L’Onu avverte: “Investire su infrastrutture per ciclisti e pedoni è necessario”

18 marzo 2020 - 16:26

Ad affermare questa esigenza è il rapporto “Global outlook on walking and cycling” pubblicato dall’Unep, l’United Nation environment programme.

Investire nelle infrastrutture pedonali e ciclabili per contribuire non solo alla sicurezza delle strade cittadine, ma anche come antidoto al cambiamento climatico. È quanto sostiene l’ultimo rapporto diramato nell’ottobre 2016 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite volto alla salvaguardia ambientale.

Il risultato della ricerca – Global Outlook on Walking and Cycling – si focalizza soprattutto su due elementi: la sicurezza dei cittadini e l’impatto che un maggiore sviluppo della mobilità “green” avrebbe sui cambiamenti climatici.

Ogni anno sono circa 1,3 milioni i casi di decesso per incidenti stradali, di cui circa la metà coinvolge pedoni, ciclisti e motociclisti. Sarebbe proprio la mancanza di adeguate infrastrutture una delle cause principali di questa situazione critica.

In alcuni paesi il rischio è molto elevato, primi tra tutti quelli africani, dove in alcuni casi pedoni e ciclisti sono vittime di oltre il 60% degli incidenti totali. Sudafrica, Kenya, Malawi e Nepal le bandiere nere della classifica.

Il report ha analizzato la situazione di 20 paesi a basso e medio reddito di Africa, Asia ed America Latina, rilevando un’incidenza dei decessi quasi doppia rispetto all’Europa e all’America Settentrionale.

Secondo il responsabile dell’Unep Erik Solheim, la pianificazione tradizionale delle reti di trasporto alimenta lo strapotere dell’autoveicolo, aumentando non solo le emissioni di gas serra ma anche la percentuale degli incidenti e i livelli di inquinamento atmosferico responsabili delle malattie mortali.

I mezzi di trasporto motorizzati causano l’emissione di almeno un quarto dell’anidride carbonica globale. Con questi livelli di crescita – incontrollata in molte aree del Globo, scarsamente controllata in altre – entro il 2050 si rischia di aumentare la percentuale ad un terzo.

Negli stessi paesi in cui il rischio è maggiore, aumenterà il numero e l’utilizzo di veicoli a motore, andando a peggiorare ulteriormente la situazione.

Sul fronte della salute, bronchiti, asma, malattie cardiache, respiratorie e danni cerebrali, sarebbero in aumento proprio a causa delle troppe emissioni, per un totale di circa 7 milioni di morti all’anno.

La proposta dell’Unep in questo scenario si fa tanto radicale quanto necessaria: dedicare agli investimenti per infrastrutture che stimolino la mobilità pedonale e ciclabile, almeno il 20% del budget per i trasporti. Il risultato pianificato sarebbe positivo su tutti i fronti: milioni di vite salvate, calo delle percentuali di gas serra ed inquinanti e conseguente miglioramento nelle condizioni di salute generale.

In apertura: altre strade, altri mezzi. Foto di Piermario

Commenta per primo

POTRESTI ESSERTI PERSO:

LOWA e 3Bmeteo insieme in Amazzonia per sensibilizzare sul cambiamento climatico

Il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano avvia 8 progetti per la mobilità elettrica

La leggenda dei Dirtbagger: gli arrampicatori hippy dello Yosemite Park!