Parco nazionale del Circeo tra suggestioni, natura e siti archeologici

Il promontorio del Circeo è certo uno degli angoli più affascinanti del Parco, ma non è l’unico a donare emozioni. L'area protetta è attraversata da numerosi sentieri

18 marzo 2020 - 13:18

La Grecia, culla della civiltà occidentale, patria della democrazia e della filosofia, ha proposto qui, nel Circeo, il mito di Ulisse, immortalato nell’Odissea.

Il racconto omerico vuole che Ulisse, nel suo navigare da una sponda all’altra del Mediterraneo, approdasse sulla leggendaria Eea, oggi identificata con il monte Circeo, che svetta sulla pianura e, visto da sud, può essere facilmente scambiato per una vera e propria isola.

Lì Ulisse visse un anno d’amore con la Maga Circe.

Il X libro dell’Odissea racconta che quando il fido Euriloco, inviato in ambasceria presso la corte del palazzo di Circe, tornò riferendo a Ulisse che tutti gli uomini erano stati irretiti e trasformati in maiali, il dio Ermes in persona offrì all’eroe omerico il modo per salvarsi: un’erba di nome moly, che introdotta nella bevanda offerta da Circe, avrebbe reso vano l’incantesimo.

Nell’intrico misterioso dei boschi del promontorio non è difficile immaginare muoversi uomini, avventurosi guerrieri, divinità e maghe con le loro pozioni magiche. Il Circeo è sempre stato fonte d’ispirazione per scrittori del calibro di Orazio, Goethe e Gabriele D’Annunzio; il motivo è più che comprensibile, in un territorio che da sempre è incontro tra natura, storia e mito.

L’incanto del cielo

Un luogo talmente incantato da sembrare frutto della fantasia. La vista è incredibile. Il cielo, la terra e il mare che ci circondano dalla cima del Circeo danno un senso di vertigine, trasmesso non tanto dai suoi 541 metri di altezza, quanto dal fascino straordinario del paesaggio.

Quasi una sindrome di Stendhal al cospetto di una grandiosa opera d’arte della natura. La stessa reazione si prova anche dal basso, osservando questa cartolina, dove il Circeo emerge dal nulla come una fortezza di calcare protesa verso il Tirreno, chiudendo a sud-ovest il Golfo di Terracina con alte pareti invalicabili.

A Nord invece è la dimensione orizzontale a dominare l’ambiente, con i lunghi cordoni di dune che corrono lungo la riva del mare. “Da un paio d’anni – sottolinea

il Direttore dell’Ente Parco, Paolo Cassola – grazie ad un forte impegno progettuale e finanziario anche del Ministero per l’Ambiente, il nostro Ente sta riqualificando l’offerta fruitiva complessiva e in particolare della rete sentieristica”.

Gli appassionati di escursionismo possono oggi addentrarsi nei luoghi più suggestivi del promontorio, per andare alla scoperta del suo preziosissimo patrimonio naturale, archeostorico e paesaggistico.

Su questi percorsi si è provveduto alla sistemazione della segnaletica secondo lo standard del CAI (bandierine bianche-rosse e nuova numerazione a 3 cifre) e all’installazione, presso i principali punti di interesse, della cartellonistica con la nuova mappa dei sentieri e dei servizi.

Il promontorio del Circeo è certo uno degli angoli più affascinanti del Parco, ma non è l’unico a donare emozioni… Una visita dell’area protetta non potrà non prevedere un assaggio delle tipicità locali: dalla mozzarella e carne di bufala, al corposo miele di eucalipto, al ben noto Circeo Doc nelle versioni rosso, bianco e rosato, così come dal variegato comparto orto-frutta di qualità ai prodotti ittici del Lago di Paola. Siamo certi che anche Ulisse avrebbe gradito.

L’incanto della storia

Ogni paesaggio deriva dall’intreccio di elementi naturali e interventi antropici: non se ne discostano nemmeno i 90 chilometri quadrati del Parco Nazionale del Circeo.

L’uomo ha frequentato questo territorio fin dai tempi più antichi. San Felice al Circeo, il principale centro abitato della zona, fu un’antica colonia romana, poi possedimento dei cavalieri templari, feudo dei nobili Caetani e roccaforte pontificia.

Il suo centro storico, che sorge sulle pendici orientali del promontorio, accoglie ancora oggi i visitatori con il fascino delle sue architetture e dell’impianto urbanistico medioevale.

Furono però soprattutto gli interventi di bonifica degli anni ’30 del secolo scorso a modificare il volto del territorio, con il “risanamento” degli 11.000 ettari della Selva di Terracina, per rendere salubri e coltivabili i terreni paludosi.

L’istituzione del Parco Nazionale del Circeo nel 1934 fermò le opere di disboscamento e bonifica dell’agro pontino, che rischiavano di compromettere un ecosistema unico in Italia.

Oggi la Selva di Circe tutela un insieme di ambienti diversi, dove la rete escursionistica e ciclabile consente di ammirare 3.300 ettari di foresta, che veste un abito diverso in ogni stagione dell’anno: sfoggia splendide fioriture in primavera, offre refrigerio d’estate quando le farfalle in volo “riempiono” l’aria, mostra ciclamini in fiore in autunno, fino alle magiche fioriture invernali del prugnolo.

Un’articolata ma semplice maglia di sentieri percorre il bosco.

È possibile fare un percorso ad anello che collega importanti punti d’interesse (nr 15, 14, 10, 9, 5, 7, 10 e 15): il Centro di Documentazione sull’Istruzione e la Sanità delle paludi pontine, la piscina della Verdesca che si trova vicino all’Area Faunistica di Cerasella, ideale per le famiglie con bambini grazie alla presenza dell’area pic-nic e dei recinti con daini e cinghiali.

La Piscina delle Bagnature, la Piscina della Gattuccia e la Lestra della Coscia contribuiscono a creare composizioni diverse per ogni stagione dell’anno.

I laghi costieri e le zone umide, la foresta planiziale, la duna litoranea e l’isola di Zannone, sono ulteriori habitat naturali non degradati.

Questi ambienti sono anche il risultato della sovrapposizione di diversi periodi umani, d’interesse anche paletnologico e paleontologico: in alcune grotte preistoriche – Fossellone, Breuil e Guattari, giusto per citare le principali – sono stati fatti ritrovamenti straordinari, come un cranio umano di Neanderthal (custodito nel museo Nazionale Preistorico Etnografico L. Pigorini di Roma ) e ossa di animali che oggi vivono a latitudini equatoriali.

Lungo lo specchio d’acqua di Sabaudia, in località Palazzo, i resti della Villa di Domiziano (I secolo d.C.), ricordano all’escursionista quanto sia vicino alla Città Eterna. Lo abbiamo detto: l’interpretazione della qualità estetica del paesaggio del Parco è anche il risultato di periodi storici e delle culture che si sono sovrapposte nel tempo.

 

L’incanto dell’acqua

Da dove iniziare per descrivere un ambiente così eterogeneo? La domanda è lecita perché il Parco Nazionale del Circeo, nonostante la superficie sia limitata (8.917 ettari), ha un’enorme varietà di ambienti esclusivi e paesaggi caratteristici.

La grande varietà biologica che ne consegue responsabilizza ancora più il Parco Nazionale nel mantenimento dello stato di conservazione degli habitat e della corretta fruibilità di questo “capitale naturale” della provincia di Latina.

L’UNESCO ha confermato la straordinaria importanza di questi luoghi, da prima inserendo fra le Riserve della Biosfera la Selva di Circe (uno dei più rari e meglio conservati esempi in Italia di foresta di pianura) poi estendendo tale riconoscimento all’intero territorio del Parco.

Nelle depressioni denominate piscine, alberi testimoni del tempo affondano le loro radici nell’acqua.

La più famosa è la Piscina della Verdesca, che si raggiunge in poco meno di mezz’ora dalla località Cerasella: a sinistra, un piccolo ponticello sul fossato consente di entrare in un’area che si allaga dall’autunno alla primavera e riproduce il paesaggio originario della foresta planiziale.

A dividere la foresta di cerro e leccio dalle dune costiere c’è sempre lei, l’acqua, con una delle maggiori zone umide in Europa costituita dai quattro laghi costieri e le pozze ed acquitrini che ad essi si inframezzano.

Aironi, cormorani, folaghe, cavalieri d’Italia, egrette, falchi di palude e falchi pescatori: il birdwatcher, munito di binocolo, può osservare, ascoltare e riconoscere il canto degli uccelli e, nell’area di Fogliano, immortalare i bufali che pascolano circondati da questi bellissimi uccelli.

I confini tra l’acqua e la terra non terminano con l’ambiente lagunare, ma riservano agli escursionisti un’altra perla naturalistica del Parco Nazionale: la bellissima duna litoranea che, con la sua forma a mezzaluna, si estende da Sabaudia verso nord, fino a Capo Portiere.

Alle spalle delle sabbie sottili bagnate dal Tirreno, le dune, che nei punti più elevati s’innalzano di quasi 30 metri, ospitano sul lato esposto alla salsedine marina graziose fioriture di Silene colorata (garofanino delle sabbie) e dell’Eryngium maritimum (eringio marino).

Queste piante pioniere, grazie all’esteso apparato radicale, stabilizzano la sabbia, permettendo lo sviluppo di altre piante colonizzatrici e arbustive, come il lentisco, il ginepro, il mirto e la fillirea.

Il Parco Nazionale, in sinergia con altri enti, ha approntato un sistema di monitoraggio dell’erosione della costa e dello stato di conservazione degli habitat e delle specie della flora e della fauna locale.Nel nostro viaggio a volo d’uccello approdiamo a Zannone, dal 1979 unica isola del Parco Nazionale del Circeo. Dell’arcipelago delle isole Ponziane, Zannone è la più vicina alla costa ed è l’unica ad essere formata da rocce vulcaniche e sedimentarie, risalenti a oltre 200 milioni di anni fa.

Anche qui naturalmente… c’è da camminare.

 

Gli itinerari

Il Parco è attraversato da numerosi sentieri da percorre a piedi o in bicicletta: prodotti antizanzara, cappello e gli occhiali per i ciclisti, fanno parte del kit indispensabile per la visita, in particolare in primavera ed estate.

L’area protetta è visitabile liberamente, tranne la Villa di Domiziano e l’orto botanico di Fogliano cui si accede solo con guida e su prenotazione.

_ Parco del Circeo: la salita al monte Circeo

_ Parco del Circeo: il paradiso naturalistico di Zannone

Notizie utili

Parco Nazionale del Circeo
Sabaudia (LT) Tel. 0773.512240
segreteria@parcocirceo.it
www.parcocirceo.it

 

 

 

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