Croazia: trekking nella terra del dio Perun

19 marzo 2020 - 15:41

Mi trovo in Croazia e dopo settimane di pioggia incessante, verso l’ora di pranzo, con un bel sole splendente in cielo, ho deciso di andare a fare un po’ di trekking vicino al campeggio Draga dove sono alloggiata. A pochi metri di distanza inizia il sentiero che porta verso il Monte Perun.

La gita ha inizio appunto nella località di Mošćenička Draga (Draga di Moschiena).

Mi incammino su una strada asfaltata per quasi 30 minuti. Ogni tanto in salita passa una macchina e lo scarico del motore è decisamente fastidioso… penso di tornare indietro, forse ho sbagliato percorso, eppure nonostante non conosca il territorio, ho visto bene la segnaletica…

Oramai sono qui, e forse tra poco entrerò nel bosco… La strada asfaltata si trasforma in un sentiero cementato, un cartello indica l’itinerario.

Bene, forse ci siamo! La ripida salita continua, e trascorro ancora qualche decina di minuti a ‘non’ camminare dentro il bosco.

Finalmente arrivo in uno spiazzo, dove c’è un bel cartello che indica l’inizio del sentiero verso il Monte Perun, attraversando il casale di Potoki, che dà il saluto a questo percorso mitologico.

Lungo tutto l’itinerario, con grande gioia e sorpresa, ho notato pannelli didattici scritti in lingue diverse, che indicavano la storia di questo luogo, degli slavi e della loro origine.

Proseguo verso il casale abbandonato di Trebišća situato ai piedi del monte Perun, dove alcuni uomini sono intenti a ristrutturare le case in pietra.

Sulla destra un ponticello e l’acqua che scorre rendono il posto ancora più magico e incantato.

Mi soffermo un attimo con la mia cartina prima di proseguire per studiare meglio l’itinerario ma poi, come di mia consuetudine, lascio fare al caso e continuo seguendo il mio istinto.

 

IL DIO SUPREMO PERUN e il percorso storico-mitologico

Dietro a questo percorso escursionistico si cela un antico mito ispirato dall’ambiente.

Si narra che nei tempi antichi il dio supremo dei tuoni Perun governava il mondo dalla cima della montagna lanciando sassi e frecce di pietra a tutti coloro che minacciavano il suo regno.

Una storia vecchia più di mille anni, un luogo dove si svolgevano gli avvenimenti mitici.

Quella degli Slavi era una religione pragmatica, basata sulla natura e sui cicli della vita – estate e inverno, semina e raccolto, nascita e morte.

Tutti gli indoeuropei hanno sempre avuto credenze leggendarie, derivanti da un passato ancora oggi a noi sconosciuto…

 

Once upon a time… Vi racconto la storia del dio supremo Perun ed il suo rivale Veles

 

Secondo la leggenda al centro del mondo si trovava l’asse (axis mundi) che poneva in comunicazione il mondo degli umani, quello celeste e quello degli inferi.

Presso i brahmani dell’India quest’asse era rappresentata dal monte mitologico Meru, presso i Greci dall’Olimpo e presso i Germani e gli Slavi dal monte Perun.

Nella cultura slava quest’albero viene chiamato dub, una grande quercia il cui tronco è situato su un’isola dietro al Mar Grande.

Le sue radici raggiungono la terra degli inferi. Attorno al suo tronco si trova il mondo come noi lo conosciamo mentre al di sopra delle nostre teste, nelle sue fronde, si trova il firmamento, dal quale viene dispensata la giustizia e punita l’ingiustizia.

Un’enorme aquila sovrasta l’albero sacro, padrone delle sue fronde: è Perun, dio dei tuoni, che dal cielo dispensa appunto la giustizia.

Lo possiamo conoscere anche con altri nomi: gli indiani lo chiamano Indra o Parjanya, i Greci Zeus e i Germani Thor.

Da sempre il  rivale di Perun è Veles, dio del bestiame, della terra e dell’acqua e naturalmente, re degli inferi. Viene descritto come un  vecchio  tenebroso, ma può cambiare sembianze: a volte può essere vecchio con la barba lunga, altre volte una bestia pelosa del bosco o un enorme serpente.

L’eterno conflitto tra i due re Perun e Veles costituisce il fulcro della mitologia slava.

Arrivo nel piccolo borgo di Trebisca...

 

Trebisca

Trebisca si trova in fondo al ruscello Potok ed è un pittoresco villaggio che durante i mesi invernali non vede mai la luce del sole.

Ma cosa significa Trebisca?

Questo nome nasconde un che di mitologico. 

La parola ‘trebisce‘ può essere interpretata con ‘terreno dissodato’, e nell’antica lingua slava ‘treba‘, significava sacrificio.

Quindi si suppone che in passato in questo luogo venissero eseguite pratiche sacrificali.

Ma a quale entità sarebbero stati destinati tali sacrifici? Il piccolo villaggio di Trebisca è sovrastato dalla vetta Perun e lungo l’ombreggiato canyon si trova una roccia dal significativo nome Voloski kuk, quindi  possiamo immaginare come gli immigrati slavi abbiano potuto collocare il loro mito sull’albero del mondo e sulle due divinità in conflitto che lo abitano.

Mi spiego meglio: questo luogo è la metafora della dimensione mitologica: in fondo al canyon,  si trova il serpente Veles, il dio degli inferi, attorcigliato alla radice dell’albero sacro, mentre sul monte sovrastante si trovano le fronde su cui svetta la reggia di Perun. Anche se a prima vista Trebisca sembra essere più vicina alla sfera di Veles, in realtà ci troviamo direttamente ai piedi del monte Perun ed il ripido pendio a sud che ho intrapreso porta sulla sua vetta.

Questo era il reale confine tra i due mondi, un luogo di scontro tra le due grandi divinità.

Ad avvalorare questa tesi è la presenza di un mulino, probabilmente risalente ad epoche più remote del Medioevo.

La tradizione bielorussa narra che il dio Perun avesse creato i tuoni con l’ausilio delle macine del mulino e per tale ragione, nello scontro mitologico, il mulino rappresenta simbolicamente il luogo in cui il dio del tuono uccise il serpente.

 

Mokos

Tra Veles e Perun si trova Mokos, la ‘Madre Umida Terra’, la dea che simboleggia madre natura e la fertilità. Mokos, la dea Madre, veniva venerata dalle prime comunità agricole e si pensa che abbia radici più antiche di quelle di altre divinità maschili.

Mokos fu anche protagonista nella storia del conflitto divino: originariamente lei era la moglie di Perun, ma si recava ogni anno per sei mesi nel regno dei morti dal suo rivale Veles, di cui era l’amante. Tale cosa influì probabilmente sulla scomparsa del verde e della fertilità nel mondo.

Mokos era la protettrice delle donne ed essendo la padrona della filatura e del ricamo presso numerosi popoli slavi, rimase la tradizione di lasciarle in offerta un filo di lana accanto al focolare affinché la dea madre venisse in aiuto nell’esecuzione di questi lavori.

 

Petrebisca

Questo altipiano sovrastato dal monte Perun ad est, dalla collina Zaglav a sud, dalla dorsale del Monte Maggiore (Ucka) ad ovest e dal canyon Potok a nord, è una conca naturale protetta dal vento, dove accumulava la terra fertile e i corsi d’acqua delle colline circostanti.

Gli immigrati slavi, riconoscendo le qualità di questo paesaggio, crearono aree di pascolo e terreni coltivabili utilizzati ancora oggi.

Questo luogo si trova sulle pendici della vetta di Perun.

Era qui, ai piedi del regno di Perun, sulla terra fangosa e fertile, che pascolava il bestiame di Veles e dove si confrontavano gli dei.

Questa è la storia di questo luogo straordinario, con le sue leggende, gli dei e le credenze di un tempo passato.

Sono rimasta affascinata ed è come se in qualche modo questo posto mi chiamasse.

All’inizio volevo abbandonare per via della strada asfaltata che ad una escursionista proprio non piace, ma qualcosa mi spingeva a proseguire.

Al ritorno ho anche incontrato alcuni cinghiali, alcuni riposavano, altri grufolavano serenamente. Non lo so, ma io nei boschi mi sento come a casa.

La natura, la madre terra, ritrovo molto di me stessa. E questo trekking in una terra straniera, da sola, ricco di storie e leggende tra bene e male, è stato davvero emozionante.

In questa escursione ho portato con me le mie Lowa modello INNOX MID GTX una calzatura sportiva e multifunzionale.

 

 

Parco Naturale Ucka – Monte Maggiore

Il Monte Maggiore (Ucka) è affacciato sul Quarnero e da millenni domina la Riviera di Opatija (Abbazia). Nei secoli scorsi l’Ucka era sinonimo di vita, della diversità della natura, un paradiso con una varietà naturale di specie endemiche animali protette e vegetali.

Vi sono alcune testimonianze della presenza umana circa 10.000 anni fa, qui si insediarono infatti gruppi di cacciatori nomadi.

Troviamo anche monumenti geomorfologici formati dall’acqua e dal vento più di 140 milioni di anni fa, numerose grotte di interesse speleologico e borghi in pietra.

Nella mitologia protoslava, l’Ucka era visto come la casa degli dei, un luogo sacro per i comuni mortali.

Ogni cosa qui ha una sua storia da raccontare che parla di dei, fate, gnomi e persone, piante e animali.

 

1 commento

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