Anche oggi, in tempi frenetici e affannati, è possibile riscoprire il passo tranquillo degli antichi pellegrini che si muovevano verso mete dello spirito. Un lento andareadatto anche a chi non è credente.
Italia terra di navigatori, poeti e santi! Piemonte terra di… navigatori, beh, non proprio, non è che il mare sia proprio cosa di queste parti. Poeti, beh, certo, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Santi, non c’è dubbio, anche perché la geografia del luogo aiuta senz’altro.
Aprite uno stradario del Piemonte e, ad occhi chiusi, puntate un dito lasciandovi guidare dal caso. Vi accorgerete immediatamente che le probabilità di toccare un luogo sacro sono decisamente alte. Tutto il territorio è punteggiato da chiese, abbazie, certose e svariati luoghi di culto a volte abbandonati a sé stessi, a volte perfettamente restaurati e visitabili. La maggior parte sono comodamente raggiungibili tramite strade asfaltate, ma alcuni sono posti alla fine di lunghi sentieri montani, di difficile accesso e noti solo a pochi intenditori.
Si può scoprire, però, che anche le località situate nel cuore di una viabilità affollata sono raggiungibili in qualche modo a piedi, tramite sentieri che attraversano lembi di natura. Ed è così che nascono le grandi vie di pellegrinaggio: dai piccoli sentieri processionali dei paesi che in qualche modo si sono fusi creando così veri e propri trekking religiosi della durata di più giorni. Come la famosa Via Francigena che puntava in direzione di Roma giungendo dalla lontanissima Canterbury, in Inghilterra.
In Piemonte esistono numerosi piccoli tracciati che portano a luoghi di culto, perché a volte è sufficiente percorrere pochi passi per scoprire di essersi lasciati alle spalle il traffico e l’asfalto, per immergersi in un angolo di pace e serenità, avvolti in una natura a volte solitaria e rinfrancante. Una boccata di ossigeno senza dover affrontare lunghi viaggi verso mete lontane.
Non sempre, purtroppo, questi tracciati sono però facilmente percorribili. Un po’ l’incuria ed il disinteresse di chi dovrebbe curarli, un po’ il fatto che sono poco battuti, li fanno troppe volte diventare un vero labirinto di segnali pendenti e vegetazione invadente. Sta a noi percorrerli con sempre più passione, poiché è solo con l’utilizzo che possiamo rendere ancora vivi questi tracciati.
Come antichi viandanti verso i luoghi dello spirito
Da Nord a Sud, non c’è che l’imbarazzo della scelta sul dove camminare poiché il Piemonte rappresenta uno scrigno di edifici sacri.
Nel comune di Biella si trovano i Santuari di Oropa e di San Giovanni d’Andorno. Il primo si trova ai piedi del Monte Mucrone ed è legato al culto della Madonna Nera, raffigurata in una statua che si dice sia stata scolpita da San Luca e portata qui nel IV secolo. Il secondo si trova in Valle Cervo, i primi documenti sono del XVII sec. ma narra la tradizione che già in precedenza si venerava, in una grotta, il simulacro del santo. Le due località sono unite dal “Tracciolino”, un sentiero percorso da processioni religiose. Un tracciato facile che attraverso ambienti naturali assai diversificati porta a punti di vista spettacolari.
Più a Sud arriviamo in Val di Susa, sui passi di Carlo Magno che la percorse nel 773 d.C. con il suo esercito. Seguendo il suo tragitto troviamo la Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte, e l’affascinante Certosa di Montebenedetto posta all’interno del Parco naturale Orsiera-Rocciavrè.
La prima, arroccata sulla roccia, svetta visibile fin dalla pianura e la sua magnificenza sembra abbia ispirato l’ambientazione de “Il nome della rosa” di Umberto Eco. La seconda è una rara perla architettonica poiché poche Certose sono giunte intatte fino a noi. Sconvolta da un’alluvione nel 1473, venne abbandonata giungendo immutata nelle sue linee di purezza, immersa in un ambiente naturale che ne esalta la bellezza.
Spostandosi nel Monferrato si trova forse il maggior numero di edifici sacri, vuoi per la dolce morfologia, vuoi per la bontà dei vigneti. In particolare nell’area collinare che divide Castelnuovo Don Bosco dall’Abbazia di Vezzolano si trova un percorso che ben si avvicina all’idea di pellegrinaggio: quasi sempre su sterrate, tocca quattro chiesette di origine medioevale nel giro di sei chilometri. Chiesette senza rilevanza nazionale, ma che proprio per questo ci avvicinano allo spirito degli antichi viandanti.
Poco prima di raggiungere le Alpi del mare, in Valle Maira, si trova un gioiello incastonato tra le montagne e ben celato da strade tortuose. Il Vallone di Elva, in cui è stato girato il film “Il vento fa il suo giro” di Giorgio Diritti, cela nella sua parrocchiale il fantastico ciclo di affreschi di mano fiamminga, attribuiti a Hans Clemer, giunto tra questi monti alla fine del 1400 per motivi rimasti a noi ignoti, ma che ci hanno donato una magnifica opera d’arte immersa in un ambiente unico.
Le antiche chiese romaniche, oggi come un tempo, diventano veri e propri punti di riferimento per un viaggio che può essere spirituale o sportivo, ma che di certo non lascia indifferenti, arricchendo la mente e lo spirito dell’uomo moderno. Non importa se crediamo o no: riprendiamo a camminare come gli antichi pellegrini, poiché a passo lento si ha il tempo di crearsi un sogno.
Testo di Annalisa Porporato, foto di Franco Voglino