Estate all’aperto: come prevenire i colpi di calore e cosa fare se stai male

In estate, con le alte temperature e l'umidità, il colpo di calore è una minaccia seria. Vediamo cos'è, come identificarne i sintomi, come prevenirlo e intervenire per evitare conseguenze pericolose

3 agosto 2024 - 14:00

Il caldo può essere rischioso: vediamo cosa sono i colpi di calore

Siamo nel pieno del periodo estivo, fa caldo anzi caldissimo e c’è la volontà, magari, di andarsi a godere un po’ di fresco in montagna facendo una sana escursione.

Tuttavia, il periodo che va dalla fine di luglio alla fine di agosto, alle nostre latitudini, potrebbe essere molto rischioso in questo senso.

Viene definito “canicola” o “solleone”, e rappresenta il periodo più caldo dell’anno.

La canicola è caratterizzata da ondate di calore che durano diversi giorni, con una temperatura esterna all’ombra che non scende mai sotto i 20°C durante il giorno.

Le temperature eccessive fanno sì che il corpo umano non riesca a recuperare del tutto durante la notte.

La stanchezza, quindi, si fa sentire, la disidratazione diventa un fattore concreto e il colpo di calore può aspettarci dietro l’angolo.

L’escursionismo durante un’ondata di calore, perciò, richiede l’adozione di una serie di precauzioni per evitare i rischi associati alla pratica sportiva in condizioni di forte caldo.

Ecco di seguito alcuni aspetti da tenere sempre a mente in queste casistiche.

 

1 – Colpo di sole oppure colpo di calore?

Come si è detto poc’anzi, soprattutto in virtù della canicola e diversamente da come la si possa pensare, il colpo di sole e di calore è molto frequente alle nostre latitudini.

In special modo quando ci si ritrova ad altitudini piuttosto basse durante un’escursione. Tuttavia, c’è una sostanziale differenza tra “colpo di sole” e “colpo di calore”.

Essi risultano simili per quanto riguarda i sintomi, ma non per quanto concerne le cause che li producono.

Il colpo di sole, definito anche come “insolazione”, avviene a causa di una prolungata esposizione della testa ai raggi solari, che può avvenire anche in situazioni di temperature non eccessivamente elevate.

Infatti, il fattore decisivo in questo caso dipende dalla quantità di tempo in cui si è rimasti esposti al sole senza aver protetto il capo in precedenza. Lo sforzo più o meno eccessivo, in questo senso, non fa differenza.

I sintomi possono essere eritemi, arrossamento degli occhi, sintomi neurologici legati al surriscaldamento della scatola cranica, dunque nausea, vomito e vertigini.

Il colpo di calore, o “ipertermia”, invece, è causato dalle alte temperature, dalla scarsa ventilazione e dunque da un alto tasso di umidità nell’aria che non consentono un buon funzionamento della termoregolazione dell’organismo umano.

Non è appunto un caso se questo tipo di patologia può verificarsi anche in ambienti chiusi. Il colpo di calore fa salire rapidamente la temperatura corporea fino a 40°C e oltre, quando normalmente è attorno ai 37°C.

Tutto ciò avviene quando c’è molta umidità nell’aria e il corpo fatica a disperdere il calore accumulato dalle alte temperature e prodotto dallo sforzo muscolare attraverso la sudorazione.

I sintomi si presentano improvvisamente e possono essere: assenza di sudorazione, affanno, tachicardia, febbre e collasso.

 

2 – Cosa fare in caso di colpo di sole e di calore

Per quanto riguarda il colpo di sole la soluzione è sempre la stessa. Questo significa cercare un riparo all’ombra e mettersi in posizione semi seduta.

Oppure porre delle compresse bagnate sulla testa e sui polsi e bere acqua molto lentamente.

Nel caso di un colpo di calore, invece, sarebbe necessario portare la persona interessata all’ombra, spogliarla, metterla distesa e sollevare le gambe.

Di poi, bisognerebbe cercare di idratarla poco a poco e bagnarle il corpo.

Se la persona affetta dal colpo di calore, però, dovesse manifestare subito gravi sintomi, allora è sempre bene rivolgersi direttamente al 118.

3 – Come prevenire i colpi di calore

Per non incorrere in colpi di sole oppure di calore, allora è bene partire dal corretto abbigliamento da utilizzare.

L’istinto potrebbe dirci di vestirci il meno possibile, optando per pantaloncini, una t-shirt oppure una canotta traspirante.

Tuttavia, è importante valutare il percorso che si andrà ad affrontare, la stagione in cui ci si troverà e la quota che si vorrà raggiungere.

Per quanto riguarda il primo punto, ci si potrebbe ritrovare a dover attraversare tratti caratterizzati da erba alta.

In questo caso, il pantalone lungo può risultare di grande aiuto per evitare irritazioni e proteggerci dalle zecche. Una buona soluzione è rappresentata proprio dai pantaloni modulabili.

Per quanto riguarda il secondo punto, invece: durante l’estate il meteo in montagna può subire cambi repentini, e non sono da escludersi temporali improvvisi anche nel corso della più rovente e soleggiata delle giornate.

Quindi, nello zaino magari è bene inserire sempre un guscio impermeabile.

In terzo luogo: la quota.

Più è elevata la quota massima che si vorrà raggiungere, e più il termometro tenderà a scendere. Un pile nello zaino, in questo senso, ingombra poco e può sempre tornare utile per queste evenienze.

Si potrebbe anche essere tentati dall’idea di escludere i classici scarponi da trekking a caviglia alta, optando per un paio a caviglia bassa, in modo da far respirare maggiormente il piede.

Questa scelta, però, va ponderata sulla base di quanto sarà impegnativo l’itinerario da affrontare.

Lo stesso discorso vale per i sandali da trekking: possono rappresentare una “fresca” soluzione per le escursioni facili oppure per un ricambio post escursione, tuttavia sono meno idonei su un terreno impervio.

L’aspetto fondamentale, ad ogni modo, è limitare al massimo i rischi di insolazione: perciò, bisogna sempre dotarsi di un cappellino o di una bandana, di colore preferibilmente chiaro.

In aggiunta, non possono mancare gli occhiali da sole con protezione UV, così come la crema solare (portarla nello zaino è buona norma così da poter procedere a riapplicarla, con il sudore si tende infatti a eliminarla in poche ore).

Ultima cosa fondamentale: l’acqua. L’importante, specie durante le giornate calde, è evitare la disidratazione.

Sarebbe buona regola possedere più acqua rispetto a quanto si potrebbe pensare lungo il medesimo itinerario e in condizioni meteo non estreme. Dunque, si dovrebbe optare per due litri (minimo 0,75) e, se possibile, anche di più.

4 – Quando si deve evitare un’escursione in caso di canicola

In definitiva, quando è bene rendersi conto di dover rinunciare ad un’escursione a causa del caldo eccessivo?

Di norma, nel momento in cui le temperature risultino superiori ai 30°C, oppure nel caso in cui un itinerario presenti lunghi tratti aperti e impossibili da evitare.

Oppure ancora in caso di gravi problemi di salute e di età dei partecipanti. Spesso, è meglio rimandare un’escursione per evitare possibili incidenti.

Visitare una grotta, fare una discesa di canyoning, nuotare in un fiume di montagna o pagaiare in un lago: queste sono solo alcune idee di attività alternative che potrebbero essere il giusto compromesso in attesa che le temperature diventino più accettabili.

 

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