Le ciclovie più belle d’Italia: pedalare sulle vecchie ferrovie dismesse
In Italia sono oltre 5.000 i chilometri di ferrovie dismesse.
A partire soprattutto dagli anni ’60, quando il mondo della ferrovia iniziava ad essere investito da un’inesorabileevoluzione, molte tratte vennero chiuse perché considerate “rami secchi” poco remunerativi.
Simile sorte toccò anche ad alcune linee principali, ricostruite con varianti in galleria per aumentare la competitività rispetto alla fiorente industria della gomma.
Alcune delle tratte più belle, però, oggi vivono una seconda vita grazie alla loro trasformazione in piste ciclabili: un modo per riutilizzare in chiave green le vecchie infrastrutture dove i treni girano solo nei ricordi.
Dalle Alpi del Friuli ai trabocchi d’Abruzzo, in questo articolo vedremo le piste ciclabili più panoramiche ricavate dalle vecchie ferrovie italiane dismesse.
1 – La Ciclovia Alpe Adria
Era una ferrovia importante, quella che correva sul tracciato della “Alpe Adria”.
Da Udine, i binari seguivano il corso del Tagliamento e poi del Fella, infilandosi nella Val Canale fino a Tarvisio, e da lì, fino a Villach.
Oggi una variante in galleria rende il percorso più rapido, e sulla vecchia tratta a binario unico si sviluppa il tracciato italiano della pista che collega Salisburgo, in Austria, a Grado, in Friuli Venezia Giulia.
Entrando in Italia dal valico di Coccau, la pista tocca Tarvisio e prosegue verso Camporosso, Ugovizza, Malborghetto.
Si attraversano i comuni dove italiano, friulano, sloveno e tedesco ancora si mescolano tra i suoi abitanti, dopodiché si prosegue verso Pontebba sempre circondati da montagne austere e ripidi roccioni.
Dopo aver superato il centro principale della Valcanale – Pontebba – si procede verso Pietratagliata, Dogna e Chiusaforte, dove la vecchia stazione è stata adibita a punto di sosta con un piccolo museo sulla ferrovia Pontebbana.
Si raggiunge la bassa valle a Carnia, toccando poi Venzone – nella lista dei borghi più belli d’Italia – e Gemona del Friuli.
Qui termina il tratto ferroviario che ricalca la vecchia Pontebbana, ma la Alpe Adria prosegue ancora verso Udine, Palmanova e Aquileia giungendo alla fine sulle rive del Mar Adriatico.
2 – La Ciclovia della Val Rosandra
Sempre in Friuli Venezia Giulia c’è una pista ciclabile che parte dal cuore della città di Trieste e in pochi chilometri finisce in mezzo alle suggestive aree del carso giuliano e sloveno.
Ripercorre il tracciato di una vecchia linea chiusa nel 1961, che raggiungeva Erpelle (oggi Hrpelje, in Slovenia) e si congiungeva alla ferrovia transalpina tra Gorizia e l’Istria.
Il paesaggio che si incontra è davvero inatteso: formazioni carsiche, forre, rocce e grotte circondano il percorso, mentre si transita su vecchi ponti e gallerie.
Il percorso è di difficoltà moderata, i 18 km di tracciato si percorrono in 2/3 ore ed è preferibile utilizzare una mountain bike in quanto per il 70% si tratta di una strada sterrata.
Per seguire il percorso basta seguire le indicazioni per la ciclopedonale Giordano Cottur – dedicata al grande ciclista giuliano – iniziando dal quartiere triestino di San Giacomo.
Guadagnando progressivamente quota, la città via via si dirada e ci si addentra tra i boschi avvicinandosi al confine.
Di tanto in tanto è possibile vedere i resti di qualche vecchia stazione, mentre ci si dirige verso la parte più selvaggia, quella che precede il paesino di Draga Sant’Elia.
Proseguendo si incontra il confine di stato – segnalato a bordo pista da un cartello – dopodiché in pochi chilometri si arriva a Erpelle, oggi uno dei punti di transito più utilizzati per andare in Slovenia.
3 – La Voghera Varzi
Completamente differente è il paesaggio che circonda la Voghera – Varzi, una vecchia ferrovia chiusa nel 1966, che attraversava le colline dell’Oltrepò pavese.
Partendo da Voghera, il tracciato si sviluppa per circa 35 chilometri su sede propria, tenendo un profilo pianeggiante per la prima quindicina di chilometri, fino a Salice Terme.
In questo tratto la greenway lambisce Codevilla, offrendo una suggestiva visuale sui vigneti dove si producono i celebri vini dell’Oltrepo, poi passa per antiche rocche medievali e castelli.
Seguendo il corso del torrente Staffora, giunge alla stazione di Salice Terme, dove parte il tratto più appenninico: dalla località termale, conosciuta fin dall’epoca romana, si inoltra verso il centro storico di Godiasco.
A Ponte Nizza, la vecchia stazione oggi ospita il museo della vecchia ferrovia e funge da punto di accoglienza per i visitatori.
Infine, oltrepassata anche Bagnaria, si giunge al capolinea di Varzi con le sue torri, i suoi piccoli vicoli e gli edifici di epoca malatestiana.
4 – Il vecchio trenino Roma – Fiuggi
Una stradina punteggiata da curiosi pali in metallo corre tra i colli del frusinate.
È il tratto adattato a ciclovia della vecchia linea a scartamento ridotto Roma – Fiuggi.
Oggi si può ripercorrere il tratto più lontano dalla Capitale sulla vecchia sede ferroviaria.
Partendo da Serrone, un percorso panoramico – nonché protetto dal traffico stradale – passa in mezzo alla campagna e a piccoli boschetti.
Con viste sui monti Lepini e sui Colli Albani, si sfiorano di tanto in tanto le vecchie stazioni e piccoli borghi – come Acuto o Piglio, che si dividono il tratto più panoramico.
I 18 km di percorso sono quasi tutti in pianura o al massimo in lieve pendenza.
Arrivati a Fiuggi, la pista ciclabile termina: dal punto finale, bisognerà poi imboccare le strade di viabilità ordinaria per raggiungere e visitare il centro storico del paese.
5 – la Via Verde dei Trabocchi
La vecchia ferrovia adriatica che sfiorava letteralmente la Costa dei Trabocchi abruzzese era senza dubbio una delle tratte più suggestive d’Italia.
Oggi che il treno corre in galleria, si può seguire il vecchio tracciato da Ortona a Vasto passando dalle marine di San Vito, Fossacesia, Torino di Sangro e Casalbordino.
Sebbene non sia ancora completa nel suo tracciato completo – Francavilla-San Salvo – offre alcuni tratti in riva al mare davvero da non perdere.
Il tratto da Ortona a Punta Aderici è quasi interamente realizzato, asfaltato e percorribile.
È in questo punto che si snoda tra insenature, scogliere a picco e distese di sabbia silenziose.
Intorno alla pista, gli immancabili trabocchi abruzzesi e gli scorci di riserve naturali come la bellissima Punta Aderici.
A portata di pedale – sebbene raggiungibili quasi sempre con un tratto in salita – i borghi antichi che si affacciano sulla costa come Ortona, Vasto e Lanciano.
_ Scopri il tracciato della Via Verde della Costa dei Trabocchi:
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