Il territorio del GAL Terra dei Messapi attraversa sinuoso il Salento delimitando la pianura brindisina e costruendo un collegamento viario che va dall’Adriatico fino a toccare quasi lo Ionio sul versante occidentale. Adatto ad essere percorso in ogni stagione dell’anno, magari lentamente, a piedi o in bicicletta, offre al visitatore una grande varietà di aree naturalistiche e tracce dell’intervento dell’uomo nel corso dei secoli. Delle antiche foreste che un tempo ricoprivano la zona, restano oggi ampie porzioni, alcune protette, come la Riserva Naturale Regionale del Bosco di Cerano, facilmente accessibile da San Pietro Vernotico e da Torchiarolo.
Dotata di un’accurata segnaletica, la Riserva si sviluppa lungo il canale Siedi, a portata stagionale, e, con i suoi 1158 ettari, comprende anche la zona agricola, coltivata soprattutto a oliveti e vigneti, a sud del bosco in agro di San Pietro Vernotico. La vegetazione dell’area protetta è costituita soprattutto da lecci, con olmi campestri, carpini neri e roverelle, più un sottobosco di macchia mediterranea con essenze di mirto, lentisco, fillirea e alatri; conta anche gli eucalipti e la pineta oltre la strada litoranea salentina, che risalgono alla metà del Novecento. Fra gli animali che la popolano, molti piccoli roditori, rettili come il biacco e il colubro leopardino, volpi, tassi e una ricca avifauna, con oltre 60 specie di cui 28 nidificanti – soprattutto passeriformi: occhiocotto, cardellino, fringuello, capinera, usignolo – e molti rapaci, diurni e notturni.
Nel comune di Cellino San Marco troviamo due aree boschive di grande interesse naturalistico. Il primo, Bosco di Curtipetrizzi di circa 60 ettari e delimitato da muretti in pietra a secco, è segno visibile di ciò che resta della grande foresta Oritana, foresta che un tempo ricopriva larga parte della penisola salentina. Qui è possibile ammirare querce secolari come la Vallonea o Ilex, lecci e roveri che dominano un fitto sottobosco costituito principalmente da esemplari di rovo, amilacee, di lentisco, mirto, ilatro e altre essenze tipiche della macchia mediterranea. L’area è inoltre interessata dalla permanenza temporanea di specie faunistiche migratorie. Il secondo, rappresentato dal Boschetto LiVeli dal forte valore identitario per la comunità cellinese, presenta diverse specie arboree quali Pinae e Quercus ed offre rifugio ad una serie di uccelli quali: tortore, upupe, fringuelli, merli, tordi, colombacci, beccacce, etc).
Continuando il nostro viaggio nella Terra dei Messapi troviamo poi il bosco di Sant’Antonio alla Macchia, una pineta di pino d’Aleppo di 37 ettari nel comune di San Pancrazio Salentino, nata negli anni Cinquanta per valorizzare l’omonimo santuario, che sorge su una grotta basiliana. Altra particolarità della stessa zona è la presenza della macchia mediterranea, con fiori ed orchidee selvatiche e in contrada Caragnuli, suggestive grotte, alternate a cave tufacee, che danno vita a un paesaggio aspro e suggestivo. Un’area in fase di studio e di valorizzazione che conserva il suo aspetto inalterato e incontaminato.
Ancora pini d’Aleppo, accanto a lecci, noci e macchia mediterranea si annoverano tra le specie vegetali nella pineta La Tagliata di Mesagne, ribattezzata nel 2007 Parco Baden-Powell in onore del fondatore del movimento scoutistico. Il Bosco Bottari di Francavilla Fontana, 32 ettari su territorio roccioso racchiusi da muri di pietra a secco, è considerato habitat di interesse comunitario perché vanta alcuni esemplari di fragno (Quercus trojana), una quercia tipica dell’area balcanica che in Italia si trova solo nelle Murge di sud est.
Sempre nel territorio di Francavilla Fontana, sono presenti alcune delle specchie che caratterizzano il territorio salentino. Ne è un esempiola specchia Giovannella, una costruzione in pietra ad anello, di 30 metri di diametro, che domina la pianura sottostante. Le altre specchie prendono il nome delle zone in cui sono ubicate: la specchia Castelluzzo e la specchia Calò. Si pensa che le specchie, questi antichi cumuli di pietra di dimensione e forma variabile, realizzate con i residui dello spietra mento del terreno, avessero funzione di luoghi di avvistamento come testimonierebbe il nome, derivante dal latino specula (osservatorio).
Infine a Latiano troviamo il boschetto degli Scaracci, non lontano dall’omonima masseria. Cinto da muretti a secco, è caratterizzato dalla presenza di Querce da sughero (Quercussuber), che si ergono fra i lecci, le roverelle, la fitta macchia mediterranea del sottobosco e da alcune vore e inghiottitoi. Delle paludi che infestavano la regione nei primi anni del novecento oggi restano solo alcune zone umide, preziose per le specie che ospitano. Come la Quatina di circa 5 ettari tra San Pietro Vernotico e Torchiarolo, non lontana dalla costa. L’area costituita da una zona paludosa, ricca di acque durante il periodo invernale e asciutta quasi del tutto in estate, presenta una fitta vegetazione costituita per lo più da canneti e da alcuni esemplari di giunchi tra i quali sostano le specie avifaunistiche migratorie. Spostandoci verso l’interno troviamo un’altra area interessante per l’osservazione di diverse specie di volatili: Li paluli. Un’area naturale di grande pregio naturalistico per la presenza di numerosi esemplari di uccelli migratori a San Donaci.
Percorrendo la Terra dei Messapi nelle aree più a nord è possibile poi incontrare il Canale Reale, uno dei rari corsi presenti nel Salento, lungo 48 km che sorge nel Comune di Villa Castelli e sbocca nel mar Adriatico nei pressi dell’oasi naturalistica di Torre Guaceto. Il secondo canale più importante dell’area è il canale ‘Nfocaciucci a Torchiarolo che sfocia anch’esso nel mar Adriatico un po’ più a sud del Canale Reale. Entrambi sono circondati da un fitto cannetto, da vegetazione spontanea ed essenze vegetali tipiche della macchia mediterranea e sono rifugio di lepri, volpi, ricci, pettirossi, falchi e altri piccoli mammiferi.
Sul piccolo lembo di costa adriatica che bagna la Terra dei Messapi tra Torchiarolo e San Pietro Vernotico è possibile ammirare il paesaggio marino costituito da spiagge di sabbia finissima, bassa costiera e sistemi dunali (Torre San Gennaro e Lendinuso). Tutta l’area infine è disseminata da tipiche costruzioni rurali quali casali, masserie storiche, alcune abbandonate, altre convertite in strutture ricettive e masserie didattiche, muretti a secco, torri, piccole chiese rurali, simbolo dell’inventiva e della operosità contadina che si alternano a oliveti sempre verdi e ordinati filari di vitigni.
INFORMAZIONI UTILI
GAL TERRA DEI MESSAPI Via Albricci 3, 72023 Mesagne (BR) Telefono 0831.734929 Fax 0831.735323
COME ARRIVARE
In Auto Da nord: imboccata l’autostrada A14 (Bologna – Taranto) prendere l’uscita Massafra. A questo punto proseguire per SS7 e uscire a Latiano Est; da qui continuare seguendo le indicazioni per Mesagne. Da sud: imboccata l’autostrada A3 uscire allo svincolo di Sibari/Bari. Proseguire per Taranto sulla SS106 poi in direzione Brindisi sulla SS7, l’uscita è Latiano Est. Da qui continuare seguendo le indicazioni per Mesagne. In Treno Attraverso la linea di Trenitalia è possibile raggiungere la Terra dei Messapi dalla stazione di Brindisi e, andando verso Sud, fermarsi nella stazione di San Pietro Vernotico; se ci si sposta sull’asse est-ovest, verso Taranto, si incontrano le stazioni di Mesagne, Latiano e Francavilla Fontana. Grazie alla linea Sud-Est, partendo da Lecce la ferrovia attraversa il Comune di San Pancrazio Salentino. In Aereo Dall’aeroporto di Bari (130 Km). Dall’aeroporto di Brindisi (20 Km).
Nel territorio del GAL Terra dei Messapi (Gruppo di Azione Locale) abbiamo individuato sei itinerari per cambiare il consueto modo di procedere, non limitato alle emergenze storico-culturali e artistiche dei centri storici ma anche ai sapori e ai luoghi della campagna: saranno loro a segnare le tappe dei nostri percorsi nella terra dei messapi. I beni ambientali e paesaggistici, le risorse storicoartistiche e culturali, le tradizioni e le attività produttive diventano un punto di arrivo, un punto di partenza, una meta da raggiungere per godere il territorio circostante. Nel portale sono presentati tre percorsi rurali tematici – via appia, limitone dei greci, me(s)sapi di vino – e tre percorsi nei centri storici – riccioli d’oro, a passo lento fra gli Ulivi, cuore di pietra – che, nel loro complesso, ci offrono una visione d’insieme del territorio e dei suoi elementi d’interesse turistico.
_ l’itinerario “Cuore di pietra”
_ l’itinerario “Messapi di vino”
_ l’itinerario “Riccioli d’oro”
_ l’itinerario “A passo lento”
_ l’itinerario “La Via Appia”
_ l’itinerario “Limitone dei greci”