Patrimonio dell’Umanità UNESCO: Italia in fuga!

18 marzo 2020 - 4:50

Numeri alla mano, siamo in fuga, praticamente irraggiungibili per “densità d’arte”: 59 siti italiani Patrimonio dell’Umanità su 301.338 km² contro52 siti per gli occhi a mandorla su 9.597.000 km². Diciamolo con orgoglio: siamo un vero concentrato d’arte, cultura e natura!

A livello europeo, sulla nostra scia restano solo la Spagna e la Germania, rispettivamente con 46 e 42 siti Patrimonio dell’Umanità, incalzate dalla Francia continentale con 41.

Siamo in testa!

L’Italia consolida la leadership mondiale dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Noi siamo 59 volte unici!

Un merito non da poco considerando che un sito per entrare nella Lista del Patrimonio dell’Umanità, la World Heritage List dell’UNESCO, deve dimostrare di essere unico nel suo genere, in tutto il mondo e di non avere eguali.

Un riconoscimento attribuito attraverso l’azione di due organizzazioni internazionali non governative che lavorano per la conservazione dei beni in tutto il mondo: l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) che s’interessa dei siti naturali e l’ICOMOS (Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti) per i monumenti culturali.

Sono loro a trasmettere al Comitato dell’UNESCO un parere favorevole o contrario all’iscrizione dei siti candidati per la prestigiosa lista Patrimonio dell’Umanità.

Camminare per scoprire i siti Patrimonio dell’Umanità

Da nord a sud, l’Italia è da sempre un’inesauribile miniera di bellezze paesaggistiche e artistiche da conoscere, tutelare e tramandare ai posteri.

Non è certo un caso che la penisola sia infatti in testa alla classifica delle nazioni con il maggior numero di siti Patrimonio dell’Umanità.

Uno dei modi migliori per scoprire questi luoghi è attraversarli a piedi, camminare nella bellezza di questi luoghi non ha prezzo.

 

Prima di oggi

Il Paese più bello del Mondo, la nostra Italia, è ormai un habitué degli uffici dell’UNESCO, la Sicilia poi ne è stata la vera protagonista negli ultimi anni con la registrazione di due siti: “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale” (anno 2015) e “Monte Etna” (anno 2013).

Anche nel 2014 l’Italia ha segnato il suo punto con i “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, un territorio dalle innumerevoli risorse turistiche, dove risiede l’anima del buon vino.

Alcuni di questi siti naturalistici sono stati proposti dalla Commissione Mondiale sulle Aree Protette (WCPA), lavorando spalla a spalla con i membri della IUCN che, come abbiamo visto, è l’organo consultivo sulla natura per il World Heritage Committe dell’UNESCO.

E allora quali sono i siti Patrimonio dell’Umanità da visitare al ritmo lento del camminare?

Sicuramente il primo sito che ci viene in mente è Matera, nominata Capitale europea della Cultura 2019, città che ha vissuto anni di crescita intensi, da città misconosciuta a prima città del Sud ad essere nominata Patrimonio dell’Umanità (1993), oggi impegnata per valorizzare il suo enorme potenziale culturale.

Cantate e amate dai poeti, le Cinque Terre rappresentano uno degli angoli più affascinanti della Liguria.

Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare sono cinque minuscoli borghi marinari, incastonati fra pietra e mare in una caleidoscopica tavolozza di colori, che insieme a Portovenere e all’arcipelago della Palmaria sono stati riconosciuti nel 1997 Patrimonio dell’Umanità.

Sempre nel 1997 anche la Costiera amalfitana venne inserita dall’UNESCO nella Word Heritage List.

Per certi aspetti questo tratto di litorale affacciato sul Tirreno è simile alle “terre verticali” delle Cinque Terre, un balcone sospeso tra il mare blu cobalto e le pendici dei monti Lattari, in un rincorrersi di promontori tra spiagge, borghi e terrazze coltivate ad agrumi, viti e ulivi.

Altro paesaggio unico al mondo è sicuramente la Val d’Orcia (2004), terra toscana ricca di colori e di atmosfere, di profumi e di sapori, un puzzle d’arte, storia e natura che da sempre seduce i suoi visitatori.

Nella prestigiosa lista Patrimonio dell’Umanità sono entrati a pieno diritto anche i “Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia” (2003), che con i loro percorsi devozionali raccontano episodi delle Sacre scritture attraverso interessanti complessi architettonici immersi nei magnifici luoghi circostanti formati da colline, foreste e laghi.

Altro luogo da camminare, Patrimonio dell’Umanità, è Monte San Giorgio, un sito transnazionale che rappresenta la migliore testimonianza fossile di vita marina del periodo Triassico, ed è per questo che l’UNESCO l’ha iscritto nel World Heritage List nel 2007.

L’eccezionale importanza dei ritrovamenti paleontologici di 240 milioni di anni fa hanno permesso di studiare l’evoluzione di alcune specie animali e vegetali.

Anche le Dolomiti (2009) forniscono uno spaccato della vita marina nel periodo Triassico, all’indomani della più grande estinzione mai ricordata nella storia della vita sulla Terra.

Le dolci praterie e la verticalità delle crode compongono un quadro di un fascino senza uguali per questo sito dell’UNESCO, nove sistemi montuosi che mostrano una serie di paesaggi montani unici al mondo, di eccezionale bellezza naturale per una vacanza nel segno dell’autenticità.

Le Dolomiti come anche le Isole Eolie (2000) sono siti fondamentali per sensibilizzare l’opinione pubblica all’importanza della conservazione della biodiversità.

Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea sono le sette isole dell’arcipelago delle Eolie dall’incomparabile bellezza e varietà paesaggistica ma anche in perenne evoluzione, capaci di conservare le vestigia del passato e di restituirle perfettamente conservate.

 

L’importanza di un bollino

Lo sappiamo, il “bollino” dell’UNESCO è qualcosa di più di un semplice riconoscimento, infatti i siti Patrimonio dell’Umanità acquisiscono maggiore notorietà, prestigio e reputazione, soprattutto nell’ambito dei beni culturali, grazie anche alla fiducia incondizionata della gente verso questo organismo internazionale che gode di una grande e diffusa reputazione.

Il “brand UNESCO” può decidere il successo turistico ed economico di un territorio o di un bene.

Altro motivo di non secondaria importanza è la tutela del bene: un sito che diventa Patrimonio dell’Umanità, in quanto tale impegna tutta la comunità internazionale a prendersene cura e intervenire per salvaguardarne le tradizioni, l’identità e la cultura ad esse legato.

Tra i vari compiti che sono stati assegnati all’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, c’è anche la valutazione dello stato di conservazione dei 228 siti naturali World Heritage List dell’UNESCO e valutando le loro potenzialità e prospettive per mantenere i loro valori di patrimoni mondiali.

Il monitoraggio IUCN Patrimonio Outlook fornisce una valutazione indipendente di tutti i siti contemporaneamente ogni tre anni e riconosce gli sforzi e i meriti dei siti ben gestiti.

Il livello di minaccia ambientale è specificato su quattro possibili categorie: molto basso, basso, alto o molto alto.

Analizziamo i dati del 2014: le prospettive di conservazione per i due terzi di tutti i siti elencati per i loro valori naturali è “buono” (63%), oppure “buono con alcune preoccupazioni” (noi diremmo “buono con riserva”), mentre per il 29% dei siti le prospettive sono di “significativa preoccupazione” e, infine, per un 8% la prospettiva è “critica”.