da Casa di Seu si percorre una strada in terra battuta per un breve tratto, in direzione sud-est; ad un bivio s’infila la deviazione sulla destra, diretta al mare. Raggiunta la scogliera si nota un capanno ricostruito a fini didattici: rappresenta un esempio di tipica abitazione dei pescatori del Sinis, ormai in disuso, con pareti in legno ed il tetto realizzato con un’erba palustre, il falasco. Qui, un breve tratto di percorso è stato attrezzato per renderlo fruibile anche a persone con ridotta possibilità motoria. Seguendo il litorale, che si sviluppa per circa un chilometro ad altezze comprese tra 5 e 15 metri sul livello del mare, si arriva all’antico torrione di avvistamento, Turr’Seu, sull’estrema propaggine del Parco; nelle rocce sottostanti nidificano tanti volatili, tra cui i piccioni selvatici. Seguendo il periplo della costa, con l’isolotto Is Caogheddas sempre in vista, si incontrano delle lamiere che testimoniano la presenza di un mercantile affondato poco al largo. Man mano gli arenili sabbiosi subentrano all’alta scogliera, fino a guadagnare l’ampia spiaggia di Maimoni, formata da minuscole sfere di quarzo candido. Ora, tagliando verso l’interno, si abbandonano le dune sabbiose; avanzando in mezzo alla macchia mediterranea bassa e profumata è possibile scoprire anche tracce di tartarughe terrestri. Una volta riconnessi alla strada in terra battuta, tra palme nane e pino d’Aleppo si arriva in breve al punto di partenza. Ricordiamo che il Centro di esperienza Casa di Seu, aperto da aprile a metà ottobre, è una struttura di accoglienza pensata per informare e sensibilizzare gli escursionisti sull’importanza dell’ambiente naturale e in particolare di quello marino e costiero.