Un viaggio-evento all’insegna del turismo lento, delle tradizioni culinarie locali e della storia che anima una parte del Lazio ancora poco conosciuta.
Si tratta di un angolo del territorio laziale situata a sud di Viterbo che comprende ben 13 borghi unici e ricchi di storia: Calcata, Canepina, Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte, Vallerano, Vasanello e Vignanell0.
Un cammino che porta alla scoperta della terra dei “Borghi sospesi dell’Agro-Falisco”, una terra al tempo occupata dalla civiltà dei Falisci, maestri esperti nella lavorazione della ceramica, e attraversata dall’antica via Amerina, uno dei simboli principali dell’Agro Falisco.
Proprio dalla Via Amerina si diramano vari sentieri che si addentrano nel verde incontaminato dei boschi che nascondono misteriosi ruderi e necropoli, come quella del Cavo degli Zucchi (a pochi chilometri da Fabrica di Roma e vicina a Falerii Novi), la più grande necropoli falisca esistente.
L’iniziativa è stata completamente plastic-free, accessibile con i treni e organizzata in modo da garantire sia il trasporto dei bagagli che quello delle persone interessate.
L’evento sul territorio, che si è svolto tra il 5 e l’8 ottobre, era incentrato sulla scoperta di un nuovo cammino tra i Borghi dell’Agro Falisco e i monti Cimini, un territorio situato nell’alto Lazio, a cavallo tra Roma e Viterbo.
Il tutto è stato organizzato dal Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre, così come dal Festival nazionale del turismo responsabile IT.A.CÀ.
Un tratto del cammino all’interno delle caratteristiche Forre
Gli obiettivi dell’iniziativa, che è riuscita a coinvolgere un gran numero di partecipanti, sono stati diversi:
La via Amerina è una strada davvero unica che, procedendo tra ponti e tagliate, rappresenta una delle prime importanti architetture dell’espansionismo romano.
Ad oggi è una delle strade meglio conservate dell’Etruria Meridionale. L’antico tracciato che attraversa l’Agro Falisco, la via Amerina, venne costruita nel IV secolo a.C., durante il periodo di piena espansione romana.
Un tratto della storica via Amerina
La strada venne completata dopo la distruzione della capitale falisca Falerii Veteres (odierna Civita Castellana), nel 241 a.C.
I Romani costruirono questa strada in modo distaccato rispetto ai principali insediamenti falisci, questo per escluderli e impedire nuove rivolte.
La struttura della strada indica la volontà dei romani di rivalutare l’intero territorio, ed è la prima a procedere in linea retta rispetto alle altre che tendono a seguire la morfologia dell’ambiente.
Ponti e tagliate scavate nel tufo, poi, permettono di attraversare le forre e abbreviare le distanze.
Lungo il cammino sono stati percorsi alcuni tratti dell’antica via Amerina – ancora i fase di ripristino – così come del cammino Tuscia 103, realizzato dal CAI di Viterbo.
La suggestiva camminata è stata suddivisa in 4 giorni di viaggio. La prima tappa del cammino ha condotto i camminatori dalla stazione ferroviaria di Orte allo splendido “borgo sospeso” di Corchiano.
Nel corso della traversata i partecipanti hanno potuto ammirare il monte Soratte che, grazie alla propria forma nonché alla sua posizione nel mezzo della valle del Tevere, ha da sempre stimolato fantasie, curiosità e ha ispirato scrittori dell’antichità come Orazio.
Difficile non nominare lo splendido tratto che ha attraversato l’interno delle vie cave di Corchiano, dove è stato possibile scorgere le antiche rovine di una città neolitica.
Caratteristico di Corchiano è anche lo spazio presente all’interno del borgo dedicato al presepe vivente che si svolge ogni anno nel periodo natalizio.
I chilometri percorsi sono stati ben 23, ma con un dislivello non particolarmente duro (+461 m -314 m);
La seconda tappa è stata la più impegnativa dal punto di vista della difficoltà e del dislivello: è cominciata proprio da Corchiano per proseguire verso Castel sant’Elia, un borgo che offre una vista dal proprio santuario che vale, probabilmente, tutta la fatica del viaggio.
Emanuele Palazzini, l’esperto della seconda tappa, ha condotto il gruppo alla scoperta dell’antica città di Falerii Novi, luogo in cui venne trasferito il popolo falisco in occasione della conquista romana.
Un momento suggestivo è stato il passaggio all’interno della necropoli del Cavo degli Zucchi, in cui le tombe vennero scavate sulle pareti della tagliata che costeggia la strada e i cui reperti sono conservati oggi nel Museo Nazionale dell’Agro Falisco.
Il gruppo ha concluso la tappa nello splendido borgo di Nepi, eretto su una rupe di tufo circondata da una forra. Conosciuta in antichità come Nepet, dall’etrusco Nepa, che significa acqua.
Per questo viene detta anche città delle acque, circondata da torrenti, fonti e piccole cascaste. Secondo alcune leggende è stata costruita 458 anni prima di Roma dal leggendario Termo Larte.
In questo caso, i chilometri percorsi sono stati 21, con un dislivello più agevole rispetto alla prima tappa (+356 m -374 m);
La terza tappa è stata decisamente più breve, circa 17 chilometri, ed è iniziata proprio dal borgo di Nepi per giungere a Calcata, passando per l’incantevole valle del Treja.
Camminare per Calcata è davvero un’esperienza coinvolgente e suggestiva. Nasconde scorci dietro ogni angolo, tra vicoli che si intrecciano e panorami improvvisi sulle forre.
In mezzo alle botteghe degli artisti che vivono sulla rupe, sono tanti i locali caratteristici pronti ad accogliere visitatori e turisti.
Questo giornata di cammino è stata la meno impegnativa di tutto il percorso, con un dislivello di +270 m -300 m.
La quarta e ultima tappa del cammino collega Calcata al Comune di Faleria, piccolo borgo nel quale merita una visita il Castel fogliano e l‘Eremo di San Famiano.
A proposito di Faleria, è interessante sapere che il paese, durante il Medioevo, assunse una notevole importanza e questo grazie a Castel Paterno, ultima fortezza a difesa del Papa.
Il castello è stato il teatro della morte di Ottone III, imperatore del Sacro Romano Impero.
La tappa si conclude a Civita Castellana, un’antica cittadina circondata da suggestive bellezze naturali e che custodisce un grandioso Dumo.
Collocata su altissimi speroni di tufo e attraversata da profonde forre, nell’antichità il suo nome era Falerii Veteres ed era la capitale della civiltà falisca.
Nel Rinascimento fu residenza papale, tra i pontefici più importanti: Alessandro VI Borgia e Giulio II della Rovere. Il paese è noto in tutto il mondo per la sua produzione ceramica.
Nell’ultima tappa il gruppo di camminatori ha camminato per 18 chilometri con un dislivello superiore al giorno precedente ma, in ogni caso, affrontabile (+347 m -373 m).
È bene segnalare che, oltre all’iniziativa da poco conclusa, il programma degli eventi è ancora ricchissimo e proseguirà per tutta la stagione invernale, almeno fino alla fine di febbraio 2024.
Tra i tanti appuntamenti vi saranno:
_ Il programma completo degli eventi è disponibile sul sito dei Borghi dell’Agro Falisco