Parco dei Sibillini: i danni del terremoto non colpiscono solo l’uomo

19 marzo 2020 - 12:17

In seguito alle forti scosse del terremoto iniziato il 24 agosto nelle regioni di Lazio, Marche e Umbria, moltissimi sono stati i danni provocati a cose, persone e animali.

Tutti i media hanno ampiamente coperto la notizia, parlando delle gravissime perdite umane e di patrimonio artistico, culturale e architettonico.

Luoghi come Norcia, Castelluccio di Norcia, Visso e Amatrice sono stati devastati dal sisma di fine agosto e dalle scosse successive, proseguite nei mesi con le punte del 26 e 30 ottobre. Le immagini filmate e trasmesse in televisione o sul web hanno fatto il giro del mondo e dimostrano l’entità dei danni sul paesaggio urbano e sulla vita quotidiana degli abitanti, ma insieme all’uomo anche gli animali hanno subito danni ingenti.

È il caso ad esempio del Centro Faunistico “Il Cervo” di Castelsantangelo sul Nera, borgo situato nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che è stato epicentro di alcune delle scosse. I danni si sono registrati sia a livello morfologico, con grossi cambiamenti del suolo e del sottosuolo, così come sulle strutture del centro faunistico, dove le recinzioni hanno ceduto provocando la morte di alcuni esemplari e la fuga di altri.

Alcuni dei cervi, lupi, aquile e falchi ospiti del centro sono stati trasferiti in altre strutture, mentre cinque allocchi sono stati liberati. La preoccupazione principale ora è dovuta al rischio di morte per mancanza di approvvigionamenti per gli esemplari feriti o in cattività, a causa della chiusura delle strade, che rendono isolate diverse località del Parco.

Al di fuori delle strutture protette, si teme per la vita della fauna selvatica a causa dei mutamenti riguardanti i corsi d’acqua e le loro portate, l’abbassamento del suolo e le frane che hanno coinvolto molte aree del Parco.

È il caso ad esempio di un gruppo di Camosci reintrodotti da qualche anno e concentrati sul Monte Bove, i quali potrebbero aver subito delle perdite a causa delle rocce cadute.

Il Parco Nazionale è poi area di bellissime camminate e sentieri immersi nella natura. Le autorità competenti stanno esaminando attentamente la situazione, senza dubbio molto complessa, in quanto le modifiche del sistema idrogeologico hanno provocato situazioni di dissesto. Molte delle aree attraversate dai sentieri sarebbero ad alto rischio, dunque consigliamo la massima prudenza.

Servirà molto tempo per constatare lo stato effettivo di tutti sentieri, nel frattempo consigliamo vivamente di evitare il transito in tutte le aree dichiarate non agibili o non raggiungibili, dove potrebbero verificarsi distacchi di massi – anche di grandi dimensioni – dalle pareti rocciose.

Alcuni dei luoghi più rischiosi risultano essere la Valle del Lago di Pilato, la Val Panico, la Val di Bove, la Valle del Tenna e tutte le gole del Parco, comprese quelle del Fiastrone, della Valnerina e dell’Infernaccio.

Il sito del Parco dei Monti Sibillini è in costante aggiornamento, e riporta invece le aree in cui camminare in totale sicurezza.

In apertura: foto di Marmita.

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