Portogallo, isola di Madeira: un paradiso per l’outdoor tra foreste e vulcani
Madeira: un paradiso per il trekking e l’avventura
Vini insoliti cha ammaliano con profumi e sapori intensi. Fitte foreste di laurisilva con oltre tre quarti d’isolaprotetti da un parco naturale e riserva della biosfera Unesco.
Madeira sembra essere l’isola che ha tutto. Eppure un tempo la “perla dell’Atlantico” del Portogallo aveva un forte problema di immagine.
“Un posto squallido e noioso”, disse un amico inglese allo scrittore americano Paul Bowles negli anni ‘50. “Nessuno ci va, tranne signore molto anziane.”
Bowles – noto per i suoi viaggi negli angoli più selvaggi del Nord Africa – ignorò gli avvisi dell’amico, partì alla volta dell’isola e rimase incantato da Madeira e da tutto quello che riesce a offrire.
A circa quattro ore di volo da Roma o Milano, Madeira è un paradiso per gli escursionisti di ogni specie, particolarmente popolare per inglesi, francesi e tedeschi, anche se, in questa tranquilla destinazione per tutto l’anno, a 300 miglia a ovest del Marocco, si sta sempre più intensificando la presenza di turisti italiani.
Esplorazione dei vulcani di Madeira
Le piscine naturali di lava nera di Porto Moniz non sono lontane dalla capitale dell’isola, Funchal. Fino a poco tempo fa ci volevano diverse ore di tortuosa strada di montagna per arrivarci.
Ora sono raggiungibili in poco più di mezz’ora grazie a una rete di autostrade e tunnel che attraversa il cuore roccioso dell’isola.
A Porto Moniz le piscine naturali si sono formate grazie all’incontro tra le onde dell’Atlantico e qualche eruzione vulcanica preistorica, che formava anelli appuntiti di roccia lavica nera lungo il litorale.
Con il tempo, l’erosione ha trasformato gli anelli arrotondandoli e rendendoli in uno dei posti balneabili più strani e più belli del mondo.
Più di 4.500 metri quadrati di piscine di acqua salata limpide e tranquille, riempite dalle onde marine, scaldate dal sole tropicale e separate dall’impetuoso surf oceanico dalle pareti laviche.
Una rete di sentieri escursionistici, che segue più di 1500 chilometri di canali di irrigazione in pietra, stretti tra valli e montagne, noti come levadas, che attraversano in lungo e largo il massiccio montuoso di Madeira.
Molti conducono alla foresta Laurisilva, un residuo della vegetazione semi-tropicale che copriva completamente l’isola prima che gli esploratori portoghesi arrivassero nel 1419, importante per l’equilibrio climatico che si riflette anche sulle grandi correnti atlantiche e cicloniche.
Una delle levadas più panoramiche è la Levada do Caldeirao Verde, che si snoda per sette chilometri penetrando con tunnel pedonali oltre le radure verdeggianti e regalando agli escursionisti le immense viste sull’oceano.
Il percorso termina in una radura dove una cascata si getta da 91 metri di altezza a formare un laghetto incantato di acqua cristallina.
La parte est di Funchal permette di fare un viaggio sulle montagne russe lungo pendici vertiginose, villaggi pittoreschi e selvagge rive dell’Atlantico.
La varietà di paesaggi è sconcertante: c’è l’Africa tra le piantagioni di banane di Calheta; c’è l’Irlanda a pochi chilometri lungo le falesie erbose di Ponta do Pargo; ci sono i paesaggi cinesi tra le vette di Pico Ruivo ricoperte di nuvole che sembrano dipinti.
La storia di Madeira offre spunti molto interessanti. Nel XV secolo, Madeira era una grande piantagione di canna da zucchero che riforniva di dolcezza l’Europa settentrionale.
I mercanti di Anversa e Bruges erano tra i migliori clienti, il che spiega come Funchal divenne uno scrigno di opere d’arte di Dieric Bouts, Gerard David e altri maestri fiamminghi.
Successivamente, anche Cristoforo Colombo si fermò sull’isola per diversi anni, in quanto sposò la figlia del governatore di Porto Santo; qui ebbe modo di studiare le correnti che resero possibile la cosiddetta “scoperta” dell’America.
Esplorando Madeira tra storia, natura e cucina
Il Mercado dos Lavradores di Funchal (il mercato degli agricoltori) è uno spettacolo unico al mondo. Venditori di fiori con vestiti tradizionali e gonne color arcobaleno.
Mercanti di pesci che maneggiano machete per tagliare il tonno a forma di siluro e il temibile (ma ottimo!) pesce sciabola. Il pesce è favoloso, ma qui è la frutta l’attrazione principale.
Quasi tutto quello che c’è al mercato cresce qui. Le banane dell’isola sono piene di sapore e c’è una varietà sconcertante di frutti della passione, papaia, mango, mele alla crema.
C’è poi la monstera deliciosa, un frutto tipico dell’isola che ha il sapore della banana incrociata con l’ananas.
Sicuramente, però, la curiosità porta tutti i visitatori a soffermarsi alla zona dei banchi del pesce per guardare da vicino il pesce sciabola.
È impossibile non vedere questi abitanti da incubo degli abissi oceanici: lucide creature simili a serpenti neri con occhi sporgenti e mascelle da lupo.
Il pesce sciabola nero è il pesce preferito di Madeira: la carne bianca e soda viene servita ovunque, spesso in combinazioni strane ma gustose con banane fritte e maracuja.
A Madeira anche il cibo è molto gustoso e particolare.
Gli chef dell’isola utilizzano tutti ingredienti locali per creare piatti come la tempura di pesce sciabola nera, la crema di riso con patelle grigliate, il ketchup di tamarillo o la creme-brûlée di frutto della passione con gelato alla mela e basilico.
I ristoranti di Madeira si stanno rapidamente costruendo una reputazione gastronomica interna ha dato una prima stella al prestigioso ristorante William nell’hotel di Reid.
Lasciandoci Funchal alle spalle, possiamo raggiungere la vertiginosa Fajã dos Padres, una striscia di terra ai piedi delle scogliere che la dominano, raggiungibile solo in barca o con una precipitosa discesa in funivia.
Tavoli ombreggiati da palme si affacciano su una spiaggia di ciottoli, mentre tutto intorno ci sono giardini che forniscono frutta e verdura biologica.
Un tempo Fajã era un ritiro per sacerdoti gesuiti che producevano dolci vini Malmsey per rendere più piacevole il loro isolamento, mentre i viaggiatori moderni che cercano di allontanarsi da tutto possono fermarsi a mangiare o sorseggiare un frullato di mango ai piedi della scogliera.
Gastronomia locale: frutta esotica e frutti di mare
Per continuare il nostro giro, arriviamo a Curral das Freiras, un villaggio circondato da un anfiteatro di montagne frastagliate. Il nome deriva dalle suore (freiras) che vi si nascondevano per sfuggire ai pirati che saccheggiavano le coste.
A parte lo scenario drammatico, la cittadina è rinomata per le castagne raccolte dai pendii boscosi più bassi.
In stagione, vengono mangiate arrostite in strada o su tavoli da pranzo, elaborate in piatti come zuppa di castagne, capretto arrosto con castagne e budino di castagne innaffiato con liquore di castagne.
Per rimanere in tema, anche il vino di Madeira è tornato di moda, soprattutto negli Stati Uniti. Le vendite sono raddoppiate e le vendemmie producono vini di diverse qualità che vendono per migliaia di litri.
I migliori provengono da singole varietà di uve, che vanno dalle asciutte Sercials e Verdelhos, servite come aperitivi, ai ricchi Buals e Malmseys, perfetti per accompagnare le torte di sciroppo di canna da zucchero tipiche dell’isola.
In tema culinario, nonostante tutte le acque ricche di frutti di mare (famose le lapas, patelle grigliate con burro e aglio), il piatto preferito degli isolani è spudoratamente carnivoro: l’Espetada.
Un piatto che si prepara con pezzi di manzo marinati con vino e sale e poi infilzarli in un bastone tagliato dagli alberi di alloro, e quindi arrostito sui carboni ardenti. Il posto migliore per gustare una “boa espetada”?
Nel villaggio collinare di Estreito de Camara de Lobos, sede di rinomati ristoranti come Santo Antonio, Viola e As Vides, dove viene servita con cubetti di polenta fritta e patatine fritte con aglio e origano.
Madeira è famosa per il suo vino, ma anche per i posti dove i locali si dissetano con una potente bevanda chiamata poncha.
È tradizionalmente prodotta con aguardente de cana (rum dell’isola) con succo di limone, succo di arancia e miele, anche se a volte vengono utilizzati frutto della passione, mandarino o altri frutti.
L’itinerario verso il Pico do Ariero
La salita ripida fa sì che le macchine lottino per uscire dalla terza marcia, ma la salita vale la pena quando la strada emerge su un altopiano illuminato dal sole rotto da picchi spogli che si insinuano attraverso soffici nuvole bianche.
Le viste possono estendersi dalla costa settentrionale frastagliata a Funchal, nel sud.
Da qui un bellissimo sentiero panoramico porta alla cima più alta di Madeira, Pico Ruivo (rovinato) a 1888m di altitudine.
Raggiunta la cima da dove si può ammirare l’isola come se fosse una carta geografica, ci si può dirigere verso Monte, la quintessenza dell’esperienza di un viaggio a Funchal dal 1850.
Sotto la bella chiesa di Nossa Senhora do Monte, che ospita le spoglie mortali di Carlo I, ultimo imperatore di Austria – Ungheria, bande di uomini muscolosi in pantaloni bianchi e cappelli di paglia si adagiano in mezzo a cataste di toboga fatte di canne intrecciate.
I visitatori a due a due si infilano in uno di questi carrelli – slittino che saranno lanciati da due uomini su una discesa a strapiombo lungo due chilometri di ripidi vicoli stretti.
I corridori si aggrappano alla slitta per guidarla verso Funchal a velocità che può arrivare anche a 65 chilometri all’ora.
La corsa termina nei pressi di un parco pubblico dove ci si può riprendere prima di tornare alle bellezze madeirensi.
Come non parlare infine degli stupendi giardini tropicali vanto dell’isola?
La madre di tutti i giardini pubblici è il Jardim Botanico da Madeira, che trabocca di oltre 3000 tipi di piante.
Tra questi ci sono le fioriture endemiche dell’isola come i gerani “rosa shocking” di Madeira o il fiero “orgoglio blu” dei fiori di Madeira.
I giardini attuali si estendevano attorno a una quinta costruita da una famiglia britannica intorno agli anni 1880 che gode di ampie vedute su Funchal.
Qui ci si può rilassare in attesa di lasciare questo paradiso e tornare alle nostre vite terrene, sognando di tornare al più presto in questo piccolo pezzo di terra sperduto in mezzo all’Atlantico.
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