Man hiking on top of the mountain. Grandfather Mountain’s Mile-High Swinging Bridge surrounded by autumn mountain scenery. Grandfather Mountain State Park,North Carolina, USA.
Immaginate un sentiero lungo quasi tre volte l’Italia, curatissimo e immerso tra fitti boschi, prati e dolci vallate.
Negli Stati Uniti d’America esiste, ed è uno dei percorsi a tappe più lunghi e famosi al mondo.
Si chiama Appalachian Trail – Sentiero degli Appalachi in italiano – e per molti escursionisti costituisce la sfida di una vita, un itinerario simbolico e pregno di significati, così come lo sono altri grandi cammini come il Cammino di Santiago o la Via Francigena.
L’Appalachian Trail – come viene anche chiamato il sentiero – si sviluppa lungo gli Appalachi, la catena montuosa della East Coast, che si estende dalla Georgia al Maine toccando 14 stati.
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Il sentiero venne istituito già negli anni ’20 e completato nel 1937, diventando così il più antico percorso escursionistico di lunga distanza degli Stati Uniti.
Non fu necessario aspettare molto tempo per vederlo diventare un itinerario leggendario.
Intorno al suo nome si sono sviluppati i miti di grandi escursionisti e figure rimaste nella storia, come Baltimore Jack o la prima donna a percorrere interamente il sentiero, “Granma” Emma Gatewood.
_ Leggi anche: la storia di Granma Gatewood, la prima donna a percorrere l’Appalachian Trail.
Partendo da Springer Mountain, in Georgia – punto di inizio sul lato meridionale – ci si trova di fronte una grande varietà di ambienti naturali, tra cui foreste, fiumi, cascate e viste panoramiche dalle cime delle montagne.
Lungo il percorso ci sono i 262 i rifugi, 165mila i tipici segnavia bianchi da seguire, dipinti su alberi, rocce e altre superfici.
Il sentiero attraversa diversi parchi nazionali, tra cui il Great Smoky Mountains National Park, lo Shenandoah National Park e l’Acadia National Park.
Il percorso si chiude con una delle scalate più spettacolari: quella alla vetta del monte Katahdin, nel Maine.
Per chi non ha 6 mesi a disposizione per l’intero percorso, ci sono dei luoghi che non si possono perdere, come il McAfee Knob, uno sperone roccioso che domina una grande valle e che rappresenta uno dei luoghi più fotografati dell’AT.
Sono però numerosi i viewpoint sparsi in tutto il tragitto. Nel Maryland l’Annapolis Rocks è praticamente una poltrona di roccia a strapiombo su boschi fittissimi.
A 900 metri di altezza sopra la Catawba Valley, in Virginia, le Tinker Cliffs sono un luogo ideale per fermarsi a pranzare e godersi la splendida vista.
Nel North Carolina, poi, c’è il Max Patch: il punto finale di un’escursione fattibile anche in giornata, che si apre come un enorme pratone erboso con vista sulle Great Smokies a ovest e sulle Black Mountains a sud-est.
Le cime non arrivano mai a quote elevatissime – il punto più alto sono i 2.025 metri del Clingmans Dome, nelle Great Smoky Mountains.
Ciò consente anche agli escursionisti meno esperti di intraprendere uscite non necessariamente massacranti, ma la quota media – relativamente bassa – non deve trarre in inganno: se considerato sulla totalità del percorso, il dislivello è di oltre 140 km, che sarebbe come scalare 30 volte il Monte Bianco.
Ecco perché per molti l’Appalachian Trail è una di quelle esperienze che cambiano la vita, e che richiede un lungo training per allenare la resistenza fisica e mentale.
Le ricompense, però sono incommensurabili: in alcuni tratti ci si immerge letteralmente in bellezze naturali incontaminate, si stringe amicizia con compagni di viaggio provenienti da tutto il mondo.
Diventa una palestra per imparare a conoscere sé stessi anche quando si presentano imprevisti lungo il percorso.
In generale gli escursionisti che tentano il percorso completo – circa 3.000 ogni anno – iniziano il loro viaggio in primavera o in estate, poiché il tempo invernale nelle alte quote può essere pericoloso e imprevedibile.
Il thru-hiking, ossia il percorrere interamente il tragitto, richiede in media dai 5 ai 7 mesi per essere completato.
Secondo i dati dell’Appalachian Trail Conservacy – l’associazione no-profit che si occupa della manutenzione e della cura di tutto il sentiero – sono circa 3 milioni le persone che ogni anno mettono piede sull’AT.
L’organizzazione provvede poi ogni anno a tenere pulito e curato il percorso, grazie all’azione di oltre 241mila volontari.
_ Qui si può consultare la mappa interattiva dell’intero percorso
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