Liguria: oltre il fiume

18 marzo 2020 - 12:30

I ponti medioevali insieme all’antica viabilità diventano motivo d’interesse per gli amanti dell’escursionismo

In Liguria, la limitata estensione del territorio, rimarcata dai monti a ridosso del mare, non permette lo sviluppo di veri e propri fiumi. I torrenti, dal corso breve ma impetuoso, a volte rovinosi quando in piena, mettono a dura prova i ponti che ne scavalcano gli alvei. Talvolta ottocenteschi, talora più antichi, resistenti alle ingiurie del tempo, i ponti contrastano da sempre l’irruenza dell’acqua, sormontandola e permettendo alle direttrici storiche di avanzare lungo le valli, oltre lo spartiacque, verso la Pianura.

L’indistruttibilità di queste opere di grande ingegno, presuppone abilità manuale, perizia e organizzazione costruttiva; inoltre, come se non bastasse l’opera dell’uomo a garantire loro eternità, le arcate dei ponti sono sormontate da edicole sacre, in passato capaci di dare conforto a pellegrini e viandanti provati dalle difficoltà dei luoghi, dalle fatiche della via, dai timori del brigantaggio.

Abbellito da un’edicola con Madonna di pregiata fattura, ricordiamo il ponte di Nascio che con la sua arcata del 1700 si erge sopra ad un baratro in fondo al quale scorre il rio Novelli, affluente del torrente Graveglia. Ma sono tanti in Liguria i ponti medioevali che con le loro arcate “a schiena d’asino” scavalcano le acque a carattere torrentizio: ardite campate capaci di emozionare e ispirare poeti, scrittori, artisti.

“… il luogo è superbo, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza”.

Questa è la stupefatta affermazione del pittore impressionista Claude Monet, che nel 1884 riprodusse su tela il ponte di Dolceacqua, ardita e solida arcata di 33 metri di luce, capolavoro di leggerezza e armoniosità tardomedievale.

Oltre a ponti ad unica fornice, diffusi ovunque nell’entroterra, si annoverano anche ponti medioevali composti da più arcate, come le 9 del ponte dei Doria a Montebruno, fulcro dell’antica via di transito che univa le valli Aveto, Fontanabuona e Trebbia. Oppure lo straordinario disegno delle 16 arcate, alcune di origine romana, del ponte medioevale di Taggia, costruzione perfettamente conservata che attraversa il torrente Argentina per una lunghezza di 260 metri.

Tra le opere che scavalcano i corsi d’acqua, come non citare infine la Gaietta, raro esempio di ponte fortificato (eretto a metà del 1400), che a Millesimo sormonta il Bormida, uno dei pochi fiumi – insieme al Tanaro, al Trebbia e allo Scrivia – che nascono dall’Appennino Ligure per poi confluire nel Po anziché gettarsi direttamente nel Mar Ligure.

Testo e foto di Enrico Bottino

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