Camminare, per salvare le città e noi stessi!

3 gennaio 2021 - 5:37

Comprendere quale effetto possa avere il nostro stile di vita su noi stessi e sull’ecosistema cittadino è essenziale, visto che circa metà della popolazione mondialevive in un conglomerato urbano.

Una strada con persone che camminano probabilmente attirerà bar, caffè, botteghe e molte altre attività che rendono una città degna di essere vissuta.

Piazza delle Erbe, il cuore pulsante di Genova

 

L’esempio di Genova

L’ho sperimentato personalmente nella mia città, ormai diversi anni fa, quando il centro storico di Genova, oggi vanto della città e riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, era ancora una zona grigia e degradata, in cui difficilmente si capitava “per far due passi”.

Le cose sono poi cambiate, il Comune ha iniziato un percorso mirato a recuperare la bellezza di questo incredibile bacino di storia e cultura, iniziando la riqualificazione di questi vicoli dimenticati.

Un’immagine di Via San Lorenzo, completamente pedonale e ricca di negozi e attività commerciali

Uno dei primi passi è stato chiudere al traffico gran parte del centro storico, una decisione in un primo momento impopolare, in particolare per la pedonalizzazione di Via San Lorenzo, un collegamento importante tra il centro città e la zona del porto.

Dopo i primi giorni di confusione, le cose iniziarono a normalizzarsi e tutte le strade strappate al traffico sono state gradualmente riconquistate dalle persone, che hanno iniziato a viverle e a scoprirle camminando.

Quelli che erano vicoli stretti e trafficati sono diventanti gradualmente luoghi di passeggio dei genovesi che si sono, a tutti gli effetti, riappropriati del cuore della loro città, rimasto fino ad allora in una sorta di zona d’ombra.

Visione panoramica del Centro Storico di Genova, oggi diventato meta e attrattiva per i turisti di tutto il mondo

Nel giro di pochi anni, grazie ai numerosi interventi di riqualificazione, nel centro storico di Genova sono iniziate a nascere nuove attività: ristoranti, caffè letterari, piccole librerie, negozi di artigianato e boutique.

Una trasformazione di cui proprio quella via San Lorenzo, che attraversa il centro storico, è oggi un simbolo.

Un tempo arteria perennemente stretta nella morsa del traffico oggi uno dei luoghi di maggior afflusso turistico del centro così come gran parte dei vicoli di Genova, diventati una meta imperdibile per ogni turista, con tanto di visita a palazzi e botteghe storiche.

Una trasformazione iniziata proprio con una nuova idea di mobilità, strade e vie strappate al traffico e restituite alle persone, che si sono trasformate in volano economico e turistico per tutta la città.

 

Un modello da replicare

Diverse altre città d’Italia e d’Europa hanno seguito lo stesso iter, anzi metropoli come Barcellona, Amsterdam e Berlino hanno intrapreso questo percorso decenni fa, mettendo la bicicletta, il trasporto pubblico e la mobilità lenta al centro dei loro piani di sviluppo urbano, non è un caso che oggi queste città primeggino nelle classifiche dei centri più vivibili del continente.

Centri storici sempre più a misura d’uomo, pensati e attrezzati per chi si muove a piedi o in bicicletta sono la condizione necessaria per mutare il volto delle città donando loro nuova vita e bellezza, contrastando quel degrado che produce criminalità e condizioni di disagio sociale.

Camminare, un gesto innovativo

Ho scoperto il centro storico di Genova per caso, perdendomi tra le sue vie mentre andavo all’università e da allora ho continuato ad esplorarlo sempre utilizzando le mie gambe come mezzo di trasporto.

Un “fuori programma” è diventato per me una piacevole abitudine, ogni nuova città l’ho approcciata sempre con una certa sfrontatezza, affrontando le vie del centro camminando senza mete precise, concedendomi così il lusso di scoprire per caso angoli nascosti e meno noti.

Via Garibaldi, dove si trova il palazzo del Comune di Genova e altre residenze storiche della città, è pedonale da anni. Da allora ha visto fiorire attività ed esercizi commerciali

L’ho fatto a Genova, Roma, Firenze, Milano, Torino e in tante altre città italiane e straniere, come Barcellona e San Francisco.

In tutti i casi i miei passi, guidati spesso da dettagli e scorci, mi hanno portato a conoscere il vero volto di ciascuna metropoli, quello nascosto dietro le strade trafficate e i percorsi “forzati” di taxi e metropolitane.

Fare lunghe passeggiate non è solo un buon modo per liberare la testa da pensieri ingombranti, per riordinare le idee e vedere le cose dalla giusta prospettiva ma è anche un’ottima occasione per recuperare un po’ di attenzione ormai distrutta dalle costanti distrazioni della nostra epoca.

Tra queste sicuramente un posto preminente lo ricopre lo smartphone, diventato un prolungamento del nostro corpo. Sappiamo che lasciarlo a casa è praticamente impossibile, ma è possibile imparare ad utilizzarlo in modo positivo, come strumento per amplificare il relax delle nostre camminare col piacere dell’ascolto e della lettura.

Negli ultimi mesi sta crescendo in modo esponenziale l’offerta di contenuti audio come podcast e audiolibri, ci si può abbonare a servizi che offrono migliaia di titoli diversi, ottimi per trovare il giusto contenuto da ascoltare durante il cammino, magari qualche racconto o un bel romanzo.

Diverse ricerche condotte da Università di diversi paesi del mondo hanno indicato il cammino quotidiano, anche in città per andare al lavoro, come uno dei modi più semplici e immediati per migliorare il proprio stato di salute.

 

Perché, in pratica, camminare per spostarsi in città può salvare noi e le città

Certo, quando si parla di camminare la mente non può che immaginare montagne e ai boschi, dove il verde abbonda e l’arie è pulita, ma anche adesso tocca dire una cosa impopolare.

Camminare in città è molto meglio, prima di scatenare l’insulto lasciatemi spiegare meglio: sono decisamente maggiori gli effetti positivi per l’individuo e la collettività.

Per prima cosa muoversi al ritmo dei propri passi è il modo migliore per conoscere, qualsiasi luogo, compresa la vostra città.

Sono pronto a fare una scommessa, prendetevi qualche ora per girovagare senza una meta in centro, sono certo che vi imbatterete in angoli mai visti prima. Cose che non potrete mai notare mentre guidate o siete su una metropolitana.

Molte metropoli Americane ma anche Europee, sono state costruire pensando all’automobile come mezzo di trasporto principale. Cambiare le cose è però possibile.

Un’altra ragione, quella più importante, riguarda l’impatto del camminare sulla città. I centri urbani con maggiori aree pedonali e che incoraggiano la mobilità dolce sono più vivibili, meno inquinati e favoriscono le piccole attività commerciali ridando linfa al tessuto economico cittadino e combattendo il degrado dei centri e delle periferie.

Trasformare le città

Ci sono molte differenze tra le città italiane ed europee, ​​alcune si sono sviluppate proprio attorno all’automobile, pensate per questo tipo di trasporto e meno favorevoli per il cammino, ne è un esempio Roma.

Altri centri urbani invece avevano fin dalle loro origini una vocazione diversa, pensate per la mobilità lenta, come per esempio Bologna, Parma oppure Amsterdam e Barcellona.

La città rimane il luogo principale della nostra vita, la montagna e la campagna rappresentano (purtroppo) solo delle sporadiche parentesi, ecco perché è molto più importante cercare di mutare a fondo la vita in questi contesti, per cercare di rendere il nostro vivere quotidiano migliore.

Firenze è stata una delle città che ha maggiormente rivoluzionato la sua mobilità urbana, virando in modo deciso verso la bicicletta e la mobilità sostenibile

Oggi più della metà della popolazione del pianeta vive in aree urbane, non è mai stato così importante cercare di rimodellare  completamente l’idea di spostamento in città, l’uso dell’automobile non è più sostenibile: traffico, inquinamento, malattie dell’apparato respiratorio, ansia, stress e incidenti sono solo alcune delle emergenze che attanagliano molte città.

Sempre più problemi dell’umanità, ormai in gran parte urbanizzata, saranno risolvibili facendo funzionare meglio le nostre città.

Una rivoluzione dal basso

Le nostre gambe devono ritornare ad essere il mezzo di trasporto privilegiato per gli spostamenti quotidiani, dobbiamo abituarci a muoverci a piedi ed in bicicletta, dobbiamo spingere le amministrazioni a creare infrastrutture che favoriscano questa mobilità.

In molti altri in altri paesi europei le amministrazioni comunali si sono dovute adeguare alle richieste dei cittadini, desiderosi di ottenere infrastrutture adatte a favorire questa mobilità.

Camminare di più non abbatte solo l’inquinamento e il traffico, ma migliora la salute delle persone.

La medicina è ormai concorde nell’affermare che camminare ogni giorno un po’, anche solo mezz’ora, abbatte i rischi di patologie all’apparato cardiovascolare, contrasta il sovrappeso e, per di più, è un ottimo rimedio per ansia e depressione.

Una popolazione che si sposta a piedi ed in bicicletta combatte contro il degrado di quartieri rimasti grigi e desolati, le aree pedonali e le piste ciclabili fanno rinascere questi luoghi. Un ottimo modo per riprendersi strade, viali e piazze.