San Martino di Castrozza: con le Ciaspole alla scoperta delle montagne più belle del mondo

In questo angolo di Dolomiti orientali madre natura si è lasciata scappare la mano, un luogo dalla natura straordinaria, dominato dai massicci delle Pale di San Martino, una cornice naturale tra le più suggestive e conosciute delle Alpi.

14 dicembre 2020 - 7:04

Proprio tra queste montagne, più di due secoli fa, è nato l’alpinismo, oggi queste vallate sono diventate una delle migliori destinazioni per vivere l’anima più autentica della montagna invernale.

Accanto agli impianti di risalita, ai numerosi servizi offerti agli sciatori e alle piste perfettamente mantenute tra queste valli si può assaporare una montagna diversa, immergendosi in una natura maestosa.

I silenzi della montagna, il rumore della neve calpestata dalle ciaspole, la luce del sole che si riflette sui cristalli di neve regalando atmosfere difficili da dimenticare.

San Martino di Castrozza, con le valli che la circondano, al pomeriggio di trasforma in un vero e proprio paradiso delle Ciaspole.

Negli ultimi anni migliaia di amanti dell’outdoor invernale si sono appassionati alle ciaspole, un mezzo semplice per muoversi sulla neve fresca e fare escursioni nella natura più incontaminata, addentrandosi nei boschi addormentati e nelle silenziose vallate colorate di bianco.

Chi indossa le racchette da neve desidera muoversi sulla neve senza tracce e lungo sentieri non battuti da scoprire lentamente nelle giornate d’inverno, lontano dai rumori della civiltà.

Questo attrezzo ha origine molto antiche, gli indiani del nord America sono stati tra i primi ad utilizzarle per spostarsi da un villaggio all’altro, anche in nord Europa erano usate per spostarsi durante le grandi nevicate.

Nelle Alpi le usarono anche i soldati italiani e austriaci durante la Prima Guerra Mondiale, per muoversi sui pendii coperti di neve, soprattutto durante l’inverno del 1916 quando caddero addirittura sei metri di neve.

Oggi le vecchie “craspe” o “ciaspole” in legno sono state sostituite da modelli leggeri e resistenti, costruiti con materiali tecnologici che permettono di camminare agevolmente su ogni superficie nevosa.

Una meravigliosa vista aerea del complesso delle Pale di San Martino

Una disciplina per tutti, non occorre una preparazione specifica, chiunque abbia gamba e fiato per affrontare un trekking, d’inverno potrà vivere la natura con le ciaspole ai piedi, alla scoperta di angoli sconosciuti di montagna, accompagnati da quello spirito di esplorazione che l’inaccessibilità delle valli innevate sa ancora regalare

Un’esperienza ideale per le famiglie, ci sono infatti racchette da neve progettate per i più piccoli, che possono vivere una giornata di cammino immersi nella natura incontaminata insieme ai genitori, divertendosi e imparando qualcosa di nuovo.

Durante la stagione invernale le Guide Alpine Aquile di San Martino organizzano escursioni nelle zone più belle di queste montagne: i Laghetti di Colbricon sulle tracce dei cacciatori preistorici, l’Altopiano delle Pale nell’emozionante atmosfera creata dal “mare di neve”, i Piani della Cavallazza regno dei camosci, la magica Val Venegia, il Trekking del Cristo Pensante sulla Cima Castellazzo.

Vi presentiamo adesso alcuni degli itinerari con le ciaspole che si possono percorrere nei dintorni di San Martino di Castrozza accompagnati dalle esperte Guide Alpine del paese.

 

Il giro della Val Venegia: ciaspolare tra gli abeti secolari

– Tempo di percorrenza: 4/5 h
– Dislivello: 450 mt di salita, 400 mt di discesa
– Difficoltà: facile

La Val Venegia è un luogo dai panorami incantevoli, ai fitti boschi di abeti secolari si alternano spazi ampi e aperti dai quali è ben visibile la bastionata rocciosa delle Pale di San Martino, una vera e propria quinta naturale di questo teatro dolomitico a cielo aperto.

Il suo nome è legato a quello di Venezia, all’epoca della Serenissima infatti i possenti tronchi degli alberi di questa valle, attraverso un lungo viaggio fluviale, raggiungevano la città dei Dogi, e venivano utilizzati per costruire gli alberi delle vele delle imbarcazioni che solcavano la laguna.

Alberi secolari, cime maestose, la val Venegia è uno degli angoli più suggestivi delle Dolomiti, amata non solo dagli escursionisti, ma anche da uno fra i più leggendari personaggi che si dice popolino i boschi del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino: el Mazaròl.

La leggenda narra che chi segue le orme di questa piccola creatura, simile ad un folletto, fino ad arrivare alla sua grotta, perda la memoria. Tanto tempo fa una fanciulla, che il Mazaròl tenne con sé come serva, imparò dalla creatura a fare il burro, il formaggio e la tosèla, un gustoso formaggio fresco tipico del primiero.

Quando venne liberata e riportata in paese da un cacciatore, la povera ragazza non ricordava nulla, fino a quando un sorso di latte di capretta bianca le fece tornare la memoria. La giovane poté così insegnare ai suoi compaesani i segreti che il Mazaròl le aveva svelato.

Fu così che i primeriotti diventarono dei bravi casari, imparando i segreti di quell’ometto tutto rosso che “compare quando meno te lo aspetti”.

La Foresta dei Violini, nel Flavio Vallenari in Val Venegia nella foto di Flavio Vallenari

In Val Venegia si può percorrere uno degli itinerari più suggestivi per gli amanti delle racchette da neve, che segue i margini della Foresta di Paneveggio, una delle più pregevoli foreste di abete rosso delle Alpi, con alberi secolari che raggiungono i 40 metri di altezza.

Il legno di questi giganti, fin da tempi antichi, è utilizzato per creare i violini. I maestri liutai, tra cui i celeberrimi Stradivari, si recavano fin qui da Cremona per acquistare i legni più pregiati e poi trasformarli in strumenti musicali di rara perfezione.

Si racconta che Stradivari in persona si aggirasse nella foresta di Paneveggio, per questo soprannominata Foresta dei Violini, alla ricerca degli abeti di risonanza, quelli rossi plurisecolari, col legno più adatto alla costruzione dei suoi strumenti.

Il legno dell’abete rosso è, infatti, particolarmente elastico e dotato di canali linfatici molto grandi, caratteristiche ideali per trasmettere il suono e creare risonanze, proprio come nelle canne di un organo.

Tramonto sul lago ghiacciato con vista sulle Pale di San Martino nel Parco di Paneveggio – Foto di Roberto Moiola / Sysaworld

L’itinerario inizia dal Passo Rolle, dal parcheggio dell’ex seggiovia Segantini a quota 1950 metri, dopo aver indossato le ciaspole, si inizia la salita fino ad arrivare alla baita Segantini a quota 2200 metri. Un luogo dal grande valore paesaggistico, da qui si può infatti ammirare il profilo maestoso della catena nord delle pale di San Martino.

Dopo una breve sosta al Pian della Vezzana si inizia la discesa verso la Val Venegia, godendo sul versante destro della vista del ghiacciaio del Travignolo, che diversi decenni fa copriva l’intera vallata, come testimoniano i grossi massi erratici adagiati lungo il pianoro, le cui forme ricordano totem silenziosi.

Il percorso prosegue verso la malga Venegiota (m 1835), sulla sinistra si può osservare il maestoso Castellazzo che sotto un colore simile a quello del porfido nasconde un cuore di dolomia.

L’itinerario continua lungo il torrente Travignolo fino a raggiungere la malga Venegia, dove è possibile pranzare con gli ottimi formaggi locali che racchiudono in sé tutta l’arte casearia trasmessa dal Mazaròl ai primierotti. Si perde quota, un passo dopo l’altro si arriva al Pian dei Casoni, a quota 1700 metri,

 

Piani della Cavallazza: camminare sulle tracce della storia

– Tempo di percorrenza: 5 h
– Dislivello: salita 250 mt, discesa 500 mt
–  Difficoltà: facile

D’inverno, quando la neve domina il paesaggio, c’è un sentiero che dal Passo Rolle porta fino a San Martino di Castrozza attraverso un vero e proprio deserto di neve che si può percorrere solo con le ciaspole ai piedi.

L’itinerario attraversa lo scenario naturale dei Piani della Cavallazza, una superba balconata con vista sulle Pale di San Martino e sulla valle del Primiero, un territorio che rientra nell’area protetta del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino.

Un’area di grande valore naturalistico, non solo per i paesaggi tra i più caratteristici delle Dolomiti, ma anche per la ricca fauna selvatica che vive in questo territorio.

Due esemplari di cervi. Animali che si possono incontrare all’interno del Parco di Paneveggio – Foto di Alex De Rosso

Camminando lungo i Piani della Cavallazza è infatti frequente osservare le impronte che gli animali lasciano sulla neve, in particolare ungulati, che d’inverno attraversano queste vallate in cerca di cibo.

Questa ciaspolata offre l’opportunità unica di osservare il camoscio nel suo habitat naturale, le Guide Alpine di San Martino, che accompagnano gli escursionisti, conoscono i migliori punti in cui osservare esemplari adulti che si muovono lungo le montagne.

Proprio su queste vette, più di un secolo fa, si muovevano le truppe italiane e austriache impegnate nei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, in quel periodo le nevicate erano abbondanti, per muoversi in alta montagna era necessario usare le racchette da neve, che ai tempi erano in legno e corda.

Sono visibili ancora oggi numerose installazioni e manufatti risalenti a quel conflitto, camminare in questo scenario naturale, con lo vista aperta sulle Pale di San Martino, seguendo le orme dei camosci e scorgendo le tracce di una storia passata è un’esperienza intensa e immersiva.

Una vista del Cimon della Pala, nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino. Quest’area protetta, che si può attraversare d’inverno anche con le ciaspole, è stata istituita nel 1967 – Foto di Flavio Vallenari

L’itinerario parte dal Passo Rolle, che si può raggiungere da San Martino con il bus oppure con mezzi privati. Giunti al grande parcheggio che si trova a pochi metri dal passo, si indossano le ciaspole e si prosegue verso sud, attraversando una bellissima conca circondata dal Cimon della Pala e dalla liscia parete est della Tognazza.

Superato questo pianoro l’itinerario inizia a guadagnare gradualmente quota fino a raggiungere i piani della Cavallazza. Un altopiano ampio e selvaggio che mostra all’escursionista panorami incredibili, quest’angolo di montagna in inverno è coperto da una spessa coltre di neve ideale da affrontare con ciaspole ai piedi.

Camminare sui Piani della Cavallazza significa attraversare imponenti boschi di larici che lasciano poi il passo ad una vegetazione più bassa, con arbusti e prati coperti di neve. Proprio in queste zone, aperte e senza ostacoli, si possono osservare camosci e galli forcelli, che si muovono tranquilli nella vegetazione.

In cammino tra le gli alberi e la nave del Piano della Cavallazza – Foto di Flavio Vallenari

L’intera zona rappresenta un punto privilegiato per ammirare in tutto il suo splendore il Cimon della Pala, che si staglia dominante al di sopra della strada che collega San Martino di Castrozza a Passo Rolle.

Lungo il percorso si raggiunge poi il Belvedere, un cucuzzolo che si staglia dalla punta meridionale dei Piani dal quale si gode della migliore vista sull’abitato di San Martino.

I Piani della Cavallazza sono davvero un ambiente magico, soprattutto in inverno, quando tranquillità e silenzio assoluto fanno credere a chi li attraversa di trovarsi davvero in un luogo fuori dal tempo. Perdendo ancora un po’ di quota si arriva con calma nei pressi del paese di San Martino di Castrozza.

 

San Martino di Castrozza: ciaspolare partendo dal paese

– Tempo di percorrenza: 3 h
– Dislivello: 150 mt
– Difficoltà: facile

Il paese di San Martino di Castrozza si trova proprio ai piedi delle Pale, circondato da ampi pascoli e pianori da cui si possono ammirare anche le vette del Cimón de la Pala, della Rosetta, le cime di Val di Ròda, la cima Velo della Madonna.

In inverno questi luoghi sono coperti da un morbido manto nevoso, ideale da attraversare con le ciaspole partendo direttamente dall’abitato per un trekking dal grande valore paesaggistico.

Uno dei percorsi più caratteristici è un anello che dal paese conduce fino all’antica Malga Civertaghe, un percorso facile, dai dislivelli contenuti che si può percorrere anche accompagnati dalle guide alpine di San Martino: le Aquile.

Per raggiungere la malga si cammina lungo un percorso non impegnativo che sfila proprio ai piedi delle guglie dolomitiche delle Pale. Punto di partenza dell’escursione è l’impianto di risalita di Colverde.

Le Pale di San Martino, viste dai pascoli coperti di neve che circondano San Martino di Castrozza – Foto di Christian Striegel

Questa ciaspolata a Malga Civertaghe è un giro ad anello che si può compiere tranquillamente in un pomeriggio, la maggior parte del percorso attraversa boschi di abeti, a cui si alternano aree aperte da cui ammirare i panorami spettacolari sulle Pale di San Martino.

Il sentiero, il numero 724, è piacevole e panoramico, parte dal paese e conduce fino ai prati Col, che d’inverno si trasformano in una splendida distesa di neve da attraversare con le ciaspole. Questo tratto del percorso offre una splendida veduta sulle Dolomiti e su San martino di Castrozza.

Una volta superati i prati il percorso perde leggermente quota ed entra nel bosco, la meta è ormai vicina, superato un ruscello, dopo pochi metri si raggiungere il pianoro al centro del quale si intravede la Malga Civertaghe.

In poco più di due ore di cammino si arriva da Giovanni, l’ormai famoso CiverMalgaro, che assieme alla sua famiglia ha riportato alla luce questo luogo storico e incantevole.

La Malga Civertaghe è una luogo storico e di grande bellezza paesaggistica. Gli escursionisti potranno gustare i prodotti tipici con una meravigliosa vista sui massicci delle Dolomiti. – Foto Malga Civertaghe

La Malga ha origini antiche, è stata costruita all’inizio ‘900 come stalla, qualche anno più tardi, negli anni ’70, la malga aprì le porte ai viaggiatori, diventando la prima malga rifugio di tutto il Trentino.

Nel 1992 venne chiusa per alcune problematiche familiari, ma alcuni anni dopo Giovanni, che porta il nome del nonno proprietario della malga, ha riportato in vita questa antica struttura che oggi è diventata una tappa imperdibile per chi visita queste valli.

Qui ci si può fermare per una pausa rilassante con vista Pale di San Martino e dopo un buon “CiverPanino” con salsiccia e tosella ripartire verso San Martino.

I boschi innevati nei dintorni di San Martino di Castrozza – Foto di Davide Seddio

Per proseguire il percorso ad anello, si segue il tracciato della strada forestale dei Camoi, un percorso di circa tre chilometri che conduce al paese e attraversa il meraviglioso scenario dei maestosi boschi di abete rosso.

L’itinerario è adatto a tutti, ideale per le famiglie con i bambini. Durante la ciaspolata, con un po’ di fortuna, è possibile anche osservare  qualche animale selvatico, come cervi e camosci, che d’inverno scendono a quote più basse alla ricerca di cibo.

 

Informazioni Utili:

 

 Apt San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi.

_ Visita il sito web dell’APT San Martino

 

San Martino di Castrozza:
_ Telefono: 0439 768867
_ Email: info@sanmartino.com

 

Guide Aquile San Martino di Castrozza:

_ Visita il sito web delle Aquile
_ Telefono: 0439 768795
_ Email: info@aquilesanmartino.com

 

Fiera di Primiero:
_ Telefono: 0439 62407
_ Email: infoprimiero@sanmartino.com

 

Canal San Bovo:
_ Telefono: 0439 719041
_ Email: infovanoi@sanmartino.com

 

 

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