Panorama della Corsica, isola divisa tra mare e montagna, tra blu e verde. - Foto Getty Images
Le bellezze del suo ambiente naturale e la vocazione turistica nata negli anni ’80 hanno fatto di questa isola un luogo perfetto per offrire ospitalità e per trascorrere le vacanze all’insegna dell’outdoor.
La ridotta distanza del litorale dalle più alte montagne corse, fa si che l’incremento turistico sulla costa divenga un trampolino di lancio anche per l’entroterra.
Ed è li dove noi andremo a scoprire la Corsica più vera!
In Corsica la salubre aria di montagna si accosta a quella ricca di iodio del mare, qui il passaggio dal dolce arenile al rifugio montano è davvero breve.
La duplice anima dell’Isola del Moro è all’origine di questo viaggio nel cuore della Corsica, nella valle Restonica, verso i suoi laghi alpestri e le sue cime che superano i 2000 metri.
Seppure il mare sia la vera carta vincente per lo sviluppo economico della Corsica, ricordiamoci che da sempre il corso predilige l’interno.
Tra le montagne le popolazioni di un tempo erano al sicuro dalla malaria e lontano dai saraceni che imperversavano lungo la costa, due piaghe durate secoli che hanno influito sullo sviluppo della regione.
In particolare, la storia della Corsica è costellata di incursioni e scorrerie dei pirati e ancora oggi percorrendo la costa è possibile avvistare torrioni delle forme più disparate, alcuni in buono stato di conservazione, altri ridotti a cumuli di rovine: sono le torri saracene.
Antiche strutture di avvistamento che svolgevano una funzione di difesa lungo la costa, oggi pressoché abbandonate all’incuria del tempo.
Coste alte e frastagliate, graniti rossi e candide falesie di calcare alternate a lembi di sabbia, ampie baie incorniciate dal verde della macchia mediterranea: angoli piacenti che potrebbero distogliere l’escursionista dall’animo più selvaggio della Corsica.
E allora, dopo averci dedicato il tempo che merita, ed è tanto, abbandoniamo la costa – definita dai greci “Kalliste”, la più bella – per dirigerci nel cuore della Corsica, dove protagonisti sono laghi scintillanti, vaste foreste, strette valli, panorami mozzafiato.
Siamo nel magnifico Parco Naturale della Corsica, che copre più di un terzo dell’isola, annoverando ben 43 laghi d’origine glaciale e 120 monti sopra i 2000 metri di quota.
Le vette più alte si trovano nella regione occidentale, meglio conosciuta come “la Banda di fuori”, o “Pumonti” in lingua corsa, che culmina nei 2706 metri del monte Cinto.
Altre cime di rilievo sono il monte Rotondo (2622 m), il monte d’Oro (2389 m), il monte Renoso (2252 m) e il monte Incudine (2136 m).
Questi massicci fanno parte della spina dorsale dell’isola, lungo la quale corre il mitico GR 20, definito come uno dei cammini più difficili d’Europa.
Il Sentier de grande randonnée 20, lungo 200 chilometri circa, attraversa la Corsica seguendo una diagonale orientata nord-ovest/sud-est, corrispondente alla linea spartiacque, restando in quota oltre i 2000 metri, quindi fruibile solo da metà luglio a fine ottobre, in assenza di neve.
Il percorso è costantemente evidenziato da due righe orizzontali, una rossa e l’altra bianca, segnali usati su tutta la rete GR, e in alcuni punti tramite “ometti di pietra”.
Le 15 tappe del GR 20 attirano ogni anno più di 10.000 escursionisti da tutta Europa.
Percorsi meno noti rispetto al GR 20 ma non meno belli sono “Mare a Mare” e “Mare e Monti”, che peraltro hanno il vantaggio di essere fruibili anche ai meno allenati e consumati alle grandi cime.
Noi decidiamo di dirigerci verso Corte, il cuore del Parco, da sempre al centro della vita politica, culturale e storica della Corsica, e da dove si prospettano gite in luoghi davvero belli ed interessanti.
Uno su tutti?
La valle Restonica, stretta tra montagne altissime, traversata da una strada vietata ai camper tanto è stretta, con capolinea alla Bergerie de la Grotelle (1370 m).
Qui partono escursioni dove la natura è ancora padrona indiscussa e fa bella mostra di sé. Alcuni esempi?
L’affascinante itinerario ai laghi di Melo e di Capitello oppure l’impegnativa salita al monte Rotondo, secondo in altezza solo al Cinto grazie ai suoi 2622 metri di quota.
Non ci resta che indossare gli scarponi per scoprire camminando l’isola dei contrasti, dove la montagna rappresenta un piccolo eden dal quale ci si allontana a fatica.
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