Sui sentieri della Biodiversità: la SALAMANDRA, “folletto” degli stagni
L’Italia, con 44 specie di anfibi e 56 di rettili, è il Paese europeo con la massima diversità erpetologica; circa un terzo di queste specie è considerato a rischiodi estinzione nel breve o medio termine.
Infatti, le classi legate all’acqua (pesci cartilaginei, pesci d’acqua dolce e anfibi) sono più minacciate di quelle terrestri perché più sensibili alle alterazioni ambientali (soprattutto la scomparsa delle zone umide indispensabili alla riproduzione), agli effetti dei cambiamenti climatici, all’introduzione di specie alloctone, ossia aliene, e a temibili patologie come la chitridiomicosi.
Ad esempio, una delle specie maggiormente minacciate risulta essere il Podarcis raffonei, endemismo dell’arcipelago delle Eolie, dove oggi se ne contano un migliaio circa. Questo piccolo sauro, lungo sino a 25 cm, sopravvive unicamente in quattro località isolate e distanti tra loro, dove non si è insediato il suo competitore, la lucertola campestre: sull’isola di Vulcano (zona Vulcanello) e sugli scogli di Strombolicchio vicino a Stromboli, La Canna a Filucudi e lo scoglio Faraglione di Salina.
Un altro anfibio più comune, che possiamo vedere durante le nostre escursioni, è la Salamandra pezzata, in questo caso nella Lista Rossa (Red List IUCN) appartiene alla categoria “Minor Preoccupazione”, ossia specie che non sono a rischio di estinzione nel breve o medio termine. La salamandra è la cartina a tornasole di ambienti sani e ricchi di biodiversità!
La salamandra, folletto degli stagni
Dopo un forte acquazzone, in ambiente particolarmente umidi, tra rocce ricoperte di muschio, felci e macchia, eccola far capolino al margine dello stagno, con i suoi colori accesi su fondo scuro pare in posa per uno scatto. Dopo la foto, però, sarà necessario prestare la massima attenzione a non disturbarla, evitando accuratamente di prenderla in mano o di spostarla: la salamandra, estremamente preziosa per l’habitat dove vive, appartiene alla lista delle specie protette e merita tutto il nostro rispetto. In Italia esistono differenti specie di salamandra, tra cui la sicuramente nota salamandra maculosa, dalle vistose macchie gialle che ne contraddistinguono il dorso, la salamandra atra, il cui corpo nero intenso e lucido sembra brillare al sole, ma anche la salamandra dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), specie endemica, che presenta un ventre bianco, zampe e coda rosse quale chiaro segnale di avvertimento per scoraggiare eventuali predatori.
Antiche credenze attribuivano a questi animali una misteriosa capacità di resistere alle fiamme, forse a causa della scelta di tronchi cavi come rifugio, tronchi spesso raccolti e poi utilizzati nei fuochi domestici il cui calore spingeva la salamandra, particolarmente sensibile e affatto immune al fuoco, a fuoriuscire dal ceppo per trovare salvezza. Provata scientificamente, invece, è la relazione esistente tra la presenza della salamandra e la certezza di acque pulite e integre, in quanto il prezioso anfibio risulta molto sensibile all’inquinamento. Le sue larve non riuscirebbero in alcun modo a sopravvivere in acque contaminate: possiamo davvero fidarci di questo piccolo “custode” degli stagni.
Testi di Enrico Bottino e Andrea Perciato