Di itinerari pericolosi ce ne sono per tutti i gusti in ogni angolo del pianeta e fare una classifica del brivido outdoor è impossibile.
Ne abbiamo scelti cinque ai confini tra trekking e avventura, in luoghi spesso esotici e remoti.
Sono per i più intraprendenti o incoscienti.
O forse, per chi vuole solo immaginare di percorrerli.
Dicono che il tè offerto alla Tea House sulla vetta sud del Monte Hua Shan, nella provincia dello Xian, sia tra i migliori della Cina.
Certo deve trattarsi di una fama meritata, se per vivere l’antica cerimonia taoista bisogna camminare – è un eufemismo – su quello che almeno nell’immaginario web è considerato il più pericoloso itinerario di trekking al mondo.
Il percorso per raggiungere quello che fu anche un tempio tao inizia con una lunga e scoscesa scalinata scavata nella roccia, dal non troppo benaugurate nome di Scalinata del Paradiso.
Da lì in poi il sentiero diventa una serie di tavole di legno usurate dal tempo e dalla pioggia aggrappate alla roccia, che ogni tanto si interrompe lasciando come supporto solo una catena e qualche grosso chiodo.
Le statistiche sugli incidenti sono incerte. Non ci sono dati ufficiali.
Alcuni parlano di 100 vittime ogni anno, ma è altamente inverosimile e assomiglia più ad una leggenda che circola incontrollata in rete.
L’arrivo alla Tea House consente di rilassarsi. Poi, però, bisogna tornare indietro
Certo, l’affollamento e l’abbigliamento da gita fuori porta utilizzato dai cinesi non aiuta.
Negli anni le autorità hanno comunque cercato di mettere in sicurezza la parte più esposta.
Sconsigliato a chi non apprezza il tè d’alta quota e la compagnia di altre 30 persone in infradito sull’orlo del precipizio.
Lungo il cammino sono numerosi i fiumi da guadare su tronchi d’albero. Si tratta di passaggi molto pericolosi, perchè il livello del torrente può crescere in pochi minuti
La giungla, i guadi su strette passerelle fatte di tronchi, il fango alle caviglie: non molto è cambiato sul sentiero di Kokoda da quando, tra l’estate e l’autunno del 1942, in Papua Nuova Guinea si combatté una delle battaglie decisive per le sorti del conflitto sul fronte del Pacifico.
Certo, non si rischia più di soccombere all’artiglieria giapponese, ma i pericoli della foresta sono rimasti gli stessi.
La mappa del Kokoda Trail
Lungo i 96 km che da Gona conducono a Port Moresby passando per il villaggio di Kokoda, si cammina lungo creste da brivido, immersi nella vegetazione che per alcuni tratti oscura la luce del giorno.
Seguire le orme dei soldati australiani che con i Kahori respinsero l’offensiva giapponese non è cosa da poco.
La malaria, le forti escursioni termiche , le improvvise piogge pomeridiane mettono alla prova anche i più avventurosi.
A seguito dell’incremento nel numero dei trekker sono purtroppo aumentate anche le vittime, una decina circa negli ultimi anni. Sconsigliato a chi non ama l’umidità.
A prima vista, un paradiso. Le spiagge vergini, la foresta incontaminata, i ripidi pendii vulcanici.
Tuttavia, il paradiso può velocemente trasformarsi in un inferno: le piogge repentine possono cambiare i fiumiciattoli in torrenti inarrestabili in poche ore e renderne il guado pericolosissimo.
18 km con viste da cartolina dal paradiso, ma il sentiero del Kalalau è tanto bello quanto pericoloso
La caduta di massi è frequente, soprattutto vicino alla cascate.
Il sentiero è strettissimo, a volte schiacciato sulla roccia a precipizio sul mare, come nel caso del tratto noto come Crawler’s Edge.
Quando siete lì, l’ultima cosa da augurarsi è un improvviso temporale tropicale.
Il sentiero si fa stretto e scivoloso nel lungo tratto del Crawler’s Ledge
C’era una volta la Sociedad Hidroeléctrica del Chorro.
Per consentire ai propri operai di lavorare alle centrali del Chorro, nella provincia di Malaga, la compagnia costruì un apposito percorso ed il primo a camminarci fu l’allora Re Alfonso XIII.
Alcuni tratti spettacolari del Cammino prima della messa in sicurezza, adatti più ai climbers che ai trekkers
Negli anni, a seguito dell’abbandono degli impianti, il passaggio cominciò a perdere pezzi, diventando una sorta di itinerario-sfida per i trekkers in cerca di adrenalina.
Il Caminito dopo la messa in sicurezza del percorso a partire dal 2015
Il pericolo indusse le autorità a vietare – senza successo – di intraprendere l’itinerario. Si decise così di rimettere in sesto questo trekking divenuto leggendario, sostituendo tutte le passerelle mancanti.
Oggi el Caminito è percorribile camminando sopra passerelle in legno, installate per permettere a tutti di percorrere questo ‘itinerario sospeso’ senza correre particolari rischi.
Il Cammino del Re però merita di stare in questa classifica, perchè nonostante adesso percorrerlo sia più sicuro, rimane il brivido di camminare su piccole passerelle a 100 metri di altezza.
_ Per maggiori informazioni si può visitare il sito dell’ente spagnolo del turismo.
Siamo a due passi da Rozier, lungo le gole scavate dal Tarn, nello spettacolare palcoscenico disegnato dall’acqua millenaria del fiume nel Massiccio Centrale francese.
Una buona parte del percorso è attrezzato, facendone più una via ferrata che un trekking in senso stretto, ma alcuni passaggi particolarmente esposti possono essere aggirati seguendo un normale sentiero.
Ponti di corda, tirolesi, tratti in cui si cammina accarezzando la roccia verticale: c’è tutto il necessario per fare una esperienza di quelle da ricordare e raccontare per fare invidia a chi non c’è ancora stato.
Suggerimento: dopo tanti brividi, finita l’escursione, provate la truffade, il piatto tradizionale: patate, toma e aglio infornate in casseruola.
È un po’ pesante, sì. Ma se avete completato la Via de Liaucous, sarà una passeggiata.
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