La cardiologa Renata Rogacka: camminare al freddo aiuta il cuore

Camminare d'inverno è un ottimo esercizio per il cuore. La cardiologa Renata Rogacka spiega come e perché andare a piedi, quando le temperature scendono, contribuisca in modo naturale al benessere cardiovascolare

31 gennaio 2025 - 15:15

Camminare d’inverno fa bene al cuore: la parola all’esperta

L’inverno, molto spesso, induce a impigrirsi. Le temperature fredde possono non invogliare a fare una passeggiata all’aperto.

Eppure andare a piedi, anche a basse temperature, può essere un’ottima scelta, specialmente se si soffre di determinate patologie cardiache o le si vuole prevenire.

Per capire come e perché camminare e fare attività fisica al freddo faccia bene, abbiamo intervistato Renata Rogacka, specialista in Cardiologia e Cardiologia Interventistica dell’Ospedale Pio XI di Desio.

Ecco che cosa ci ha suggerito.

1- In che modo camminare d’inverno può apportare benefici alla salute cardiovascolare?

Camminare al freddo, innanzitutto, favorisce la perfusione degli organi vitali.

Con le basse temperature, infatti, i vasi si costringono dando luogo al fenomeno della vasocostrizione, il che aumenta la pressione arteriosa e quindi la perfusione degli organi come cuore e cervello.

Questo garantisce sia una migliore funzione cardiovascolare che cerebrale.

Per questo motivo chi è più sensibile al freddo può notare anche un’ipoperfusione delle parti distali del corpo, come le dita delle mani o dei piedi.

Tuttavia, i pazienti che presentano un rischio cardiovascolare aumentato oppure non ben controllato devono fare attenzione.

Il freddo, infatti, causando la vasocostrizione delle coronarie, specie se già malate, può slatentizzare la sintomatologia anginosa (dolore al petto).

Questo è un campanello d’allarme che merita assolutamente un approfondimento cardiologico.

Al freddo il corpo deve lavorare di più per mantenere la temperatura corporea. Vengono quindi utilizzate le riserve energetiche per bruciare più calorie e generare calore.

In questo modo aumenta il metabolismo basale, il che contribuisce a un miglior controllo del peso, un fattore importante per la salute cardiovascolare.

Inoltre, a lungo termine, si riduce il rischio di sviluppare diabete, dislipidemia e ipertensione arteriosa.

Camminare in condizioni più fresche può forzare il corpo ad adattarsi e migliorare la resistenza cardiovascolare.

L’esercizio fisico svolto a basse temperature, inoltre, riduce i livelli di stress e migliora l’umore.

Oltre all’attività fisica e a un’alimentazione sana ed equilibrata, la capacità di controllare e gestire lo stress è uno dei pilastri della prevenzione cardiovascolare.

Lo stress cronico è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, confermato da diversi studi clinici.

Infine, l’esercizio fisico regolare, svolto anche a temperature fredde, rafforza il sistema immunitario contribuendo a prevenire infezioni e malattie che potrebbero influenzare indirettamente la salute cardiovascolare.

Viene inoltre ridotta l’infiammazione cronica di basso grado, co-responsabile della disfunzione dell’endotelio, il maggiore produttore di ossido nitrico, il potente vasodilatatore endogeno che aiuta a mantenere la salute cardiovascolare.

2- Come cambia la risposta del cuore praticando attività fisica a temperature più fredde piuttosto che calde?

Con il caldo la reazione dei vasi sanguini è quella della vasodilatazione, quindi il contrario di tutto quello che abbiamo descritto per il freddo.

Durante l’esercizio i muscoli producono calore, il che provoca un aumento della temperatura corporea.

Per gestire l’aumento del calore corporeo in ambiente già caldo i vasi si dilatano, la pressione arteriosa, e la frequenza cardiaca aumenta per contribuire a fornire sangue alla superficie della pelle e il rilascio di calore tramite sudorazione consentendo così il raffreddamento corporeo.

In presenza di una coronaropatia questo abbassamento della pressione arteriosa riduce l’apporto di sangue al cuore che è costretto ad aumentare la sua frequenza.

Tale situazione di eccessivo lavoro per il cuore può far scatenare la comparsa di dolori toracici che vanno assolutamente approfonditi con il cardiologo.

In aggiunta, l’eccessiva sudorazione può comportare degli squilibri elettrolitici e provocare le aritmie, potenzialmente anche gravi.

Per questo l’idratazione e integrazione dei sali minerali è fondamentale durante l’esercizio intenso a temperature più calde.

3- Quanto influisce l’esposizione al freddo a lungo termine sulla nostra salute cardiaca in assenza di patologie particolari?

Esporsi al freddo durante l’attività sportiva, sempre che quest’ultima venga svolta con le giuste precauzioni, un abbigliamento adeguato e un riscaldamento ben eseguito, può portare a miglioramenti nella resistenza cardiovascolare e nella capacità del cuore di adattarsi a situazioni di stress.

In ogni caso, è sempre bene consultare il proprio medico prima di intraprendere l’attività fisica.

Specialmente se non si è ancora a conoscenza del proprio profilo di rischio cardiovascolare, oppure se si sono già manifestati dei problemi cardiologici.

4- Le passeggiate invernali possono contribuire alla gestione di malattie cardiache già presenti, come l’ipertensione o l’insufficienza cardiaca?

L’attività fisica moderata quotidiana è sempre consigliata, ovviamente se stratificata e impostata per il rischio cardiovascolare individuale e sulla base della patologia di base.

L’esercizio fisico è sempre un valido aiuto per i pazienti cardiopatici, sia in termini di prevenzione primaria che secondaria.

Inoltre, l’attività fisica all’aperto può e deve essere praticata anche nel periodo invernale.

Nel caso di pazienti cardiopatici, in fase di stabilità clinica e con un buon controllo dei fattori di rischio, una passeggiata quotidiana a ritmo medio in inverno comporta benefici duraturi in termini di riduzione di ulteriori eventi cardio cerebrovascolari.

5- Esiste una durata o una distanza ideale da percorrere per ottenere i massimi benefici per il cuore senza rischiare sforzi eccessivi?

Le linee guida della European Society of Cardiology sono molto inclusive e consigliano l’attività fisica a tutte le categorie di pazienti cardiopatici, previa la corretta diagnosi di cardiopatia e regolari controlli cardiologici.

Ai pazienti sani, che non siano cardiopatici e non incorrano in rischi cardiovascolari, viene consigliato un allenamento di 30 minuti al giorno

per 5 giorni a settimana.

Si tratta di un’attività moderata-intensa di tipo endurance al 55/85% della frequenza cardiaca massima teorica.

Oppure si può optare per 3 sessioni settimanali da 25 minuti di attività intensa.

I benefici cardiovascolari, poi, aumentano se viene raddoppiato il tempo dell’esercizio.

Sottolineo l’importanza di valutare il rischio cardiovascolare e quindi la probabilità di eventi cardiovascolari in tutti i pazienti che intendono intraprendere l’attività fisica regolare.

 

_La pagina Instagram della D.ssa Rogacka

 

_Leggi gli altri articoli Salute e Benessere

 

_ Seguici sui nostri canali social!
Instagram –  Facebook – Telegram

 

Commenta per primo

POTRESTI ESSERTI PERSO:

Camminare fa più bene della palestra: 10 cose da sapere

Valle d’Aosta con le ciaspole: 6 itinerari spettacolari e panoramici

Piemonte con le ciaspole: 7 itinerari spettacolari e panoramici