In viaggio nel Salento: la Terra dei Messapi

18 marzo 2020 - 3:16

Sulla scia delle antiche rotte navali dei Micenei, la prima terra che dopo la traversata egea appariva all’orizzonte era quella salentina.

Per identificarla i Grecila chiamarono Messapia, la “terra tra le acque”. Qui, la campagna è il luogo dell’infinito, del passato e del presente, quello descrittivo, contemplativo; ospita i borghi, dove l’architettura sacra e profana racchiude la storia e la conserva. Il cammino lungo la terra dei Messapi, dove il sole abbaglia, sancisce il tempo della cultura agreste. Scopriamola!

Dalla preistoria alla misteriosa e affascinante Civiltà messapica, fino al medioevo e all’età moderna, siti archeologici, chiese, palazzi, fortificazioni e monumenti testimoniano il destino di un territorio che da sempre è punto di incontro e scambio fra popoli e culture. Furono i Greci a chiamare il Salento, la prima terra che incontravano dopo la traversata egea, Messapia, ovvero terra fra le acque, così come la Mesopotamia era la terra fra i due fiumi, il Tigri e l’Eufrate. Qui, fino alla conquista romana, che ne causò l’immediato declino, fiorì la civiltà dei Messapi, dalle caratteristiche uniche nel panorama italiano, ancora in parte avvolte nel mistero.

Fra le testimonianze del popolo dei Messapi sopravvissute fino ad oggi spicca l’antica città di Scamnum, oggi Muro Tenente, nel mesagnese. Ciò dimostra che la zona era abitata già nel Neolitico, fra il IX e il III millennio a.C., ma è nell’Età del Ferro che inizia una continuità abitativa, in capanne, che si estendono per circa 9 ettari e che diventano addirittura 50 in Età Ellenistica, momento della massima fioritura. Appartengono a questo periodo le fortificazioni all’origine del toponimo Muro. Anche qui, con la colonizzazione romana iniziò la decadenza, fino al totale abbandono medioevale. Risale invece all’VIII secolo l’antica città di Valesio a Torchiarolo. Centro messapico, poi greco e successivamente romano (Baletium) è ricordato da Strabone come Balesium e da Plinio, nel I secolo d. C. come “Oppidum” (città fortificata) raggiunge il massimo splendore tra il VI e il I secolo a.C. come città federata con le poleis messapiche disseminate in tutta la penisola salentina.

A testimonianza dell’importanza nell’economia della penisola salentina della città di Valesio, alcuni ritrovamenti testimoniano che il centro abitativo coniava una propria moneta. Scendendo verso sud-ovest incontriamo un’altra area archeologica messapica importante ed è quella ubicata in località “Li Castelli nel comune di San Pancrazio Salentino, dove le ricerche archeologiche hanno portato alla luce i resti di un villaggio a capanne dell’Età del Ferro (VIII-VI secolo). Alla fine del IV sec. a.C. un forte processo di urbanizzazione determina la nascita di un centro fortificato di notevoli dimensioni.

Viaggiando tra i secoli di storia due sono i modelli di sviluppo che nel tempo si sono avvicendati su queste terre; da un lato il modello feudale che ha avuto, tra la fine del Seicento e per tutto il Settecento, il suo epicentro intorno al territorio di Francavilla Fontana, per il quale esiste un sistema di ville, masserie con abitazioni gentilizie, case nobiliari di campagna e palazzi urbani di grande valore architettonico e storico. D’altra parte il territorio è caratterizzato, là dove l’economia si spostava nelle zone periferiche e agricole, da insediamenti arcaici, mai soppiantati del tutto dalla “modernizzazione” portata in Puglia dal barocco. In questa seconda configurazione insediativa il paesaggio è stato fortemente caratterizzato dal valore degli insediamenti rupestri, formatisi dall’ondata migratoria dei monaci basiliani, che hanno cominciato a fuggire dai territori dell’attuale Turchia a causa della furia iconoclasta che si era scatenata in tutto il vicino Oriente a partire dal VI e VII secolo d. C.

San Pancrazio Salentino, Grotta dell’Angelo

Sempre su questo profilo storico-antropologico si innesta il valore archeologico dei siti messapici, che risultano ancora oggi vivi nel sistema di permanenza identitario proprio in quegli ambiti territoriali che non hanno vissuto, se non in maniera marginale, l’instaurarsi del potere dominante in epoca barocca e tardo barocca. Gli itinerari individuati dal GAL Terra dei Messapi vogliono esaltare questa doppia valenza presente nel territorio:

  1. “Terre arcaiche”, in cui la pietra rispondeva alla natura
  2. “Terre moderne”, in cui la pietra ha obbedito alla volontà umana

Per ciò che riguarda le “Terre arcaiche” gli itinerari sono generalmente costituiti da una fruizione a larga scala, sia per la presenza diffusa sul territorio dei resti e delle testimonianze storiche, sia per il carattere sistemico che ne permette una possibile lettura organica. In riferimento alle “Terre moderne”, invece, c’è da sottolineare come questa modernità, l’ultima in termini di innovazione sistemica, portata dal barocco e tardo barocco sia presente sostanzialmente nei Comuni più settentrionali della Terra dei Messapi.

Torre Lo Muccio

Ne costituisce un esempio lampante il centro storico di Mesagne, a forma di cuore, comprendente il sito archeologico messapico di Vico Quercia, con sei tombe a semicamera (III-II sec. a.c.) protette da muri e coperte da lastroni, porzioni di una cinta muraria e di un tracciato stradale. Il complesso, di grande importanza storica, è in parte a cielo aperto e in parte al di sotto di due fabbricati e fruibile attraverso pavimenti in vetro strutturale. Un dei padri domenicani, a Latiano, è di origine rinascimentale ma è stato più volte rimaneggiato.

Al portale originario, con un arco a tutto sesto arricchito da rosette scultore e da una chiave di volta, ne è stato aggiunto un altro, l’interno ha volte a botte e a crociera e del complesso fa parte anche l’attigua chiesa del Santo Rosario. Negli ambienti dell’ex convento oltre a trovare spazio l’Info Point rurale del GAL Terra dei Messapi, sono stati riuniti gli allestimenti di due importanti musei (quello delle arti mestieri, stoffe e abbigliamento e quello del sottosuolo) costituendo così un importante polo museale nel panorama brindisino.

O mausoleo? Non si conosce bene ancora la funzione originaria del tempietto di San Miserino a San Donaci, i cui capitelli in stucco suggeriscono una datazione intorno al VI secolo a.C. Di impianto ottagonale inscritto in un quadrato esterno, con cupola centrale e quattro nicchie semi-circolari sugli assi obliqui più due rettangolari sugli assi principali, prenderebbe il nome dall’ecclesiam sancti Matini in loco Monticelli citata in un documento del 1233.

Tempietto di San Miserino

Sintesi della storia di questa terra, Francavilla Fontana, abitata fin dalla preistoria, come mostrano le tracce neolitiche e messapiche, è stata anche soprannominata Città degli Imperiali, in onore dei prìncipi (attenzione nella traduzione inglese che non venga tradotto con princìpi) che la dominarono ininterrottamente per due secoli e la portarono al suo massimo splendore. Il castello dove abitavano risale al 1450, costruito da Giovanni Antonio Orsini del Balzo, ma deve il suo aspetto attuale appunto agli Imperiali, che lo modificarono nel XVIII secolo. Di pianta rettangolare, circondato da un fossato, è caratterizzato da un loggiato barocco.

 

Outdoor nella Terra dei Messapi

Nel territorio del GAL Terra dei Messapi (Gruppo di Azione Locale) abbiamo individuato sei itinerari per cambiare il consueto modo di procedere, non limitato alle emergenze storico-culturali e artistiche dei centri storici ma anche ai sapori e ai luoghi della campagna: saranno loro a segnare le tappe dei nostri percorsi nella terra dei messapi.

I beni ambientali e paesaggistici, le risorse storicoartistiche e culturali, le tradizioni e le attività produttive diventano un punto di arrivo, un punto di partenza, una meta da raggiungere per godere il territorio circostante. Nel portale sono presentati tre percorsi rurali tematici – via appia, limitone dei greci, me(s)sapi di vino – e tre percorsi nei centri storici – riccioli d’oro, a passo lento fra gli Ulivi, cuore di pietra – che, nel loro complesso, ci offrono una visione d’insieme del territorio e dei suoi elementi d’interesse turistico.

Cuore di Pietra, il centro storico di Mesagne

Sulle strade del vino

Riccioli d’oro: alla scoperta di Francavilla Fontana

Salento, Latiano: a passo lento fra gli ulivi

La Via Appia verso Brindisi

Scoprire il Salento: Limitone dei Greci

INFORMAZIONI UTILI

GAL TERRA DEI MESSAPI
Via Albricci 3, 72023 Mesagne (BR)
Telefono 0831.734929
Fax 0831.735323

Regione
Puglia
Popolazione
123.483 abitanti
Superficie
558,63 km2
Densità
221,05 abitanti/km2
Province interessate
Brindisi
Comuni
Cellino San Marco, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico e Torchiarolo.
Territorio
Il comprensorio del GAL è per l’86% della sua superficie considerato non litoraneo e tutti i suoi otto comuni sono classificati come pianeggianti.
Presenza di aree protette
2 Siti di Importanza Comunitaria: Bosco Tramazzone e Bosco Cutripetrizzi.

Latiano, Palazzo Imperiali

COME ARRIVARE

In Auto
Da nord: imboccata l’autostrada A14 (Bologna – Taranto) prendere l’uscita Massafra. A questo punto proseguire per SS7 e uscire a
Latiano Est; da qui continuare seguendo le indicazioni per Mesagne. Da sud: imboccata l’autostrada A3 uscire allo svincolo di Sibari/Bari. Proseguire per Taranto sulla SS106 poi in direzione Brindisi sulla SS7, l’uscita è Latiano Est. Da qui continuare seguendo le indicazioni per Mesagne.
In Treno
Attraverso la linea di Trenitalia è possibile raggiungere la Terra dei Messapi dalla stazione di Brindisi e, andando verso Sud, fermarsi nella stazione di San Pietro Vernotico; se ci si sposta sull’asse est-ovest, verso Taranto, si incontrano le stazioni di Mesagne, Latiano e Francavilla Fontana. Grazie alla linea Sud-Est, partendo da Lecce la ferrovia attraversa il Comune di San Pancrazio Salentino.
In Aereo
Dall’aeroporto di Bari (130 Km). Dall’aeroporto di Brindisi (20 Km).