Dubrovnik ormai è alle nostre spalle, pochi chilometri ancora e giungiamo in Montenegro.
Un senso di mistero aleggia attorno alla sublime bellezza delle Bocche di Cattaro e le cittadine storiche abbarbicate su scogliere di roccia calcarea: qui le montagne cingono il più profondo fiordo del Mediterraneo, dove il mare è di un intenso color indaco. Il poeta Ljuba Nenadovic, abbagliato dal fascino di Kotor e dalla spettacolarità del paesaggio circostante, scrisse “Mi sembra strano che il sole possa tramontare su tale bellezza”. Nulla di più vero!
Kotor, o Cattaro, di origine veneziana, non potrebbe avere una posizione più scenografica.
Il gioco è uno solo: varcare la “Porta del Mare” e perdersi nella città vecchia. Passeggiando per le strette vie si avverte il fascino inalterato nei secoli del centro storico; nella “Piazza d’Armi” si eleva la Torre dell’Orologio, più avanti, oltre un labirinto di vicoli spunta imponente la facciata della Cattedrale cattolica di San Trifone, capolavoro di architettura gotico-romanica.
Ristoranti, boutique, negozi, piazze nascoste, tempi di preghiera cattolici e ortodossi diventano un ricordo quando l’occhio fugge verso le mura possenti che risalgono la montagna alle spalle di Cattaro.
Salendo verso la fortezza le navi da crociera ancorate nel porto diventano sempre più piccole. Kotor si allontana al nostro sguardo ma l’orizzonte su una delle baie più belle dei Balcani si amplia. Lord Byron disse che quando nacque il nostro pianeta, il più bell’incontro tra mare e terra avvenne in Montenegro.
Anche Perast con le sue case dall’aria veneziana ha legato il suo destino al mare.
Il borgo dal glorioso passato conserva ben 16 chiese e 17 palazzi d’epoca, ma l’attenzione è catturata soprattutto dalle due isolette al largo della cittadina: San Giorgio con il suo monastero benedettino adagiato su una barriera corallina naturale e la Madonna dello Scarpello, l’unica isola artificiale di tutto l’Adriatico frutto di un voto.
Si narra che nel 1452, in una notte di tempesta due naufraghi si aggrapparono ad un faraglione dove rinvennero anche una bellissima immagine della Madonna. I marinai miracolati le vollero dedicare un santuario.
In principio era uno scoglio, con l’opera di arginamento e affondamento di velieri in disarmo la superficie si ampliò gradualmente fino a poter ospitare l’attuale chiesa in onore alla Vergine. Ogni 22 luglio si celebra la nascita di quest’oasi di pace unica al mondo.
Le Bocche di Cattaro sono circondate dai pendii dei monti Lovćen e Vrmac, quindi, stanchi del mare, si prende la via delle montagne e ogni curva concede una vista sempre più bella! Nel vicino Parco Nazionale di Lovcén e Orjen, sulla sommità del Jezerski vrh un mausoleo ricorda il poeta e principe vescovo Petar II Petrovic-Njegos, una delle figure più importanti della storia e della cultura montenegrina.
Nell’area protetta sorge Cetinje, antica capitale del Montenegro e seppure oggi il principale centro statale sia stato trasferito a Podgorica, Cetinje rimane incontrastato cuore spirituale e culturale del Montenegro.
Nello Stato poco più grande della nostra Campania, si prova un momento d’intensa spiritualità nella pace del bianco Monastero di Ostrog, il più importante luogo di culto ortodosso del Montenegro, oppure di gioia dopo un tuffo tra le ninfee che inghirlandano l’ampio lago di Skadar.
Il bacino naturale più grande dei Balcani, caratterizzato da ripide montagne, villaggi nascosti, acque cristalline e immense distese di ninfee, è stato dichiarato Parco Nazionale e lungo le rive si affacciano suggestivi borghi, come Rijeka Crnojevica, villaggio conosciuto per il suo splendido ponte in pietra, oppure la nascosta Zabljak Crnojevica che nel XV secolo fu la capitale del sovrano di Zeta, Ivan Crnojevic; oggi, le sue enigmatiche rovine si ergono sul fianco di una collina circondata da pianure verdeggianti.
Spostiamoci più a nord, verso i grandi spazi aperti per ossigenarci ancora di più! Raggiungiamo la montagna selvaggia del Montenegro che si riconosce nel massiccio del Durmitor, caratterizzato da una grande biodiversità, riconducibile alla varietà di ecosistemi e alla presenza di aquile, orsi bruni e lupi.
La riserva primordiale di pini neri, 18 laghi glaciali (il Crno Jezero forse è il più bello), straordinarie cime montuose, 48 delle quali superano i 2.000 metri d’altezza, cascate e indimenticabili panorami rendono unica la natura primordiale e intatta di questo Parco Nazionale.
Riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, lo spettacolare canyon del fiume Tara e il più lungo d’Europa con i suoi 82 chilometri, di cui 60 sono accessibili agli amanti del rafting.
Sempre nelle Alpi Dinariche la statale che costeggia lo strapiombo del Canyon del Piva è un capolavoro dell’ingegneria, attraversa 56 piccole gallerie scavate nella roccia, sopravanzate da balze rocciose di oltre 1000 metri. Lasciamo definitivamente le montagne del Durmitor per dirigerci verso l’incanto del mare, tra città storiche e paesini custoditi in uno dei paesi più giovani e più piccoli d’Europa.
Il monastero di Moraca del XIII secolo, l’elegante Sveti Stefan, la città vecchia di Stari Bar, abitata da illiri, bizantini, veneziani ed ottomani. L’atmosfera mediorientale di Ulcinj rappresenta l’ultima tappa montenegrina. Nei Balcani occidentali la vita è prepotentemente mediterranea, vissuta con passione.
Il prossimo appuntamento è con il Paese dell’aquila bicefala dove cattolici, ortodossi e musulmani possono convivere in un’atmosfera di armonia e tolleranza reciproca. Ma l’Albania è un viaggio nella memoria che affronteremo più avanti.