Viaggio nell’Agro Falisco: un angolo di Lazio ricco di storia, natura e cultura
Le origini dell’Agro Falisco
Un territorio ancora poco conosciuto, selvaggio e racchiuso nel verde incontaminato.
Si tratta dell’Agro Falisco, una porzione diterra situata nella provincia di Viterbo, nella parte sud della Tuscia, al confine dell’Etruria meridionale.
Il fiume Tevere segna il confine est, mentre a nord-ovest limitano l’area i monti Cimini. A sud il confine di questo territorio è segnato dalla valle del Baccano e del monte Soratte mentre a ovest ci sono Monterosi e il Lago di Bracciano .
É un luogo che ha caratteristiche storiche e ambientali che lo rendono unico e meta ideale per gli amanti del turismo lento ed esperienziale.
Infatti, già dall’antichità, questo territorio era caratterizzato dalla presenza di un’antica popolazione, i Falisci, da cui questo Agro, Falisco appunto, ha preso il nome.
I siti archeologici trovati in questo territorio, in un primo momento attribuiti agli Etruschi, testimoniano la presenza di una popolazione laboriosa e sviluppata che aveva scambi regolari proprio con gli etruschi.
I due popoli infatti erano confinanti e tenevano buoni rapporti, con conseguenti ottime unioni sociali e culturali.
L’affinità culturale con gli Etruschi si nota anche nei culti religiosi, le divinità venerate dai Falisci, infatti, erano simili al pantheon etrusco: Apollo, Minerva, Mercurio e, in particolare, Giunone, invocata con l’epiteto di Curite.
Anche l’architettura ha molti elementi affini: le caratteristiche stilistiche dei templi in cui venivano venerate le divinità ricordano le strutture etrusche, sempre abbellite da magnifiche decorazioni fittili in terracotta.
In poche parole: l’Agro Falisco è un territorio piccolo ma con un’identità forte, meta ideale per un viaggio nella storia e nella natura, alla scoperta di antiche tradizioni.
I Falisci, gli antichi abitanti di questo angolo di Lazio
I falisci hanno avuto grande importanza nella storia italica, soprattutto grazie alla loro abilità nella lavorazione della ceramica.
Quest’arte, di cui furono measti, li rese noti già dall’antichità.
Il momento di massimo splendore economico e artistico, ma anche di affermazione politica, dei falisci è stato il IV secolo a.C. In questo periodo la città di Falerii Veteres, l’odierna Civita Castellana, venne infatti elevata a capitale dell’intero territorio.
Anche se disinteressati alle attività belliche, i falisci resistettero alla minaccia Romana per circa due secoli. Infatti, la potenza crescente dei falisci si scontrò presto con le mire espansionistiche dei Romani.
Ci furono lunghi anni di guerre logoranti, alternati a qualche breve tregua. Per resistere all’assedio, i Falisci si allearono più volte con i vicini Etruschi, nel tentativo di fermare l’avanzata delle legioni Romane nei loro territori.
L’assedio a Falerii Veteres, nel 241 a.C., segnò la fine della guerra.
Nel giro di qualche giorno, la città venne distrutta, depredata ed esclusa dalle nuove vie di comunicazione, questo per evitare che quelle popolazioni potessero rifiorire grazie ai commerci.
Gli abitanti vennero trasferiti in una città di fondazione romana, situata in un luogo facilmente controllabile dai vincitori: Falerii Novi.
Le Forre: gole scavate nel tufo rosso
L’Agro Falisco è un territorio dalla caratteristiche uniche: al visitatore distratto può apparire come un tradizionale panorama collinare ma, camminando tra le sue vallate, si possono scoprire delle profonde gole scavate nel tufo rosso.
Queste formazioni si chiamano forre e sono l’effetto dello scorrere di acque fluviali che, col tempo, hanno aperto valli e scavato grossi canali.
La vegetazione che ricopre questo terreno vulcanico si estende su una superficie di 42 ettari.
Nelle gole si trovano oggi quattro diversi tipi di ecosistemi che variano a seconda della profondità: fluviale, rupestre, boschivo e agricolo.
Il fondovalle, caratterizzato anche da profonde rupi e tagliate di tufo, porta i visitatori in un’atmosfera misteriosa e unica, dove il verde lascia spesso lo spazio a questi monumenti naturali
La geomorfologia dell’ambiente deriva dal materiale delle esplosioni vulcaniche cimino-vicane, da cui il tufo rosso, sedimentato su fondali sabbiosi e di origine marina.
Questo territorio ospita una fauna molto variegata: sono presenti specie particolari come il toporagno acquatico di Miller e il moscardino (roditore).
Percorrendo gli itinerari di questo territorio si possono anche osservare esemplari di martora, puzzola, cinghiale, istrice, volpe, ghiro, tasso, faina e il raro gatto selvatico.
Sono presenti anche molte specie di volatili: il martin pescatore, la gallinella d’acqua, il picchio verde, il picchio rosso maggiore, l’upupa, l’usignolo, il piccione selvatico, la poiana.
Gli esempi migliori di questo suggestivi ecosistemi sono:
_ Il parco della valle del Treja;
_ Il monumento naturale delle Forre;
_ L’oasi WWF di Pian Sant’Angelo.
In cammino nell’Agro Felisco
La via Amerina
Uno dei cammino più iconici di tutto il territorio è sicuramente la storica Via Amerina, conosciuta anche come “il cammino della luce”.
Le caratteristiche uniche di questa antica via di comunicazione, che attraversa ponti romani, tagliate falische e meraviglie naturali, la rendono una delle prime architetture realizzate dai Romani dopo avere conquistato questo territorio.
É anche una delle strade meglio conservate dell’Etruria meridionale, nonostante sia stata costruita attorno al IV secolo a.C., in pieno periodo di espansionismo romano.
Questo percorso arriva fino alla città di Amelia e venne completato solo dopo la distruzione della capitale falisca Falerii Veteres nel 241 a.C.
Proprio i romani costruirono questa strada in modo distaccato rispetto agli altri insediamenti falisci e la ragione era una sola: escludere i falisci e impedire loro di rivoltarsi nuovamente all’impero.
Nello stesso periodo i Romani costruirono anche la città di Falerii Novi, situata su un territorio pianeggiante e dunque più facile da controllare a differenza di Falerii Veteres che è arroccata su un alto sperone di tufo.
Per spingere lo sviluppo di questo nuovo centro e del territorio circostante, i Romani lo resero una delle città principali della Via Amerina, che passava attraverso questo insediamento e procedeva in linea retta attraverso queste terre.
La via Amerina è un gioiello per chi vuole fare un trekking nel Lazio, è un percorso che permette infatti di immergersi nella storia antica di questa parte della Regione.
Inoltre, dal tracciato principale del cammino, si diramano numerosi sentieri che permettono di addentrarsi nei fitti boschi di quest’area, alla scoperta di necropoli e ruderi antichi.
Nell’Agro Falisco si possono infatti visitare numerose tombe falische, insediamenti rupestri, vie cave, torri, i castelli, centri medievali e caverne preistoriche, oltre allo splendore naturalistico delle forre e della rigogliosa vegetazione.
Ne è un esempio la necropoli del Cavo degli Zucchi, la più grande necropoli falisca esistente. Un luogo suggestivo, pieno di fascino e mistero, perfetto per chi ama viaggiare a passo lento alla scoperta delle tracce di antiche civiltà.
La necropoli è a pochi chilometri da Fabrica di Roma ed è vicina al sito di Falerii Novi.
_ Scopri la descrizione completa della Via Amerina.
Il Cammino Tuscia 103: dal Tevere al mare
Oltre alla via Amerina, c’è un altro sentiero che dal fiume Tevere raggiunge il mar Tirreno, passando per l’Agro Falisco e la Tuscia: è il Cammino Tuscia 103.
Questo percorso inizia dalla stazione di Orte scalo e prosegue verso ovest fino a raggiungere la città di Tarquinia.
Il progetto è nato su iniziativa del Club Alpino Italiano CAI (sezione di Viterbo), che lo ha tracciato e ne cura tutt’ora la segnaletica.
Questo itinerario permette di scoprire la parte più settentrionale dell’Agro Falisco e dei Monti Cimini, ed è possibile unirlo con alcuni tratti dell’antica Via Amerina.
Le prime tappe infatti attraversano Orte, Vasanello e Soriano nel Cimino, per poi addentrarsi nella Tuscia fino al mare.
Lungo il tragitto sarà possibile scorgere dei paesaggi davvero unici: a partire del Monte Cimino e dalla Faggeta Vetusta, quest’ultima riconosciuta dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità.
Si passa poi per la riserva naturale del lago di Vico, dove si cammina con vista sul suggestivo lago vulcanico.
Superato il territorio comunale di Viterbo, il cammino raggiunge il cuore dell’Etruria meridionale e qui si cammina tra paesi come Barbarano Romano, Civitella Cesi e Monte romano, e si possono ammirare siti d’interesse come la necropoli di San Giuliano, il parco Marturanum, San Giovenale e Luni sul Mignone.
Il cammino si conclude nella meravigliosa Tarquinia, in cui è possibile visitare i tanti siti archeologici etruschi, unici in Italia, come la necropoli dei Monterozzi, l’ara della Regiona, la tomba delle Leonesse, la tomba dei Leopardi e tanti altri tesori.
_ Scopri la descrizione completa del Cammino Tuscia 103
_ Scopri i Borghi Sospesi dell’Agro Falisco