

Trekking col brivido: i 10 sentieri più pericolosi al mondo
Dai ponti sospesi nel vuoto alle tempeste improvvise, dalla giungla ai vulcani, ecco dieci trekking per cuori forti, spettacolari e selvaggi, in giro per il mondo
Trekking da brivido: 10 itinerari-avventura da percorrere o sognare di farlo
Di sentieri pericolosi ce ne sono per tutti i gusti in ogni angolo del pianeta e fare una classifica del brivido outdoor è impossibile.
Ne abbiamo scelto dieci ai confini tra trekking e avventura, in luoghi esotici e remoti, oppure qui da noi, in Europa.
Sono per i più intraprendenti o incoscienti.
O forse, per chi vuole solo immaginare di percorrerli.
1 – Laugavegur Trail, Islanda: tra vulcani e tempeste di vento
Un’esperienza unica tra ghiacciai, deserti di lava e fiumi glaciali, il Laugavegur è il trekking più famoso d’Islanda, ma anche uno dei più insidiosi.
Il vero pericolo è il meteo imprevedibile: tempeste di vento possono colpire all’improvviso, con raffiche così forti da far volare via le tende, mentre la nebbia fitta rende impossibile orientarsi.
In alcuni punti bisogna guadare fiumi senza ponti, mentre le notti nelle highlands islandesi possono essere gelide anche in piena estate.
Nonostante la bellezza dei paesaggi, molti escursionisti sottovalutano la difficoltà di questo trekking e finiscono per abbandonare a metà percorso.
_Tutto quello che c’è da sapere sul Laugavegur Trail
2 – The Maze, Utah: meglio pensarci due volte prima di entrare nel labirinto
Niente acqua, pochi sentieri segnati, canyon tortuosi e pareti di arenaria che si somigliano tutte.
Siamo nel cuore del Canyonlands National Park, nello Utah, una delle aree più remote e pericolose degli Stati Uniti. Qui, chi si avventura senza esperienza, rischia di perdersi per giorni, senza alcun punto di riferimento.
Oltre all’orientamento difficile, i pericoli includono il caldo torrido di giorno, il freddo di notte e la totale assenza di rifornimenti d’acqua.
Non a caso, i ranger del parco avvertono i visitatori: se vi cacciate nei guai, i soccorsi potrebbero impiegare giorni per trovarvi.
_Tutto quello che c’è da sapere, incluse le mappe, su The Maze
3 – Il Monte Hua Shan, Cina: per chi ama il tè e le emozioni forti
Dicono che il tè offerto alla Tea House sulla vetta sud del Monte Hua Shan, nella provincia dello Xian, sia tra i migliori della Cina.
Certo deve trattarsi di una fama meritata, se per vivere l’antica cerimonia taoista bisogna camminare – è un eufemismo – su quello che almeno nell’immaginario web è considerato il più pericoloso itinerario di trekking al mondo.
Il percorso per raggiungere quello che fu anche un tempio tao inizia con una lunga e scoscesa scalinata scavata nella roccia, dal non troppo benaugurate nome di Scalinata del Paradiso.
Da lì in poi il sentiero diventa una serie di tavole di legno usurate dal tempo e dalla pioggia aggrappate alla roccia, che ogni tanto si interrompe lasciando come supporto solo una catena e qualche grosso chiodo.
Certo, l’affollamento e l’abbigliamento da gita fuori porta utilizzato dai cinesi non aiuta.
Negli anni le autorità hanno comunque cercato di mettere in sicurezza la parte più esposta.
Sconsigliato a chi non apprezza il tè d’alta quota e la compagnia di altre 30 persone in infradito sull’orlo del precipizio.
_Una guida in italiano al Monte Hua Shan
4 – Kokoda Track, Papua nuova Guinea: per chi ama una passeggiata nella giungla
La giungla, i guadi su strette passerelle fatte di tronchi, il fango alle caviglie: non molto è cambiato sul sentiero di Kokoda da quando, tra l’estate e l’autunno del 1942, in Papua Nuova Guinea si combatté una delle battaglie decisive per le sorti del conflitto sul fronte del Pacifico.
Certo, non si rischia più di soccombere all’artiglieria giapponese, ma i pericoli della foresta sono rimasti gli stessi.
Lungo i 96 km che da Gona conducono a Port Moresby passando per il villaggio di Kokoda, si cammina lungo creste da brivido, immersi nella vegetazione che per alcuni tratti oscura la luce del giorno.
Seguire le orme dei soldati australiani che con i Kahori respinsero l’offensiva giapponese non è cosa da poco.
La malaria, le forti escursioni termiche , le improvvise piogge pomeridiane mettono alla prova anche i più avventurosi.
A seguito dell’incremento nel numero dei trekker sono purtroppo aumentate anche le vittime, una decina circa negli ultimi anni. Sconsigliato a chi non ama l’umidità.
_Tutto quello che c’è da sapere sul Kokoda Track
5 – Drakensberg Grand Traverse, Sudafrica: non per chi ama le comodità
Un trekking senza compromessi: 200 km tra il Sudafrica e il Lesotho, tra valli e passi esposti che non lasciano spazio a errori.
Il vero pericolo è la quasi totale assenza di infrastrutture: niente rifugi, niente acqua potabile e, soprattutto, nessuna segnaletica.
Chi intraprende questa traversata deve portare con sé tutto l’occorrente per sopravvivere in una delle zone più selvagge dell’Africa.
I panorami sono straordinari, ma il rischio è sempre dietro l’angolo.
_Le informazioni dettagliate sul DGT
6 – Kalalau Trail, Hawaii: il paradiso pericoloso
A prima vista, un paradiso. Le spiagge vergini, la foresta incontaminata, i ripidi pendii vulcanici.
Tuttavia, il paradiso può velocemente trasformarsi in un inferno: le piogge repentine possono cambiare i fiumiciattoli in torrenti inarrestabili in poche ore e renderne il guado pericolosissimo.
La caduta di massi è frequente, soprattutto vicino alla cascate.
Il sentiero è strettissimo, a volte schiacciato sulla roccia a precipizio sul mare, come nel caso del tratto noto come Crawler’s Edge.
Quando siete lì, l’ultima cosa da augurarsi è un improvviso temporale tropicale.
_Il sito ufficiale del Kalalau Trail
7 – Kungsleden in inverno, Svezia: per chi non teme il freddo
D’estate è un trekking meraviglioso, d’inverno diventa un viaggio da esploratori polari.
Attraversando le lande ghiacciate della Lapponia svedese per oltre 400 km, il Kungsleden è un itinerario affascinante ma spietato.
Le temperature possono scendere fino a -40°C, le bufere di neve cancellano ogni traccia del sentiero e la solitudine è assoluta: niente rifugi riscaldati, pochissimi villaggi lungo il percorso e un alto rischio di congelamento in caso di equipaggiamento inadeguato.
L’ipotermia è un pericolo costante, e anche il più piccolo errore di valutazione può avere conseguenze gravi.
Chi affronta questo trekking in inverno deve essere autosufficiente e avere esperienza in condizioni estreme.
_Il sito ufficiale del Kungsleden Trail
8 – El Caminito del Rey, Spagna: brividi tra rocce ed acqua
C’era una volta la Sociedad Hidroeléctrica del Chorro.
Per consentire ai propri operai di lavorare alle centrali del Chorro, nella provincia di Malaga, la compagnia costruì un apposito percorso ed il primo a camminarci fu l’allora Re Alfonso XIII.
Negli anni, a seguito dell’abbandono degli impianti, il passaggio cominciò a perdere pezzi, diventando una sorta di itinerario-sfida per i trekkers in cerca di adrenalina.
Il pericolo indusse le autorità a vietare – senza successo – di intraprendere l’itinerario.
Si decise così di rimettere in sesto questo trekking divenuto leggendario, sostituendo tutte le passerelle mancanti.
Oggi el Caminito è percorribile camminando sopra passerelle in legno, installate per permettere a tutti di percorrere questo ‘itinerario sospeso’ senza correre particolari rischi.
Il Cammino del Re però merita di stare in questa classifica, perché nonostante adesso percorrerlo sia più sicuro, rimane il brivido di camminare su piccole passerelle a 100 metri di altezza.
_Il sito ufficiale del Caminito del Rey
9 – Monte Roraima, Venezuela: per chi è pronto a sfidare la natura selvaggia
La montagna che ha ispirato “Il mondo perduto” di Arthur Conan Doyle è un luogo magico e inospitale.
Salire sulla vetta di questo tepuí, un’enorme montagna con pareti verticali e una sommità piatta, è un’impresa che richiede più giorni di cammino attraverso la foresta amazzonica, guadando fiumi e scalando rocce scivolose.
La discesa è ancora più difficile: il sentiero si trasforma in un torrente di fango durante le piogge, e l’umidità è costante.
Per non parlare della fauna locale: insetti di ogni genere, serpenti velenosi e rane tossiche.
_La vetta del Monte Roraima può essere raggiunta anche dal versante brasiliano
10 – La Via de Liaucous, Francia: un’esperienza da ricordare
Siamo a due passi da Rozier, lungo le gole scavate dal Tarn, nello spettacolare palcoscenico disegnato dall’acqua millenaria del fiume nel Massiccio Centrale francese.

Una buona parte del percorso è attrezzato, facendone più una via ferrata che un trekking in senso stretto, ma alcuni passaggi particolarmente esposti possono essere aggirati seguendo un normale sentiero.
Ci sono due percorsi, uno light e uno difficile. Quello difficile è davvero solo per esperti.
Ponti di corda, tirolesi, tratti in cui si cammina accarezzando la roccia verticale: c’è tutto il necessario per fare una esperienza di quelle da ricordare e raccontare, per fare invidia a chi non c’è ancora stato.
_Una guida completa alla ferrata
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