Regione Lazio: passi nella storia

18 marzo 2020 - 16:29

La costruzione delle prime vie di comunicazione iniziò con le strade consolari, municipali e vicinali realizzate dai Romani, piccole e grandi strade che nel tempo hanno assoltola funzione storica di scambio tra civiltà diverse e di luogo d’incontro.

A distanza di duemila anni, grazie alla rete di Cammini e progetti di riqualificazione del territorio e delle sue eccellenze, anche agroalimentari, l’escursionista può scoprire paesaggi affascinanti e ammirare espressioni artistiche e monumentali che sono frutto di anni di storia e di cultura del nostro Paese.

Prima capitale politica del mondo antico, poi capitale spirituale della cristianità occidentale, Roma è caput mundi “la città” per antonomasia, dove si riuniscono tutte le vie. Da più di duemila anni l’Urbe è crocevia di itinerari che si irraggiano a nord verso l’Europa continentale e a sud verso il Mediterraneo.

Le strade consolari, nate per gli eserciti, i commerci e la buona efficienza dell’amministrazione statale romana, sono divenute nei secoli le direttrici lungo le quali si spostavano i pellegrini, viandanti per la devozione religiosa, dal nord Europa verso Roma e da lì ancora più giù, verso i porti dove ci si imbarcava per la Terra Santa.

Il Lazio è il territorio che tutte queste direttrici viarie attraversavano prima di confluire a Roma, dipanandosi come una ragnatela che irraggia le aree della regione più ricche di fascino sotto l’aspetto naturalistico, paesaggistico, storico, artistico e culturale.

Negli ultimi anni l’amministrazione regionale si è impegnata a valorizzare in ottica turistica questa rete di storici percorsi, dando vita a un vero e proprio Sistema dei Cammini del Lazio, che oggi si presenta come uno straordinario patrimonio a disposizione degli appassionati di turismo lento, in grado di condurre alla scoperta di aree di eccezionale bellezza e interesse, rimaste sino ad oggi relegate “nell’ombra” dalla fama indiscussa della Capitale.

Il lancio in grande stile del sistema dei Cammini del Lazio, non poteva che coincidere con l’Anno Santo, occasione perfetta riprendere la millenaria tradizione dei pellegrini e dei viandanti, visitando, lungo le antiche direttrici, i luoghi meno conosciuti del Lazio, per raggiungere la Porta Santa.

I principali Cammini di fede del Lazio sono quattro: la Via Francigena nel nord, da Proceno (Vt) ai confini con la Toscana a Roma; la Via Francigena nel sud, da Roma a Minturno e a Cassino, ai confini con la Campania e il Molise; il Cammino di Benedetto, che attraversa il Lazio dal territorio di Leonessa (Ri) a Montecassino e il Cammino di Francesco, alla scoperta dei luoghi dove visse e predicò il Poverello di Assisi, dall’Umbria a Roma attraverso la Valle Santa reatina.

Cammini a 360 gradi

Luoghi storici e religiosi, natura e cultura, l’elevata qualità della tavola e le attività outdoor rimangono tra le prime motivazioni di viaggio lungo i Cammini storici.

Con la Francigena del Nord, dai confini con la Toscana si va incontro alla Tuscia e alla vicina Maremma laziale, un paesaggio rurale dove è facile incontrare butteri e mucche al pascolo; aziende agrituristiche, maneggi, scuderie e centri ippici che consentono lezioni di equitazione e piacevoli passeggiate a cavallo.Percorrendo la Via Cassia si può osservare dall’alto il Lago di Bolsena dove si pratica pesca, vela e windsurf; costeggiandone, invece, le rive si può pedalare da Montefiascone fino alle rovine di Bisentium.

Lago di Bolsena

Più a sud, nella Valle del Liri, tra il verde delle colline e gli affascinati borghi storici inondati di sole, si segnalano altri interessanti giri in bicicletta: l’itinerario nei borghi di S. Oliva e Monticelli, l’itinerario colle della Menola – torretta della forestale, quello più impegnativo che dalla magnifica abbazia di Montecassino procede verso la linea Gustav.

Restiamo sulla Francigena del Sud: in località prossime all’antica via si possono praticare attività più ardimentose del semplice camminare. Mani forti, ferme, afferrano le più effimere sporgenze della roccia: non sono grandi pareti e montagne famose, ma brevi ascensioni tecniche, come la falesia di Grotti nella Valle del Salto, le 296 vie di arrampicata di Sperlonga e le pareti alle spalle della spiaggia dell’Arenauta (Gaeta).

Torre la Mola, Formia

L’ebrezza del vuoto fanno del free climbing e del parapendio due degli sport più spettacolari del nostro tempo: Norma, sui Lepini, Roccasecca dei Volsci sugli Ausoni e Sperlonga nell’area degli Aurunci, sono punti di decollo ideali per gli appassionati di deltaplano e di parapendio. In Ciociaria i siti migliori per praticare il volo libero sono Monte Scalambra presso SerroneTre Ponti Superiori di San Donato Val di Comino e Monte Cairo vicino a Terelle.

Le mura di Rieti

A nord-est del Lazio, in provincia di Rieti, invece, la scuola di volo di Poggio Bustone propone anche voli turistici in biposto. Nei luoghi della natura e della pace, quasi al confine dell’ascesi religiosa, il torrentismo e il rafting sui fiumi Nera e Velino sono sport che consentono di avvicinarsi a luoghi davvero incontaminati. Contigliano, borgo che sorge lungo il Cammino di Francesco, rappresenta il punto di riferimento per questi sport acquatici estremi.

Sempre nella Valle Santa, a Rivodutri, Cammino di Benedetto, vengono organizzate escursioni in mountain bike, voli turistici e lanci con parapendio biposto. Dai laghi Lungo e Ripasottile partono Sentieri Natura intervallati da capanni per l’osservazione dell’avifauna.

Il lago di Ripasottile

I rilievi del Terminillo e la Leonessa sono invece un punto di richiamo importante nella vita dei vacanzieri della neve. La regione è ricca di spunti, idee e suggerimenti per assaporare l’outdoor tutto l’anno, troverete sicuramente l’attività a voi più congeniale consultando il sito www.visitlazio.com

Testo di Serafino Ripamonti, foto di Michele Dalla Palma e Agenzia Regionale