Le terre del Novese: dalla Pianura padana all’Appennino

19 marzo 2020 - 10:48

Il novese è una terra in cui il paesaggio cambia improvvisamente: la pianura piemontese lascia spazio all’Appennino oltre il quale c’è la Liguria. Una striscia di terra anticamente contesa tra la Repubblica di Genova, il Regno di Sardegna e l’Impero che qui aveva numerosi feudi.

Terra di vini, ma anche di dolciumi come il famoso cioccolato e il torrone, di antiche vestigia romane rintracciabili a Libarna e di scorci naturali esaltati nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo. Nel basso Piemonte si adagia il letto del fiume Borbera che da origine all’omonima valle, una splendida località che beneficia delle vicine correnti provenienti dal mare: le Capanne di Cosola segnano il confine con il vicino capoluogo ligure, con la Lombardia e l’Emilia.

Lo scorrere delle acque ha mutato in modo significativo il paesaggio creando una gigantesca forra, ricca di anse e meandri chiamati “Strette”. Questo ambiente favorisce attività outdoor come le discese in canoa, nel tratto compreso tra Pertuso e Perti.

Tra le località più note ai villeggianti genovesi che ogni anno fuggono dall’afa estiva per venire a rinfrescarsi su queste colline, ci sono Borghetto di Borbera e Vignole. Grazie a un aspetto selvaggio e incontaminato la Val Borbera e l’attigua Valle Spinti sono diventate luogo di ritrovo per escursionisti e cicloturisti che amano cimentarsi su percorsi semplici e rilassanti.

Lo sport mette appetito ed è giunto il momento di gustare i prodotti tipici locali. Sapori autentici di antiche ricette come il famoso “Montebore”, una formaggetta di latte vaccino e ovino dalla forma particolare, la fagiolana della Val Borbera dal sapore delicato, simile al “Bianco di Spagna”, ma più grande e con la buccia meno consistente e la gustosa mela “Carla” con basso contenuto di zucchero.

Artigianato in Val Borbera e Valle Spinti

Come per la cucina anche la tradizione artigiana ha radici profonde. Entrando nelle chiese o visitando antichi palazzi notiamo prestigiose sculture in legno, cori o mobili antichi frutto di una tradizione che qui viene tramandata di generazione in generazione. Intagliare il legno, battere il ferro o conciare la pelle sono antichi mestieri che stanno per essere fagocitati dalla grande industria; l’unico luogo dove queste antiche arti possono sopravvivere sono proprio queste valli che conservano, a grande fatica, gli antichi mestieri.

Questa laboriosità e tutelata dal marchio Piemonte Eccellenza Artigiana, promosso dalla regione per tutelare tutte queste piccole realtà: molti strumenti sono stati sostituiti da macchinari più veloci dando vita a un prodotto originale dove vecchio e nuovo si fondono in un’unica conoscenza.

Leggi anche l’itinerario: il Monte Cavalmurone e il Monte Legnà

Testo di Paolo Palumbo, foto di Enrico Bottino

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