Lettera aperta all’On. Dario Franceschini – Ministro Beni Culturali e Turismo Mi rivolgo a Lei, Signor Ministro, in qualità di Direttore di una delle riviste più apprezzate dai lettori italiani appassionati di turismo nella natura, attenti anche alle emergenze culturali e alle tradizioni che contraddistingono, su tutti, il nostro Paese. Questi argomenti sono, da sempre, il fulcro della nostra attenzione, e da questo osservatorio privilegiato, che monitora il territorio e recepisce le esigenze di quanti amano e frequentano le nostre regioni, percepiamo delusioni e preoccupazioni sempre maggiori sullo stato di questo nostro “tesoro”, che ci è stato affidato e che ogni generazione dovrebbe impegnarsi a tutelare, conservare, e, se possibile, migliorare per le generazioni prossime. Un “tesoro” che il mondo intero ci ha sempre invidiato, e che, mai come in questo momento, è a rischio di dissipazione.
Siamo tutti consci che, appena insediato, avrà la necessità di valutare nell’insieme questa situazione, però ci permettiamo, vivendo quotidianamente da tre decenni questa realtà, di evidenziarle alcuni punti che sono sotto gli occhi di chiunque frequenti i nostri territori, eppure sembrano essere stati invisibili, da almeno vent’anni, a chi avrebbe dovuto farsi primo tutore e custode di questo patrimonio: lo Stato. Ancora alla fine degli anni ’80 eravamo il primo paese al mondo per incoming turistico; oggi siamo al settimo posto, abbiamo più che dimezzato le presenze – da 80 a 39 milioni anno di stranieri che vengono in Italia – e siamo stati surclassati da paesi che, pur avendo un centesimo del nostro patrimonio – Francia, Stati Uniti, Cina, Inghilterra, Germania, Spagna – si sono però dimostrati attenti nella sua conservazione e promozione, creando lavoro. Perché “Turismo” non è un imprecisato concetto legato allo “svago”, alla “vacanza” intesa etimologicamente come “mancanza” di impegno, bensì uno straordinario motore di sviluppo armonico e trasversale a tutti gli ambiti del nostro Paese, ma, come tutti i meccanismi potenti, deve essere guidato da piloti esperti altrimenti si va a schiantare.
È di qualche settimana fa, a seguito dei ripetuti crolli e danni alle nostre emergenze storiche – Pompei in testa – l’allarme gridato da vari paesi stranieri che hanno lanciato una sorta di “piano Marshall” per “salvare” il patrimonio storico e culturale italiano, con l’obiettivo – neppure troppo sottaciuto – di “salvarlo dall’incuria degli italiani”! Noi, e quanti invece amano la bellezza e grandiosità di questo Paese, non possiamo che indignarci di fronte a questo schiaffo, che fa ancor più male perché, purtroppo, evidenzia il reale stato delle cose. Ma l’obiettivo di questa lettera è ancora diverso, e riguarda il patrimonio naturalistico italiano, che è il primo focus della nostra attività e nel quale operiamo quotidianamente cercando di sviluppare, in quanti ci leggono, una maggior sensibilità verso tutela e promozione di ogni piccolo dettaglio territoriale. I dati aggiornati al 2013, relativi al Turismo/Natura nel nostro paese, parlano di 102 milioni di presenze, con una spesa pro-capite di circa 100 Euro (dati Ecotur, Istat, Enit e Università dell’Aquila) e un fatturato di poco meno di 11 miliardi di Euro/anno; una cifra “importante” se presa da sola, ridicola se confrontata con i dati sopra. Significa che l’Italia e il suo patrimonio, valutata come reddito da Turismo/Natura, vale circa come il Liechtenstein (grande, per la cronaca, come un quartiere di Milano o poco più)! Al tempo stesso, negli ultimi anni si è assistito da parte dell’amministrazione statale a un vero e proprio smantellamento della nostra rete di aree protette – lo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio è il simbolo di questa volontà – con riduzioni drastiche dei finanziamenti che hanno portato al collasso molte gestioni di parchi e aree protette. Credo che questi dati siano più che sufficienti per avviare, in sede istituzionale, una seria riflessione su cosa realmente andrebbe fatto per riavviare il volano attorno al Turismo/Natura in Italia, che favorisca la ripresa economica anche con la valorizzazione e promozione di questo comparto turistico. Dopo due decenni di colpevole, ingiustificata e incomprensibile assenza di una figura che rappresenti il valore e l’importanza del Turismo in Italia, Lei, Signor Ministro, è di nuovo e finalmente investito di questo importante incarico. Noi siamo a disposizione per diventare portavoce del suo impegno. Da tutta la redazione e dai nostri lettori un augurio per un ottimo lavoro!