Rendere le città più camminabili migliora la qualità della vita
Camminare fa bene, se poi a farlo sono gli abitanti di una città è ancora meglio. Infatti le città più pedonali hanno cittadini più sani, attivi e con meno malattie croniche come l'obesità, il diabete e le patologie dell'apparato cardiovascolare
In questi centri urbani ci sono comunità più forti ed economie locali più fiorenti, perché strade vissute dalle persone e non dalle auto non lasciano spazio al degradoe alla microcriminalità.
Questi gli interessanti risultati di uno studio condotto dall’Istituto per la Politica dei Trasporti e dello Sviluppo (ITDP) di New York.
La ricerca aveva l’obiettivo di stilare la classifica delle città più camminabili al mondo, nel corso degli studi sono emersi dati molto utili a capire il ruolo fondamentale della mobilità sostenibile per il benessere delle comunità locali.
Lo studio ha preso in considerazione tre parametri principali per valutare il “livello di camminabilità” di una città.
Gli elementi che rendono una città “walkable”
Il primo elemento è il numero, l’estensione e la diffusione delle aree pedonali in relazione al numero di abitanti. Minore è la distanza media tra le abitazioni e le aree pedonali più la città è considerata camminabile.
Il numero e la diffusione delle aree pedonali incide direttamente sulla possibilità di muoversi a piedi.
Il secondo parametro riguarda il numero e la distribuzione servizi essenziali, prima fra tutto presidi sanitari, ma anche scuole e uffici pubblici.
La loro distribuzione sul territorio è un altro importante fattore per comprendere quando effettivamente un cittadino possa spostarsi quotidianamente senza auto. L’ideale è che i servizi non siano, in media, più lontani di un chilometro dalle abitazioni.
L’ultimo fattore considerato è la dimensione dei quartieri, vere e proprie città nelle città, in cui si svolge gran parte delle vita quotidiana degli abitanti. Se sono troppo estesi diventano poco adatti a chi vuole camminare.
Ogni quartiere ha infatti scuole, uffici pubblici e attività commerciali, per questo quanto più sono estesi e quanto meno sono favorevoli agli spostamenti a piedi. Più sono piccoli e ricchi di attività e più favoriscono gli spostamenti a piedi.
Questa particolare classifica ha dato risultati prevedibili e alcuni sorprendenti. Prevedibilmente le città più indietro in classifica sono le metropoli americane, nate e cresciute intorno all’automobile e poco adatte a chi vuole muoversi a piedi o in bicicletta.
Le città europee ed alcune asiatiche invece sono posizionate nella parte alta della classifica, perfino una città indiana, Pune, ha raggiunto ottime posizioni. Un centro urbano che ha profondamente mutato la sua urbanistica favorendo aree pedonali, piste ciclabili e aree verdi.
La classifica finale vede Parigi, Londra, Bogotà e Hong Kong davanti a tutte le altre, sono le città più camminabili al mondo.
La necessità di un nuovo sviluppo urbano
Negli ultimi decenni le città si sono sviluppate mettendo al centro l’auto, oggi questo modello non è più sostenibile.
Infatti la loro presenza occupa tutti gli spazi rendono le città inospitali, inquinate e caotiche, consegnando interi quartieri, specie nelle periferie, al degrado e alle diseguaglianze sociali.
Questo sviluppo urbano ha portato le popolazioni cittadine a diventare sempre più sedentarie, completamente dipendenti dalle automobili, con conseguenze sanitarie molto serie sia sotto il profilo fisico e che psicologico.
Infatti, negli ultimi anni, in tutte le metropoli del mondo, specie in occidente, sono aumentate in modo esponenziale le malattie croniche.
Il diabete, l’ipertensione, il colesterolo, l’obesità e le patologie dell’apparato cardiovascolare sono ormai le maggiori cause di morte precoce al mondo, oltre a rappresentare il più alto numero di pazienti in cura nei sistemi sanitari.
Una delle poche cause di morte non legate alla sedentarietà in questa triste classifica è l’inquinamento, comunque legato all’uso eccessivo dei mezzi a motore.
Questi dati mostrano chiaramente la necessità di investire in una nuova urbanistica e mobilità urbana, incentrata sulle aree pedonali e le piste ciclabili, soprattutto in questo periodo storico in cui l’epidemia di coronavirus sta spingendo le persone a evitare il trasporto pubblico a favore dell’automobile.
Le persone utilizzano le infrastrutture che hanno a disposizione, se hanno luoghi adatti solo alle auto useranno quelle, se si progettano centri cittadini per pedoni e biciclette, le persone inizieranno a muoversi così.
Alexandra Gomes, della London School of Economic, ha commentato il risultato di questa ricerca affermando che:
“Camminare è fondamentale per avere città vivibili e deve essere considerato un diritto fondamentale dell’individuo. Per molto tempo però le aree pedonali non sono state al centro dell’urbanistica. In città come Londra le infrastrutture esistono, anche se possono essere certamente migliorate, in molte altre metropoli invece non ci sono e le città sono quasi totalmente occupate dalle auto.”.
“Milioni di persone hanno riscoperto la gioia del camminare e vogliono farlo in sicurezza nelle loro città in strade e vie che siano state pensate per questo scopo” e vogliono camminare in sicurezza, ma la pandemia ha dimostrato che troppe delle nostre strade non sono adatte allo scopo“
ha affermato Mary Creagh, dell’associazione britannica Living Streets, aggiungendo:
“I dati della ricerca condotta dall’ITDP mostrano come costruire città più camminabili sono sia essenziale per combattere problemi enormi come l’obesità e le malattie croniche e per costruire un futuro più pulito per le città”.
I mesi che seguiranno la pandemia saranno l’occasione giusta per ripensare il rapporto tra uomo e mondo che lo circonda, proprio a partire dalle città in cui vive e passa gran parte del suo tempo, che devono crescere per garantire il massimo del suo benessere.