra Montegrosso Pian Latte, Cosio e Mendatica viene invece prodotto l’Ormeasco di Pornassio, un vino rosso le cui vigne si spingono fino a 800 metri di altitudine, apprezzato per il sapore asciutto, sapido, con retrogusto leggermente amarognolo.

Mendatica, gioiello dell’alta valle

Così si esprimeva il romantico Jacopo Ortis, alla vista delle profonde vallate alpine dell’estremo Ponente ligure: «da quelle spalancate Alpi cala e passeggia ondeggiando la tramontana, e per quelle fauci invade il Mediterraneo. La Natura siede qui solitaria e minacciosa, e caccia da questo suo regno tutti i viventi».

Fu forse questo senso d’inaccessibilità e protezione a convincere alcune famiglie albenganesi, in fuga da una costa ormai in mano ai Longobardi, a spingersi tra le montagne e i boschi dell’alta valle Arroscia nel lontano VII secolo. Arrivati alla confluenza dei vari ruscelli nel torrente Arroscia, in posizione strategica per la presenza di boschi e la vicinanza ai pascoli d’altura, essi si fermarono: nasceva così Mendatica, assieme ad una tradizione contadina e pastorale che si sarebbe mantenuta per secoli.

Mendatica, classico villaggio di montagna con un ben conservato nucleo rurale (Ph Enrico Bottino).

Oggi Mendatica è un vivace paese attento al turismo naturalistico e all’outdoor (saltano subito all’occhio il Parco Avventura, il centro sportivo e l’area camper), tanto estivo quanto invernale.

Ma ciò che più colpisce è la costante presenza ad ogni angolo di elementi antichi e tradizionali, perfettamente integrati al nuovo, che possiamo trovare in paese o nei suoi dintorni. Passeggiando per il centro storico, con i suoi edifici dallo stile a metà tra il ligure (che si ritrova nei tetti a ciappe, le famose pietre piatte) e l’alpino, possiamo scoprire tesori nascosti come le fontane in pietra secolare e le cappellette, o accedere tramite portici ai vecchi cortili e alle antiche prigioni.

I piccoli orti che fanno capolino ai margini del centro abitato testimoniano una tradizione agricola fatta di piccoli spazi, che una volta costituiva per molti la principale fonte di sussistenza: pochi ortaggi, tra cui la patata, un ottimo aglio, porri e rape, combinati sapientemente assieme a latticini e cereali andavano a formare numerose ricette che sono rappresentative di un’altra tradizione gastronomica ligure, quella contadina e pastorale.

Non si pensi quindi alla cucina mediterranea: qui l’ulivo è ben distante, esattamente quanto la costa. Si tratta invece di uno scenario montano, fatto di boschi e pascoli, di mesi in montagna a seguire le greggi. E i dintorni di Mendatica parlano solo di questo, con antiche mulattiere, ponti, e più in quota il sistema di malghe, i punti d’appoggio e di produzione per i pastori lontani da casa.

Da Poilarocca a Pian del Lago, a Case Penna: un itinerario a riscoprire un’autentica civiltà delle malghe, attiva per secoli. Itinerario che alla fine ci riporta inevitabilmente a Mendatica, richiamati da un’altra occasione: la festa della Cucina Bianca, che si tiene in paese ogni agosto, con un ricco menù tradizionale. Qualche esempio: l’aglié, salsa a base di patate e aglio, i bastardui, specie di gnocchetti alle erbette tradizionalmente conditi con salsa di panna e porri, il pan fritu, da consumarsi con sale o zucchero, turtelli, turlè e raviore, varianti di fagottini o ravioli alle erbe, con il borgo illuminato a festa a fare da cornice.

 

NUMERI UTILI

PARCO REGIONALE ALPI LIGURI www.parconaturalealpiliguri.it  www.facebook.com/ParcoAlpiLiguri

PRO LOCO MENDATICA www.facebook.com/ProlocodiMendatica

  • Tel. 0183.38489 / 752489

COME ARRIVARE

Dalla riviera di levante: A10 uscita Albenga, segue SP53 in dir. Pieve di Teco-Colle di Nava-Torino, a Pieve di Teco svoltare a sinistra verso Montegrosso-Mendatica. Da Ventimiglia o Francia: A10 uscita Imperia est, segue SS28 in direzione Pieve di Teco-Colle di Nava-Torino, bivio a sinistra per Montegrosso-Mendatica. Dal Piemonte: A6 uscita Ceva, segue SS28 direzione Garessio-Ormea-Colle di Nava; dopo Colle di Nava bivio a destra per Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso.

Festa della Transumanza, Mendatica (Ph Diego Rossi)

Testo di Enrico Bottino

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