Molise: piccola regione, grande terra

19 luglio 2020 - 11:45

Si dice che in viaggio, in vacanza o più semplicemente nella vita di tutti i giorni, le cose più belle, quelle che stupiscono, siano spesso anche le più nascoste.

Chesi tratti di panorami, edifici religiosi o piccoli borghi, gli scorci inaspettati sono quelli che maggiormente rimangono impressi nella nostra mente e ci arricchiscono di più nell’esperienza di viaggio.

Un discorso simile si può fare anche con i territori, con le regioni “nascoste” – per non dire spesso dimenticate – che per un motivo o per l’altro non stanno sotto i riflettori del main stream.

In Italia c’è una piccola regione che esemplifica benissimo questa tendenza, un rettangolo di terra che dalla dorsale appenninica digrada lentamente verso il Mar Adriatico in un susseguirsi di colline e vallate: è il Molise, la regina delle terre nascoste.

Stretta tra l’Abruzzo e la Puglia, il Molise è una terra dalla storia millenaria, che alterna cime innevate e altipiani maestosi a colline dal profilo dolce e a spiagge di sabbia finissima.

Nella parte più occidentale della regione si trovano i suoi principali gruppi montuosi, tra cui i monti delle Mainarde, il Matese (al confine con la Campania) e la riserva MAB nella parte settentrionale, quest’ultima entrata nel network mondiale delle riserve della biosfera diventando patrimonio UNESCO.

Le montagne molisane rispecchiano l’anima più selvaggia della regione: al posto dei grandi hotel ci sono piccoli borghi di case in pietra, località dove la grande industria è soppiantata dall’abilità degli artigiani. I sentieri sono disegnati dai percorsi della transumanza, ancora oggi riproposta da alcune famiglie molisane.

Tratturo nei pressi di Montenero Valcocchiara

L’attraversamento del bestiame nei meandri del Molise più taciturno tratteggia e definisce una delle risorse più preziose che questa terra può offrire: il tratturo.

In Italia sono poche le regioni in cui il legame con la propria terra è così forte, in cui l’identità di un luogo è uno dei suoi migliori biglietti da visita e, una volta immersi nelle atmosfere che si respirano lungo i suoi colli, è impossibile non innamorarsene.

Questa è la terra degli antichi Sanniti, popolazione italica che si insediò nelle valli dell’alto Molise a partire dalla prima metà del I° millennio a.C. e che resistette lungamente alla dominazione dei romani. L’identità coriacea dei Sanniti è ancora ben radicata nel territorio, a secoli di distanza, ed è ben visibile nel parco archeologico di Pietrabbondante.

Il teatro sannita di Pietrabbondante

In questo sito si possono ammirare testimonianze risalenti al V secolo a.C., tra cui il bellissimo teatro. Altre vestigia di epoca romana si possono invece vedere a Sepino, piccolo paese ai piedi del Matese, a Larino, verso la costa e a Monte Vairano accanto a Campobasso tra i comuni di Busso e Baranello, ma anche in molte altre piccole località del Molise centrale.

La tradizione prima di tutto

Il Molise è anche la terra in cui le attività del passato sono ancora componente fondamentale del presente, senza essere però una mera attrazione per turisti o un retaggio anacronistico da mantenere con intento museale.

Nelle sue valli la grande industria non ha attecchito: questo fattore – fortuna e condanna ben impressa sulla “carta d’identità” della regione – ha da un lato tirato il freno ad uno sviluppo economico selvaggio, e dall’altro preservato le antiche tradizioni che vedono nell’agricoltura a chilometro zero e nell’artigianato, i veri punti di forza dell’economia regionale.

È il caso delle zampogne di Scapoli o delle campane di Agnone, vere e proprie eccellenze artigiane.

Scapoli può essere definita a ragione come la capitale mondiale della zampogna, l’antico strumento a fiato prodotto ancora oggi dagli abili artigiani, nelle botteghe del piccolo comune.

Dal 1975, sulle sue vie, si svolge anche il festival della zampogna, che richiama ogni anno migliaia di persone provenienti da ogni angolo del Globo.

Le campane della Pontificia Fonderia Marinelli

Ad Agnone si trova invece la Fonderia Marinelli, considerata presumibilmente come il più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione di campane.

Fu fondata nel periodo medievale e ricevette, tra i riconoscimenti, la possibilità di avvalersi dello Stemma Pontificio da Papa Pio X. Perfettamente funzionante, esporta ancora oggi i suoi preziosi manufatti in tutta Europa.

Il Molise, come si accennava, è anche uno degli ultimi luoghi d’Italia dove si svolge tutt’ora l’antichissima pratica della transumanza, le cui origini remote risalgono addirittura al IV secolo avanti Cristo.

È la terra dei tratturi, i grandi sentieri percorsi da mandrie e pastori che univano le montagne abruzzesi con le miti pianure pugliesi.

La transumanza contribuiva a rendere vivi i piccoli centri abitati al transito dei lunghi cordoni di uomini e animali, d’estate verso i pascoli d’alta quota appenninici, d’autunno in senso contrario verso il Tavoliere pugliese.

I tratturi ricoprirono una funzione fondamentale nell’economia locale: fungevano infatti sia da pascolo per gli animali che da via di comunicazione per i pastori, i quali, interrompendo fisiologicamente il lungo viaggio da e verso la montagna, si fermavano ad albergare nei vari comuni che attraversavano durante il passaggio.

Basti pensare che sono circa 70 i paesi del Molise ad essere nati proprio su queste antiche direttrici, tra cui i due capoluoghi di provincia Campobasso e Isernia.

Quello dei tratturi è quindi un patrimonio che va oltre il valore commemorativo, e costituisce lo scheletro portante su cui poggia la storia, l’economia e la cultura del Molise.

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