Valle d’Aosta: la battaglia delle Regine

19 marzo 2020 - 15:32

Una tradizione dalle origini misteriose e antiche, vede protagoniste, nello splendido scenario estivo e autunnale della Valle d’Aosta, le possenti regine affrontarsi fino all’arena della Croix Noire. Bovine gravide che reclamano la loro supremazia, ma senza alcun spargimento di sangue.

Un combattimento tra mucche. Sembrerebbe a dirsi (e a vedersi) un fatto alquanto bizzarro, in realtà, si tratta di una tradizione antichissima, ma soprattutto è un comportamento del tutto naturale e spontaneo da parte delle bovine, che sono portate a confrontarsi per individuare la dominante all’interno di ogni mandria. Così, a partire da marzo – anche se il periodo clou è tra agosto e ottobre – in tutta la regione, si anima lo spettacolo (e il cuore degli sfegatati tifosi) basato sull’istinto bellicoso insito in alcune razze alpine, come la valdostana pezzata nera e castana.

Partecipano a questa pacifica “corrida” le mucche che durante l’alpeggio hanno conquistato la supremazia per la loro forza nelle rispettive mandrie. Le concorrenti, alla stregua di atleti di boxe, vengono divise in tre categorie secondo il peso, in ognuna delle quali sarà decretata una vincitrice. Requisito indispensabile per essere ammesse è quello di essere gravide.

Inizia lo spettacolo

Gli animali danno vita a uno spettacolo appassionante e assolutamente incruento, che è diventato un forte richiamo per il pubblico non solo valdostano, ma proveniente ormai da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Si lanciano sguardi feroci e, scalciando all’indietro, sollevano nuvole di polvere. Si intimoriscono a vicenda emettendo muggiti cupi e minacciosi, poi partono all’attacco. Nel corso di questa stravagante lotta si limitano però a inforcare le corna e a spingersi frontalmente con tutto il vigore dei loro possenti muscoli, senza procurarsi ferite; risulta vincitrice la bovina che costringe a indietreggiare tutte le altre.

Le finali si svolgono alla fine d’ottobre all’arena Croix Noire di Aosta, dove viene assegnato il titolo di Reina des reines (Regina delle regine). Al termine la tensione accumulata da proprietari, pastori e turisti viene smaltita nelle danze sul palchetto del badoche (ballo pubblico), agli ordini del badocher, eletto insieme alla sua badochère dall’intera comunità in occasione della festa. Bisogna sottolineare come il significato delle “Batailles de Reines” trascenda dall’aspetto puramente ludico o agonistico; per un allevatore, possedere una regina delle corna è, infatti, fonte di vanto e garanzia della qualità della conduzione aziendale.

Inoltre, la passione per questi combattimenti, da parte della comunità, dei turisti e soprattutto dei giovani, contribuisce a mantenere vivo il settore dell’allevamento di qualità, che risulta ancora un’importante fonte di reddito per la Valle d’Aosta. La razza valdostana non è infatti selezionata esclusivamente per questi combattimenti, ma deve prima di tutto fungere da risorsa per l’uomo, ovvero produrre latte, carne, oltre che nuovi capi.

Tecniche di combattimento

Come detto si tratta di una lotta incruenta, e anche gli eventuali incidenti difficilmente hanno conseguenze che vanno oltre la rottura di un corno o piccole lacerazioni. Le bovine vengono condotte nell’arena dai rispettivi proprietari e posizionate una in prossimità dell’altra e fin dall’inizio si notano alcuni atteggiamenti tipici che assomigliano molto a delle tecniche di combattimento. Se gli animali sono in qualche modo affiancati, girano la testa in direzione dell’avversaria e si squadrano senza muovere il resto del corpo. Se invece si fronteggiano abbassano la testa protendendo le corna. Solitamente restano immobili, ma vi sono anche quelle che avanzano di qualche passo o che raspano il suolo con uno zoccolo; si assiste così alle minacce generiche.

La minaccia laterale consiste invece in un lento spostamento laterale di una vacca verso l’altra fino a presentarle il fianco. Improvvisamente e senza ragioni apparenti, la fase di studio e minaccia termina ed inizia l’attacco; le bestie formano delle figure classiche come la tête-à-tête, con le bovine che si scontrano frontalmente spingendo con tutta la loro forza. Quando ad una delle due contendenti sfugge la presa sulla fronte dell’avversaria, solitamente le due contendenti si ritrovano nella posizione testa contro collo; posizione che, nel caso in cui il corno possa costituire pericolo per una delle due, è interrotta dall’intervento dei pastori. Una naturale evoluzione della precedente situazione è la spalla contro spalla, in cui le vacche si ritrovano parallele e si spingono a vicenda.

Il combattimento può durare meno di un minuto ma, a volte, si prolunga anche per più di mezz’ora; improvvisamente, per ragioni misteriose alla comprensione umana, una delle regine abbandona il combattimento, anche se le sue possibilità di vincita non apparivano compromesse. L’animale fugge verso l’esterno inseguita per qualche passo dalla vincitrice, poi l’intervento dei pastori pone fine alla battaglia.

Una tradizione antica

Ci sono diverse teorie sull’origine delle “Bataille des Reines” e soprattutto sul periodo in cui questi combattimenti hanno iniziato a essere praticati. Alcune ricerche condotte soprattutto in ambiente svizzero vallesano hanno messo in evidenza come la passione per i combattimenti delle regine risalga almeno alla metà del secolo XIX, ma molte fonti accreditano lo svolgimento già due secoli prima. In Valle d’Aosta nel 1858, il poeta dialettale Jean-Baptiste Cerlogne, scrisse La Bataille di vatse a Vertosan, composizione fondamentale per la letteratura locale. L’entusiasmo che traspare dalle parole del poeta valdostano conferma come il combattimento fosse un avvenimento già radicato a quell’epoca. Le ricerche risultano difficoltose anche perché durante il fascismo – che aveva tentato di cancellare le tradizioni di origine straniera in Italia – non venivano più organizzate le “battaglie”; la prima edizione moderna venne tenuta, infatti nel 1947, proprio nello stadio comunale di Aosta, da allora, l’interesse verso questa antica pratica ha conosciuto una rivalutazione sempre crescente e meritata.

Testo di Davide Battaglia – Foto di Jeanne Cantini e Enrico Bottino

Le nostre proposte per camminare

Valle d’Aosta – Rifugio Mont Fallère

Lo scenario è caratterizzato in primo piano dal monte Emilius, dalla Grivola e dal Gruppo del Rutor, mentre in lontananza si possono individuare alcune tra le cime più famose come l’Arolla, il gruppo Apostoli-Gran San Pietro, il Ciarforon, la Becca di Monciair, i Denti del Broglio, la Granta Parei.

Valle d’Aosta: il Rifugio Monte Fallère

 

Val di Rhêmes: rifugio Benevolo e Colle Bassac Derè

Una delle caratteristiche principali della Val di Rhêmes è la peculiarità del suo paesaggio, dovuto non solo alla forma delle sue montagne, come Granta Parei e Tsantelena, ma anche alla presenza di elementi naturali particolari come il lago Goletta, originato dalla lingua dell’omonimo ghiacciaio che defluisce direttamente nelle sue acque.

Val di Rhemes: rifugio Benevolo e Colle Bassac Derè

 

Valle di Saint Barthélemy: rifugio Oratorio di Cuney e Bivacco Rosaire e Clermont

La valle di Saint Barthélemy è una delle più autentiche e selvagge della Val d’Aosta. Appena sfiorata dal turismo, offre un ambiente naturale integro con imponenti boschi di larice, panoramici pascoli e numerose possibilità di escursioni ed ascensioni.

Valle di Saint Barthélemy: rifugio oratorio di Cuney e bivacco Rosaire e Clermont

 

Valle di La Thuile – Lago Verney

La vicinanza alla strada del Piccolo S. Bernardo, con la conseguente possibilità di raggiungere il lago con una breve deviazione, ha ingiustamente indotto molti a trascurare il suggestivo specchio del Verney.

Valle di La Thuile – Lago Verney

 

Val D’Ayas – Rio Courtod e Alpe Metzan

Una camminata di mezza giornata verso Alpe Metzan consente di avvicinarsi a due aspetti emblematici della vita rurale valdostana: l’agriturismo ed un sistema di irrigazione, di fatto diffuso in tutta la Valle, le cui origini risalgono al Medioevo.

Val D’Ayas – Rio Courtod e Alpe Metzan

Valle del Gran San Bernardo – L’Arvus

Il lungo vallone di Menouve sale dai 1300 metri circa di Etroubles fino a quota 3708 del mont Velan. Proprio quest’ultima vetta funge da sfondo alla salita alla località L’Arvus

Valle del Gran San Bernardo – L’Arvus

 

Cogne, finestra sul Paradiso

Al cospetto del massiccio del Gran Paradiso, Cogne appartiene al bacino idrografico destro della Dora Baltea ed è il comune più esteso della Valle d’Aosta, ai margini di un’ampia distesa verde: i Prati di Sant’Orso.

Cogne, finestra sul Paradiso

 

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