Young happy athletic woman listening music on earphones while jogging in the park.
Negli ultimi decenni l’uomo occidentale ha radicalmente cambiato le proprie abitudini di vita quotidiana, diventando sempre più auto-mobile e meno mobile.
“Chi ha inventato la scala mobile? Gradini che si muovono. Poi si parla di pazzi. Gente che va su e giù per le scale mobili, negli ascensori, che guida automobili, le porte dei garage che si aprono schiacciando un pulsante. Poi vanno in palestra per smaltire il grasso. Fra quattromila anni non avremo più le gambe, strisceremo direttamente sul culo, o forse rotoleremo come matasse di rovi.”
Charles Bukowski – Il capitano è fuori a pranzo
La nostra società cammina poco!
Gran parte delle popolazioni occidentali negli ultimi decenni hanno ridotto drasticamente le distanze percorse a piedi quotidianamente.
Con lo sviluppo e l’evoluzione del costume sociale siamo andati incontro ad una meccanizzazione di ogni abitudine di vita.
Oramai utilizziamo l’automobile anche per i più piccoli spostamenti urbani, ascensori e scale mobili per evitare le scale, salvo poi andare in palestra per tentare di recuperare la forma.
La questione è prima di tutto culturale e, solo dopo, medica, perché stiamo stiamo perdendo identità e buone abitudini, stiamo eliminando esperienze, interazioni e confronti, in definitiva stiamo perdendo la nostra vita.
Lo slogan del nostro giornale è “camminare per conoscere”, ciò significa che ogni nostro articolo, da vent’anni a questa parte, è scritto con lo scopo di dare uno spunto per prendere uno zaino, uscire e camminare alla scoperta del bosco dietro casa, del centro storico della città o… del sud America.
Non è tanto importante dove, ma conta solo camminare con spirito di scoperta e conoscenza.
É importante connettersi con l’ambiente circostante, guardare la strada o il sentiero con la volontà di comprendere quello che ci circonda.
Il vero problema è l’uomo, non la tecnologia che sviluppa, il problema è l’assolutismo col quale ci appropriamo di un’innovazione, facendoci possedere da essa anziché utilizzarla.
I primi anni 2000 hanno visto un enorme sviluppo delle innovazioni comunicative e, come già accaduto con l’automobile, ci siamo fatti dominare dall’evoluzione distorcendo la sua funzione.
Tutti gli strumenti sociali, dai network alle app per ordinare la cena e fare la spesa, possono facilitare la vita ma, se non impariamo a prendere le giuste misure, rischiano di sopraffarci.
Gli anni ’90 hanno visto il dominio dell’automobile, utilizzata per ogni piccolo spostamento, come fare la spesa o andare a trovare un amico che abita a pochi isolati.
Gli effetti di questa assenza di movimento sono ben presto diventati medici.
Nei figli di questa generazione sono cresciute in modo esponenziale patologie come l’obesità, il diabete, il colesterolo e scompensi all’apparato cardiovascolare.
Tutti problemi che hanno una radice comune: la sedentarietà.
In questi ultimi anni invece il progresso rischia di lasciare immobilizzato qualcosa di ancora più prezioso, ovvero la nostra mente.
Se è vero che siamo quello che viviamo e incontriamo sul sentiero della vita, allora stiamo rischiando di diventare “niente”, perché tendiamo sempre più a vivere esperienze virtuali.
Anche in questo caso la responsabilità non è dell’innovazione in se stessa – sarebbe come dire che l’alcolismo è colpa del Brunello di Montalcino – ma dell’uso distorto che ne facciamo.
Le piattaforme social dovevano avere la funziona di (ri)mettere in contatto persone lontane. Ma l’effetto, volenti o nolenti, è stato spesso allontanare anche le persone vicine.
L’uomo è un animale sociale, la nostra mente forma i ricordi grazie ad un’infinita combinazione di fattori.
L’emozione che si scatena in un contatto, osservare i colori e ascoltare i rumori di un ambiente naturale e incontrare persone sono tutte esperienze necessarie al nostro benessere psicofisico.
Quindi aprite la porta di casa e uscite, camminate, scoprite e conoscete!
Perché se i figli degli anni ’80 e ’90 hanno dovuto combattere col sovrappeso e la sedentarietà, i figli degli anni 2000 rischiano di dover combattere con l’assenza di umanità e socialità.
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