

Abruzzo, 5 meravigliosi borghi arroccati da visitare in primavera
Nei borghi arroccati d'Abruzzo, il tempo sembra essersi fermato: tra vicoli stretti, antiche fortezze e panorami unici, scopriamo il fascino di questi gioielli segreti, immersi nella natura, all'ombra del Gran Sasso e della Maiella
Abruzzo in primavera: 5 borghi arroccati segreti, tra natura e storia
L’Abruzzo custodisce borghi che sono piccoli gioielli d’arte e di storia, immersi nella natura selvaggia all’ombra del Gran Sasso e della Maiella.
Arroccati su speroni di roccia o montagne da cui si godono panorami unici, sono uno scrigno di storia e arte, e in primavera diventano un’ottimo punto di partenza per camminate e attività outdoor.
Raccontano una storia unica fatta di tradizioni, anche gastronomiche, che restano nella memoria dei viaggiatori.
Ecco alcuni tra i più belli borghi arroccati d’Abruzzo da visitare nella bella stagione.
1 – Castel del Monte, natura e tradizioni
Castel del Monte si trova tra le meravigliose vallate del Gran Sasso e dei Monti della Laga, e si tratta di un piccolo borgo collocato a 1310 metri d’altitudine.
Il borgo dà l’impressione di essere un paese illustrato che racchiude storie di pastori transumanti e di antichi mestieri, magie e streghe.
È infatti noto anche con il nome di “Capitale dei pastori”: attualmente, le vecchie abitazioni accolgono varie ricostruzioni della vita pastorale sul modello di un museo diffuso, a partire dalla pastorizia, fino al lavoro nei campi e alla lavorazione della lana.
Il nucleo abitativo più antico di Castel del Monte è denominato anche “Ricetto” ed è costituito da un affascinante labirinto di vicoli con mura di cinta e archi scavati nella roccia calcarea.
Sono numerosi gli scorci caratteristici del centro storico: passaggi coperti, case-torri e loggiati, ma anche affreschi, tessere dei mosaici e rappresentazioni sui muri delle case, delle vere e proprie rievocazioni di vita quotidiana e di antiche tradizioni.
Tra i vari edifici religiosi è consigliata una visita alla chiesa della Madonna del Suffragio o “Madonna dei pastori”, a quella di San Rocco e alla chiesa Matrice di San Marco.
Tra le prelibatezze gastronomiche va assaggiato assolutamente il Canestrato di Castel del Monte: si tratta di un formaggio ricavato dalla caseificazione di latte ovino crudo, con aggiunta di sale e caglio.
_ La pagina dei Borghi più belli d’Italia dedicata a Castel del Monte
2 – Casoli, panorami unici
Casoli è un piccolo borgo della provincia di Chieti che, dall’alto, domina tutta la valle dell’Aventino, una delle aree più belle di tutto l’Abruzzo per le esperienze outdoor.
Il borgo nacque nel periodo altomedioevale per via della necessità degli abitanti della cittadina romana di Cluviae di spostare il loro centro abitato in collina per difendersi dagli attacchi dei saraceni.
Per questa ragione la città di Casoli si chiamava originariamente “Casulae”, ossia “agglomerato di piccole case”.
Durante la Seconda guerra mondiale questo paese è stato scelta dal regime fascista come luogo in cui internare gli “ebrei stranieri”.
Dal 1940 fino al 1943 la città vide arrivare diversi prigionieri che venivano poi rinchiusi nel Palazzo Tilli e presso la sede dell’ex Municipio.
Oltre a una storia travagliata e difficile Casoli vanta diversi tesori architettonici e un ricco patrimonio naturale.
Il nucleo antico risale al IX secolo e, tra le architetture meritevoli di visita, ci sono il Castello Ducale, simbolo del paese che ha ospitato Gabriele D’Annunzio, e la chiesa di Santa Reparata, costruita verso la metà del XV secolo, arricchita da un pregevole soffitto e portali romanici.
Non è però da dimenticare la Torretta di Prata: inizialmente utilizzata per avvistare i nemici in arrivo, nel corso del XIX secolo divenne il covo di banditi e briganti della zona.
Vale la pena esplorare anche i dintorni del borgo: la Riserva Naturale controllata Lago di Serranella vanta trecento ettari di terreno ricco di percorsi escursionistici.
_ Su questa pagina di Abruzzo Turismo trovate altre curiosità su Casoli
_ La pagina ufficiale della Riserva Naturale Lago di Serranella
3 – Pacentro, il Medioevo nel cuore della Maiella
Pacentro è una vera e propria gemma del Parco Nazionale della Maiella che si trova a una manciata di chilometri da Sulmona.
Questo affascinante borgo medievale collocato a 700 metri d’altitudine è stato inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia: la sua posizione l’ha reso una meta molto gettonata per tutti coloro che amano i soggiorni all’insegna della natura, della cultura e del relax.
Le radici di Pacentro risalgono al lontano VIII secolo, momento in cui il borgo passò sotto il controllo del monastero di San Vincenzo al Volturno.
Dopo i fiorenti anni di epoca normanna (X e XI secolo) il paese fu governato da diverse famiglie nobiliari tra le quali gli Orsini, i Colonna e i Recupito di Raiano.
Nel corso degli anni Settanta il paese divenne oggetto di un piano di rivalorizzazione turistica che ha visto anche la ristrutturazione del castello e l’apertura di varie strutture e servizi per l’accoglienza turistica.
Il simbolo del borgo è il Castello, tra le fortificazioni meglio conservate della regione, mentre il cuore dell’abitato è piazza del Popolo, dove si trovano sia una fontana seicentesca che la chiesa quattrocentesca di Santa Maria Maggiore.
Merita una visita anche il Palazzo La Rocca, sede del municipio, la chiesetta di San Marcello risalente all’XI secolo e la chiesa di San Marco.
Nei dintorni non mancano sentieri e itinerari che portano alla scoperta del patrimonio naturale circostante.
_ Questa pagina dei Borghi più Belli d’Italia offre qualche informazione in più su Pacentro
_ Il sito ufficiale del Parco della Maiella dove trovate alcuni spunti per i sentieri da percorrere nella zona
4 – Santo Stefano di Sessanio, un viaggio nel tempo
Santo Stefano di Sessanio è un piccolo centro della provincia dell’Aquila collocato in una bellissima posizione panoramica sulla valle del Tirino.
Giungere in questo borgo significa essere proiettati in un tempo lontano: le case costruite in pietra calcarea bianca, il silenzio avvolgente dei suoi vicoli lastricati e la natura circostante contribuiscono a creare una realtà unica nel suo genere.
Sotto l’egemonia dei Medici Santo Stefano divenne un importante centro economico della signoria fiorentina.
Era noto per il commercio della lana “carfagna”: veniva prodotta nel borgo, lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.
A conferire il nome a questo paese è la chiesa Madre di Santo Stefano Martire, edificio di pregio al quale si aggiungono il Palazzo del Capitano, la chiesa della Madonna del Lago e soprattutto la Torre Medicea.
Quest’ultima è il simbolo del borgo e, da essa, si dipanano i vicoli e le varie case a torre.
A pochi chilometri da Santo Stefano di Sessanio c’è anche il maestoso Castello di Rocca Calascio, uno tra gli edifici più importanti di tutto l’Abruzzo.
_ Su questa pagina del Parco del Gran Sasso trovate altri spunti utili su Santo Stefano di Sessanio
5 – Pietracamela, il borgo con vista sul Gran Sasso
In provincia di Teramo, alle pendici del Corno Piccolo del Massiccio del Gran Sasso, c’è il minuscolo borgo di Pietracamela, tra i più belli d’Italia.
Si tratta di una località di montagna silenziosa composta da edifici risalenti al Quattrocento, piccoli scorci e strade dal sapore unico che raccontano una storia lontana.
Meritano una visita le chiese di San Leucio, San Giovanni e San Rocco, ma anche le varie antiche iscrizioni spagnole, le icone e le dimore sparse per tutto il borgo, in particolare casa Signoretti.
Pietracamela è uno degli angoli montani più suggestivi di tutto l’Abruzzo immerso in uno scenario naturale meraviglioso che vale la pena esplorare.
Dal borgo partono infatti svariati sentieri che conducono alle sorgenti del Rio Arno, alla Madonnina del Gran Sasso, una statua in bronzo chiamata anche la “Bianca Castellana” custodita in una chiesetta sulla cresta dell’Arapietra a 2050 metri, fino al Rifugio Franchetti.
Quest’ultimo è situato nel Vallone delle Cornacchie su uno sperone di roccia a 2433 metri.
Non bisogna dimenticarsi di assaggiare il piatto tipico di questo piccolo borgo: si tratta dei ravioli di Pietracamela chiamati anche “ucavciaun”, ossia “pasta non lievitata” cotta e cosparsa di zucchero.
_ Questa pagina dei Borghi più Belli d’Italia offre tutte le informazioni utili su Pietracamela
_ La pagina ufficiale del Parco del Gran Sasso dove potete trovare diversi spunti per i percorsi nell’area del borgo
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