Sardegna, dal Supramonte alle Bocche di Bonifacio: viaggio tra le più antiche rocce europee
Nei 24mila chilometri quadrati di superficie delle terre emerse che costituiscono l’isola sarda vi sono alcune particolari formazioni rocciose tra le più originali eantiche dell’intera Europa.
Ma ciò che più di ogni altra cosa può stupire il viaggiatore è l’enorme varietà di paesaggi geologici che la caratterizzano.
I vulcanismi del meilogu
Una delle regioni più stupefacenti è senz’altro il Meilogu, zona centrale della più vasta regione detta Logudoro, nel nord-ovest dell’isola, in provincia di Sassari.
Qui le forme vulcaniche sono talmente evidenti e numerose che colpirono il generale Alberto Della Marmora già nel 1857 quando definì queste montagne “l’Alvernia sarda”, paragonandola ad una regione francese dove, appunto, insistono numerosi fenomeni vulcanici.
Le potenzialità escursionistiche del Meilogu sono enormi e i sentieri, seppure spesso non siano evidentissimi né segnati, sono facili e alla portata di tutti, anche dei meno esperti.
Uno degli itinerari più suggestivi si sviluppa ad anello nei dintorni del Monte Torru, lungo le coloratissime rocce ignimbritiche, in un’area naturale non lontana da Sassari e dalla costa algherese.
I calcari del Supramonte
Il Supramonte è il più vasto e selvaggio massiccio montano della Sardegna.
Noto per essere la culla di importanti forme carsiche come le Gole di Gorropu o per ospitare siti archeologici come il Villaggio Nuragico di Tiscali, è un ambiente ideale nel quale praticare un escursionismo di scoperta, godendo cioè la sensazione di essere dei veri esploratori di una terra apparentemente vergine e intatta.
Nel massiccio supramontano si sviluppano infatti due dei più noti itinerari escursionistici di lunga percorrenza dell’isola.
Il Selvaggio Blu, che si snoda per 7 impegnative giornate lungo il Golfo di Orosei, e la Grande Traversata del Supramonte, che attraversa il massiccio supramontano da sud a nord in 4 piacevolissime tappe.
Chi non disponesse di quattro giorni di tempo potrà ottenere comunque grande soddisfazione percorrendo anche una sola tappa, per esempio la tratta che dalla località di Pradu raggiunge la sorgente carsica di Su Gologone, in territorio di Oliena.
I graniti galluresi delle bocche di Bonifacio
Lungo le coste settentrionali dell’isola, proprio davanti alle Bocche di Bonifacio, si sviluppa un facile itinerario costiero di tre giorni che permette di visitare una delle porzioni forse meno note della Gallura.
Il cosiddetto Trekking delle Bocche, infatti, percorre i 47 chilometri che separano il piccolo centro abitato di Isola Rossa dalla più nota cittadina di Santa Teresa di Gallura.
Qui le rocce granitiche caratterizzano il paesaggio e – insieme alle belle spiagge isolate – costituiscono senz’altro l’attrazione principale di questo settore della Sardegna.
La prima parte del Trek delle Bocche, fino a Cala Sarraina, è forse la porzione più selvaggia, ma anche quella che permette di visitare alcune tra le spiagge più isolate e solitarie dell’intera Gallura.