Pressione arteriosa alta, estate e montagna: ecco come comportarsi
Soffrire di pressione alta può creare problemi a chi fa trekking? Vediamo cosa c'è da sapere e gli accorgimenti da adottare per godersi una camminata in montagna senza rischi
Pressione arteriosa e ipertensione: ecco cosa bisogna sapere
Stando a quanto dimostrato da uno studio dell’università Milano-Bicocca, la pressione arteriosa aumentain modo significativo durante l’esposizione in alta quota (ovvero sopra i 2500 metri), e inizia a modificarsi già ad altitudini moderate.
Si tratta di un fenomeno da tenere in considerazione soprattutto se si soffre di ipertensione arteriosa.
Specialmente se il desiderio è quello di vivere la montagna in sicurezza senza troppi rischi per l’apparato cardiovascolare.
L’ipertensione arteriosa, condizione spesso asintomatica che interessa circa il 40% degli adulti in occidente, è infatti il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari.
Quasi tutti possono andare in montagna se la pressione è ben controllata, tuttavia chi soffre di cuore dovrebbe adottare alcuni fondamentali accorgimenti in più.
Raggiungere le vette e praticare attività fisica in montagna, in virtù di quanto detto, significa non salire oltre il consentito e seguire piccole regole comportamentali come mangiare bene e garantirsi le temperature ottimali.
Così come è fondamentale effettuare tutti i controlli medici necessari pre partenza e monitorare il proprio stato durante la permanenza in montagna.
Altitudine e ipertensione: ecco cosa comporta la salita
Entrando nel dettaglio della questione, è bene dire che, salendo in quota, la concentrazione di ossigeno tende a diminuire.
Per questa ragione, già a 1200 o 1500 metri sopra al livello del mare, la pressione sarà significativamente più bassa rispetto a quanto possa essere in pianura.
Il freddo, poi, può essere una nemesi per chi soffre di cuore poiché costringe le arterie e le coronarie aumentando la pressione e favorendo episodi ischemici, soprattutto in chi ne è predisposto.
In questo caso, sopra i 1500 metri di altezza, ma ancora di più oltre i 2000 metri, si assiste a un aumento significativo della pressione.
Perciò, chi ha la pressione alta in montagna dovrà prestare più attenzione rispetto agli altri.
Quando controllare la pressione e quali sono i valori giusti
Il paziente cardiopatico dovrebbe effettuare un controllo medico prima della partenza e altresì monitorare regolarmente la propria pressione in montagna, perché potrebbe salire oltre i valori soglia.
Anche i pazienti normotesi che non presentano disturbi cardiaci, ma che possono essere “a rischio” per familiarità e altre condizioni, dovrebbero comunque tenere monitorati i propri valori pressori.
Di norma, infatti, potreste avere la pressione più alta rispetto a quella che registrate in città.
La pressione del sangue, inoltre, deve rimanere entro un range di valori prestabiliti per assicurare ossigeno e nutrienti a tutti i tessuti.
Tali valori idealmente dovrebbero essere: 80 mm\Hg per la minima e 120mm\Hg per la massima.
In ogni caso, non si dovrebbero superare questi valori: 90 mmHg per la pressione minima, 140 mmHg per la pressione massima.
Come riconoscere i campanelli d’allarme
Come si possono riconoscere i sintomi della pressione alta?
Innanzitutto, in questi casi prevale la sensazione di affaticamento e fiato corto: se sentite mancarvi il respiro è sempre saggio scendere di quota.
Chi soffre di coronarie, poi, può avvertire anche sensazione di pesantezza al petto o palpitazioni anomale, soprattutto quando cammina in salita, a causa dei dislivelli tipici delle zone montuose.
In questo modo, infatti, si affatica di più il sistema cardiovascolare e la pressione tende ad aumentare, così come la frequenza cardiaca e la necessità del cuore di essere fornito di ossigeno.
In questi casi, è bene e necessario scendere e farsi controllare da un medico.
I soggetti più a rischio
Come si accennava prima, chi dovesse soffrire di forme instabili di ischemia oppure di scompenso cardiaco grave, è bene che eviti le altitudini in generale.
Se il soggetto dovesse avere una ipertensione ben controllata, una malattia coronarica non grave, uno scompenso cardiaco lieve (di classe prima e seconda) e una pressione ottimale, allora può certamente andare in montagna.
L’importante è adottare alcuni accorgimenti fondamentali per vivere la quota senza preoccupazioni.
Come affrontare la montagna in serenità
Tutti coloro che sono cardiopatici, ma non soggetti a forme severe di ipertensione, scompenso e malattia coronarica, è bene che seguano queste semplici regole.
Innanzitutto, coprirsi sempre molto bene, tenendo al caldo il torace e anche la bocca.
Inspirare aria ghiacciata, infatti, può provocare episodi ischemici in chi è predisposto a una malattia coronarica.
Bisogna poi cercare di abituare il corpo all’altezza: questo significa rimanere a una quota moderata per qualche tempo e, solo in un secondo momento, salire ulteriormente di altitudine.
Ma anche evitare di mangiare cibi grassi e molto salati, gli alcolici e tutti gli alimenti che aumentano la pressione arteriosa e peggiorano il rischio coronarico.
Infine, bisognerebbe limitare al minimo l’esercizio fisico oppure praticarlo con una certa regolarità, commisurando l’attività alle proprie condizioni cardiologiche.
Seguici sui nostri canali social!
Instagram – Facebook – Telegram