Tra il V e il VI secolo, a causa delle continue devastazioni provocate dalla guerra, ci fu un lento abbandono della città e dei casolari rurali e un incredibile sviluppo di castelli e manieri fortificati. Alcuni sono sopravvissuti ancora oggi, altri rimangono come ruderi che contribuiscono al fascino del paesaggio. Lauro è la località d’inizio del nostro itinerario dove primeggiano la bellissima Certosa di San Giacomo e il Castello dei Lancellotti.
Proseguendo verso Avella, né ammiriamo il castello che resta uno dei più estesi complessi fortificati dell’Italia Meridionale; anche Baiano è un luogo veramente affascinate, con il suo palazzo e il parco costruito su commissione dei potenti duchi Colonna.
Edificato su tre colli, spicca Ariano Irpino, una delle località più interessanti di tutta l’Irpinia. Qui, non possiamo fare a meno d’infilarci, curiosi, nei laboratori dei maestri ceramisti, che perpetuano la tradizionale lavorazione della maiolica, della ceramica e della terracotta, ammirando pregevoli esemplari anche nel Museo Civico della Ceramica.
L’itinerario non può prescindere da una delle produzioni principali della zona: l’enologica. Nel cuore dell’Irpinia, l’azienda storica Mastroberardino vive il contesto socioculturale vitivinicolo dal Settecento, epoca in cui un tal Berardino, con l’appellativo professionale di “Mastro”, diede origine a una discendenza che legò indissolubilmente le proprie sorti al culto del vino.
Nelle sue cantine sembra di essere in una vera e propria “cattedrale del vino”, con tanto di volte affrescate. Qui il vino invecchia, si affina, acquista il suo carattere complesso e delinea la sua esclusiva personalità. Sono vini Doc di grande pregio: dal Taurasi al Fiano di Avellino, fino all’Aglianico. E soprattutto, sua maestà il Greco di Tufo.
I sapori dell’Irpina non si fermano certo al vino: ricordiamo l’olio; le castagne, un tempo alimento essenziale dei contadini e oggi utilizzato dalle industrie dolciarie per confezionare i “marron glacés”; il tartufo nero ordinario, di forma quasi sferica e di colore bruno nerastro. Infine, fiore all’occhiello dell’Irpinia, i prodotti caseari, come il cacio cavallo, le caciotte e le mozzarelle.
In tutte queste cose l’Irpinia rimane al primo posto, merito anche della tanta cura che molte piccole aziende mettono nel conservare le proprie tradizioni.