Di Trieste si dice che non abbia un simbolo, che non sia iconicamente riconoscibile per una sua caratteristica e che non sia possibile classificarla: Trieste è piuttosto un’atmosfera, un’aria carica di profumi nuovi, di vibrante elettricità culturale.
Il suo centro storico alterna pasticcerie e caffé dai quali escono accenti e aromi affascinanti, negozi di eleganza e tradizione, librerie e locali che ricordano alcuni frai suoi più celebri visitatori: James Joyce, Umberto Saba, Italo Svevo, Gabriele d’Annunzio, tutti amarono questa città e le sue suggestioni.
Troppo facile definirla una città di confine, un porto in cui si incontrano genti diverse e dove convivono tradizioni in bilico fra il Mediterraneo e i Balcani: la città vive tutto questo con la naturalezza di chi è aperto alla conoscenza reciproca e allo scambio, si gustano le creme carsoline (variante squisita della torta millefoglie, più ricca di crema) insieme alle severe pinze (dolci pasquali caratteristici) e all’austriaca Sacher, per le strade si parla triestino, tedesco e sloveno.
La città è raccolta intorno al meraviglioso Golfo, e il mare si impone subito come elemento dominante: Piazza Unità d’Italia, la principale e più famosa, si estende fino all’acqua, la costa ha qualcosa di estremo, ci regala contrasti che hanno punte di sublime; bianche falesie di roccia carsica si gettano nel blu zaffiro del mare verso Duino, mentre la cupa vegetazione si estende fin quasi sul ciglio del baratro.
Allontanandosi dal centro, due sono le perle che ornano il litorale: separati dalla elegante baia di Sistiana sorgono il castello Miramare e quello di Duino.
Il primo, bianca e armoniosa costruzione voluta da Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, è noto per i meravigliosi giardini che si estendono fino al mare con terrazze dalla vista incomparabile e per le interessanti mostre temporanee che ospita nelle sue sale; posto all’estremità del promontorio di Grignano, accoglie nel suo Castelletto anche i ricercatori della Riserva Marina di Miramare, impegnati da decenni nella tutela del patrimonio marino-costiero e nell’educazione ambientale, in un connubio felicissimo fra arte, storia e ambiente.
In bilico fra storia e letteratura è invece il castello di Duino, dimora dei principi asburgici Turm und Taxis, che ospitarono, fra le eleganti sale (da non perdere la biblioteca) e i giardini adornati da statue e fontane, personalità di spicco della cultura del tempo: fra gli altri, Mark Twain, Eleonora Duse, Johann Strauss e Karl Popper, oltre ovviamente a Rainer Maria Rilke, che percorrendo il tratto di costa che oggi è a lui intitolato, da Duino a Sistiana, trovò l’ispirazione per le sue Elegie Duinesi, amare riflessioni sull’inadeguatezza dell’uomo di fronte allo splendore della natura.
Il castello, che domina il Golfo dal suo promontorio bianco a picco sull’Adriatico, è la gemma del piccolo borgo omonimo, da cui ha inizio la Riserva naturale delle Falesie di Duino; la flora della Riserva vanta una varietà sorprendente: leccio, alloro, salvia, roverello, castagno, faggio e ginepro sono solo i primi a balzare agli occhi.
Basta anche solo una breve visita per capire perché Joyce scrisse alla moglie Nora “La mia anima è a Trieste”: l’elegante centro storico, la cucina semplice ma ricca, la vista travolgente sul Golfo che si ha da Opicina, le falesie che riportano all’Ottocento dei Romantici ad un solo sguardo… è impossibile non rimanere conquistati.
Testo di Elisa Patrone, foto di Elisa Patrone e Alessandro Savelli