Sono idoli pagani realizzati dai Liguri-Apuani, alti anche un metro e mezzo, che riproducono in maniera arcaica figure umane che, in base alle armi che impugnano, agli amuleti che indossano, all’evoluzione delle linee somatiche (nelle più antiche la distinzione tra capo e tronco è appena percettibile), sono databili in un periodo storico compreso tra l’Eneolitico e l’avanzata età del Ferro.
Riscontri si trovano in Val d’Aosta, in Val Camonica, in Valtellina, in Alto Adige, in Sardegna, in Puglia, in Svizzera, in Corsica, in Francia, nella Penisola Iberica, in Romania e sulle rive del Mar Caspio: un’area di diffusione molto vasta, nella quale coesistono statue antropomorfe femminili e maschili. L’idolo femminile ricorda la Dea Madre mediterranea, simbolo della vita e della fertilità; quella maschile, spesso contraddistinta dalla rappresentazione delle armi (asce e giavellotti), una divinità protettrice.
Il Museo delle Statue Stele, ospitato nel castello del Piagnaro di Pontremoli, raccoglie una cinquantina di queste figure antropomorfe, effigi di pietra diventate ambasciatrici della Lunigiana nel mondo.
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di Enrico Bottino