Angela “Selvaggia” Piacente, appassionata camminatrice nel libro “In cammino la vita ha un buon sapore. Emozioni e disavventure da Canterbury a Roma” (Edizioni Dei Cammini) racconta il percorso, compiuto su questa antichissima Strada.
Più di 1800 chilometri narrati in modo semplice, diretto, ma intenso. Ad emergere infatti sono le emozioni, provate dall’autrice stessa lungo il Cammino, animato da un motivazione davvero importante: stop alla violenza di genere.
Attraverso la lettura di questo resoconto di viaggio, i messaggi rivolti alle donne ( e non solo ) sono molteplici. Sono diretti a chi non ce la fa ad alzarsi, a chi sta per arrendersi, a chi non riesce a reagire alla violenza…
E l’autrice, il primo scambio dialogico lo fa con se stessa, perché in fondo basta sapersi sentire, ascoltare, percepire!I sentimenti come la paura, la nostalgia, la rabbia, lo spaesamento, lo stupore, l’allegria … lungo il cammino affaticano, sfiancano e mutano.
“Io viaggio con molta spiritualità, difficilmente prego ma ho un dialogo continuo con Dio, lo sento dentro di me e lo vedo in tutte le buone persone che incrocio. Nei miei cammini passati ho visto luoghi che mi hanno emozionata fino alle lacrime, e persone che hanno letto nei miei occhi la mia anima, hanno viaggiato dentro di me senza invaderla troppo ma in profondità, e con loro ho aperto il mio cuore, i nostri sguardi hanno dialogato, le nostre menti si sono unite in un unico pensiero dell’esistenza di Dio: è uno stato comunicativo che va oltre ogni parola e ogni preghiera”.
Angela è partita da sola, ma riesce a tessere relazioni umani solidali con una certezza dentro la sua anima
“Ho deciso che non voglio più camminare con persone che cercano di spegnere la luce del mio sguardo” e soprattutto ci ricorda “ In cammino come nella vita bisognerebbe avere il coraggio di rimuovere le persone negative : se è pur vero che molte di esse lo nascondono bene, lo tengono giù nel profondo dell’anima e non lo fanno mai emergere, la vita è troppo breve per farsela avvelenare dalle anime buie, e la strada ancora lunga”.
Ecco che lungo il cammino, affiorano nuovi sistemi percettivi che modificano tutto quello che eravamo abituati a considerare come noto.
Non si tratta di chilometri, bensì di percorrere itinerari in profondità. Così l’autrice ci ricorda che “forse il cambiamento spaventa, forse provare a ribaltare le prospettive e scoprirsi in grado di vivere diversamente non è per tutti”
Invece, per tutti coloro che attraverso i propri passi, sono pronti a percepire, accogliere, ricevere Camminare diventa sinonimo di Sinestesia “Non avere fretta di arrivare mi permette sempre di più non solo di apprezzare quello che mi circonda, ma anche di vivere in pieno ogni cosa che i miei occhi vedono, ogni suono”.
Ecco perché si cammina con gli occhi, si sente con i piedi …!
La pioggia della Francia, le montagne svizzere, le colline italiane non evocano soltanto lunghe strade, belle città o panorami indimenticabili, perché per la pellegrina Angela a prevalere sono gli incontri inaspettati sia da parte di chi l’ha accolta, sia da chi ha camminato come lei e anche da chi seguiva i suoi intenti.
Così Angela ha incontrato Grazia Andriola, altra camminatrice che nel 2016 ha cominciato il suo cammino dalla piazza della Basilica di Santa Maria Finibus Terrae, nell’estrema punta meridionale della nostra Penisola, e l’ha concluso, 5.000 chilometri dopo, a Santiago di Compostela. Anche lei, oltre a percorrere moltissimi passi su sterrati, strade, colline e spiagge in luoghi ricchi di storia e cultura dove avvengono incontri straordinari, è testimone di un messaggio importante contro la violenza alle donne e contro il femminicidio.
L’incontro avviene a Massa, e entrambe percorrono in direzione opposta la via Francigena.
Angela a proposito scrive “moltissima gente sta seguendo il suo cammino, il suo impegno, la sua visibilità mediatica, ma in questo momento sto solo aspettando la donna in cammino, voglio che i nostri passi coraggiosi s’incontrino, voglio dirle che sto camminando anche per lei, per rilanciare il suo messaggio”.
Sulle loro maglie da trekking è stampato un hashtag #steptostopviolence e una scritta “We World”. We World, è la onlus che sostiene Grazia nel suo lungo percorso in difesa delle donne. Ognuna riparte per la propria strada, ma in qualche modo insieme.
Ogni incontro, necessariamente, finisce nello “zaino” perché “non è un semplice sacco con cui portare quel poco che serve ma uno scrigno pieno di cose preziose; ogni pellegrino ha il suo, e nel mio ho tanti oggetti ricevuti in dono da portare a Roma, e con essi i volti delle persone che me li hanno donati, i loro sorrisi, i loro abbracci, il loro Bonne Route, buon cammino”.
La consapevolezza e il cuore animano i passi di Angela, e così la traccia sonora cantata da Fiorella Mannoia “ I miei passi” evoca i passi di tutti Noi…“
I miei passi sono il giorno e la notte/Vesciche curate, strade nuove non ancora asfaltate/Sono fermi inchiodati sul ciglio di un pensiero insicuri troppo lunghi o immaginati/I miei passi sono ali spezzate sulla carta strappata una vita dall’inizio immaginata/sono tutto quello che non sono stata. I miei passi sono il mio itinerario…”
Quell’itinerario che si trasforma, ci rende “irrequieti”, ma allo stesso tempo consapevoli che camminare è un inarrestabile moto! E soprattutto che “In cammino la vita ha un buon sapore”.
I miei passi sono il giorno e la notte Vesciche curate, strade nuove non ancora asfaltate Sono fermi inchiodati sul ciglio di un pensiero insicuri troppo lunghi o immaginati I miei passi sono ali spezzate sulla carta strappata una vita dall’inizio immaginata sono tutto quello che non sono stata. I miei passi sono il mio itinerario Le idee di mio padre ma viste al contrario il rumore bellissimo di un giradischi ascoltato per caso a 5 anni Il cortile delle case popolari dove sono nata Una convinzione che poi è cambiata Sono tutto quello ne non sono stata Vivi come la sensazione del tempo che va I miei passi peccati d’ingenuità Chiusi nelle scarpe che porto più grandi di me I miei passi mi portano ancora da te I miei passi severi giudizi Debolezze inaspettate trasformate in vizi. Sono scale appese in aria in un cielo ancora blu Sono facce amate troppo che ora non vedo più La consapevolezza di essere viva Respirando gli affanni Sono fili stesi per asciugarci i panni Vivi come la sensazione del tempo che va I miei passi convinti ma solo a metà Chiusi nelle scarpe che porto più grandi di me I miei passi mi portano ancora da te Vivi come la sensazione del tempo che va I miei passi…i miei passi Chiusi nelle scarpe che porto più grandi di me I miei passi mi portano ancora da te I miei passi sono ali spezzate sulla carta strappata sulla carta strappata sono tutto quello che non sono stata