I colori autunnali fanno bene alla nostra mente: scopriamo tutti i benefici del foliage!

2 ottobre 2024 - 12:45

Il foliage autunnale e le emozioni che scatena

Questi sono giorni dolci. Foglie secche danzano all’angolo della strada nella brezza d’autunno“.Così recitava il poeta Eugenio Montale nel componimento “L’autunno”.

Si tratta di una poesia che riflette sulla natura mutevole della stagione appena iniziata, sulla malinconia che essa porta con sé, ma anche sulla sua straordinaria bellezza.

Del resto, come dargli torto, ci si trova improvvisamente immersi nel fenomeno del foliage d’autunno, un evento straordinario che garantisce benefici non solo all’ambiente circostante ma anche a noi stessi e al nostro stato emotivo.

Il “foliage” è dovuto alla progressiva degradazione della clorofilla.

Cessata quest’ultima (ovvero il pigmento verde che sovraintende al meccanismo della fotosintesi), si vedono apparire altri pigmenti di colori differenti rispetto ai precedenti.

Ovvero i carotenoidi che tingono di giallo e arancione le lamine fogliari.

Ph.: Gettyimages/ Caludia Cooper

Il colore e la sua intensità sono determinati da tanti fattori, la specie della pianta, l’umidità, la temperatura ma anche la natura del suolo.

Diversi sono gli ambienti naturali dove poter passeggiare e ammirare questo fenomeno annuale.

Basti pensare alla riserva naturale Foresta Umbra, il cuore del Parco Nazionale del Gargano, le langhe piemontesi, il Sentiero dello Spirito del Bosco nel comasco.

E poi ancora alla faggeta del monte Cimino in provincia di Viterbo, e al Parco Naturale del monte Baldo in Trentino.

Queste sono solo alcune delle mete in cui avrete la possibilità di immergervi nel caleidoscopio di colori autunnali tipico del foliage.

Perché i colori del foliage fanno bene

Sono diversi gli studi che hanno dimostrato il fatto che vivere un’immersione nella natura, magari passeggiando attraverso i boschi autunnali, è in grado di riequilibrare sia il corpo che la mente.

Le piante, in un certo modo, sono dotate di un’energia propria, presente in qualsiasi periodo dell’anno.

Proprio questa è in grado, a sua volta, di modulare quella umana in quanto stimola nel corpo le capacità fisiologiche di autoguarigione.

Queste ultime sono costantemente in atto non soltanto nei meccanismi che contribuiscono a guarire le ferite, ma anche nella soluzione spontanea di patologie più severe.

Se ci si pensa, infatti, non è propriamente un caso se gli alberi sono onnipresenti nella storia della maggior parte delle religioni, nelle tradizioni popolari di tutto il globo e anche nell’iconografia dell’arte sacra.

Ad esempio, basti pensare alla silvoterapia (la pratica che c0nsiste nell’abbracciare gli alberi), una pratica che accomuna culture molto diverse e distanti fra di loro.

Dai tibetani agli indiani d’America.

In sintesi, le virtù terapeutiche degli alberi sono riconosciute sin da tempi antichissimi e, in questo senso, il foliage rappresenta una pratica unica e fondamentale per riappropriarsi di quell’armonia fisica e altresì interiore che, spesso, viene scalfita dalla nostra vita quotidiana.

 

La cromoterapia: come funziona

È bene rimarcare che, durante il foliage, all’energia degli alberi si somma la cromoterapia esercitata dai colori in cui ci troviamo immersi: giallo, arancione, rosso, violetto e marrone.

La cromoterapia altro non è che una cura che sfrutta i colori i quali, come si accennava, hanno un impatto bene preciso sul nostro stato emotivo.

Ph.: Gettyimages/ Rina Mskaya

Ogni colore, infatti, stimola un’area differente del nostro cervello.

Per esempio, il giallo è strettamente connesso alla saggezza dei pensieri, delle parole e anche delle azioni.

È un colore particolarmente amato dalle persone estroverse e vitali, che accolgono con entusiasmo le novità e hanno molte aspettative riguardo il futuro.

Vi è poi l’arancione, il colore della socialità, della crescita e del rinnovamento: è il simbolo dell’armonia interiore, della salute fisica, della fiducia in sé stessi e negli altri, della creatività artistica e dell’ambizione.

Infine, il rosso, il simbolo della passione, del coraggio, dell’istinto e delle pulsioni ancestrali.

Questo colore dovrebbe rappresentare la forza di volontà, la vivacità così come l’esuberanza.

Tutti i colori come questi hanno una valenza specifica, e sarebbe bene rendersene conto nel mentre che si percorrono dei cammini in questo periodo dell’anno: essi ci insegnano che il cambiamento, di cui l’autunno è il simbolo per eccellenza, non per forza ha una natura negativa.

In questo senso, bisognerebbe cercare di fare come la natura, ovvero imparare a lasciar andare, a fare spazio al nuovo “spogliandoci” di ciò che non è importante per poter vivere a pieno il presente, senza che sia necessario opporre resistenza al fluire costante delle cose.

Come trarre beneficio dall’ambiente

Mentre si cammina è bene che si tenga a mente che ogni pianta presente nell’ambiente circostante possiede delle capacità.

L’acero, ad esempio, è particolarmente utile negli stati depressivi, nei cambiamenti, ed è una pianta decisamente importante se ci si vuole liberare dalle dipendenze.

Il cipresso, invece, può sostenerci nei momenti di disperazione, quando una via d’uscita sembra impossibile.

E poi ancora il glicine, il quale stimola l’introspezione, contribuisce a ritrovare la calma perduta, a superare le paure e a vivere nel qui e ora.

In un certo senso, il nostro organismo sa sempre di che cosa necessita.

Motivo per cui è sempre un bene avvicinarsi agli alberi rispetto ai quali ci sentiamo istintivamente attratti.

Seppur in modo differente, tutte le piante sono infatti antinfiammatori, antiossidanti, antidepressivi, disintossicanti e immunostimolanti.

Il loro campo d’azione è, per l’appunto, infinito, anche se tra i più potenti ci sono sicuramente l’abete rosso, l’acero, il frassino, il nocciolo, il noce e il pioppo.

L’energia prodotta dall’ambiente, tuttavia, non va intesa in senso letterale come fosse una bacchetta magica in grado di risolvere ogni problema o disturbo.

Questa fonte energetica, piuttosto, andrebbe intesa come una forma di sollievo dai sintomi che ci tormentano.

Dopodiché, spetta solo a noi stessi cambiare il nostro stile di vita oppure i pensieri che hanno portato a sentirci in un determinato modo.

Il foliage e la riscoperta della meraviglia 

Passeggiare nel foliage e ammirare lo spettacolo che ne deriva ci insegna anche a riscoprire come meravigliarsi, esattamente come si fa quando si è bambini.

Osservare la natura, infatti, contribuisce a creare situazioni di agio e a ridimensionare le situazioni quotidiane: infatti, esistono studi che dimostrano come si possa giovare di un effetto rilassante anche solo osservando, a distanza, un bosco autunnale.

Una prima evidenza scientifica risale al lontano 1984 quando Roger Ulrich, un medico dell’Università del Texas, si rese conto che i pazienti ricoverati all’interno di stanze che si affacciavano su un parco alberato posto al di fuori dell’ospedale presentavano minori complicazioni post operatorie.

Queste persone, infatti, tendevano a soffrire minori dolori, facevano meno ricorso ai farmaci antidolorifici e avevano tempi di recupero molto più brevi rispetto ad altri pazienti.

Ph.: Gettyimages/ AntonioGuillem

Successivamente, nel 1993, lo stesso Ulrich dimostrò anche che dei semplici quadri raffiguranti dei paesaggi naturali potessero aiutare nel recupero.

In quell’anno, il medico dimostrò una migliore ripresa per i degenti della terapia intensiva, i quali potevano ammirare fotografie di paesaggi molto luminosi con prati, alberi e corsi d’acqua.

In sintesi, il foliage è certamente l’esempio di come la natura sia ben predisposta nei nostri confronti, si mette sempre a disposizione, ed è bene tenerlo a mente ogni qual volta si decida di intraprendere un cammino o una passeggiata in questa stagione dell’anno.

 

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