Miniserie Rai su Leopardi: i borghi reali e le location della fiction

La nuova serie targata Rai racconta lo spirito errante di Giacomo Leopardi attraverso borghi e location emblematici della sua vita. Vediamone alcuni tra i più belli da visitare e scopriamo dove è stato girato

9 gennaio 2025 - 13:36

Sulle tracce di Leopardi: i luoghi della serie e della vita del poeta

È uscita la nuova serie TV della Rai che racconta la vita di uno dei più grandi letterati italiani del XIX secolo: Giacomo Leopardi.

La fiction, la cui regia è affidata a Sergio Rubini, ripercorre in due puntate la vita e le opere del celebre poeta marchigiano interpretato da Leonardo Maltese.

La storia è narrata dal punto di vista dell’amico storico di Giacomo Leopardi, Antonio Ranieri, e si sviluppa nei luoghi che hanno scandito la vita del “poeta dell’infinito”.

Si tratta di un lungo viaggio che parte dalla città natale di Leopardi, Recanati, e che termina a Napoli passando per altri borghi e località storiche, non soltanto marchigiane.

Alcune di esse, come Mantova e Torino, sono state aggiunte per esigenze scenografiche e di copione, tuttavia molti sono i luoghi in cui il poeta ha realmente vissuto e lavorato.

L’idea principale, infatti, non è stata solo quella di ricostruire il cammino di Leopardi nelle varie città italiane, ma di raccontare la natura errante del poeta come parte integrante della sua poetica e come tratto distintivo della sua natura.

Eccone alcuni tra i più interessanti da scoprire attraverso questa nuova miniserie.

1- Recanati

Il borgo marchigiano di Recanati è ampiamente noto, specialmente per il fatto di essere la città natìa del grande poeta.

Ritrovarsi a Recanati significa ripercorrere la prima giovinezza di Leopardi, gli anni del suo studio “matto e disperatissimo”.

Un luogo fondamentale fulcro della vita del letterato nonché della fiction di Rubini.

Passeggiando per questo borgo in provincia di Macerata non si può non passare per la celebre Piazza del Sabato del Villaggio, denominata in questo modo in virtù della poesia omonima scritta dal poeta.

Si tratta di uno spazio su cui si affaccia anche Casa Leopardi, oggi palazzo storico e museo, dove sono conservati ben 20mila volumi.

Vicino alla piazzetta merita una tappa la Chiesa di Santa Maria di Montemorello.

Risale al XVI secolo e conserva ancora oggi l’atto battesimale del poeta.

Antistante alla casa di Leopardi si trova anche la casa di famiglia di “Silvia”, ossia Teresa Fattorini, primo amore del poeta e figlia del cocchiere di casa Leopardi.

Come non menzionare poi il Monte Tabor, ovvero il “Colle dell’Infinito” affacciato sui Monti Sibillini, sul quale Leopardi ha composto la celebre poesia che tutti conoscono?

È il luogo in cui il poeta terminava le sue lunghe passeggiate solitarie dopo aver attraversato i giardini del Convento di Santo Stefano, oggi sede del Centro Mondiale della Poesia.

Merita una visita il Parco del Colle, uno spazio letterario e pubblico inaugurato nel lontano 1937 in occasione del centenario della morte del poeta e riqualificato nel corso del 2018.

All’interno del Centro Nazionale di Studi Leopardiani è stato allestito anche un percorso multimediale, un racconto in cinque atti che guida il pubblico alla comprensione della poesia “L’infinito”.

Il percorso è utile anche per introdursi nell’Orto sul Colle dell’Infinito, un luogo magico e riflessivo, immerso nel verde dei cipressi, che invita a ripercorrere le stesse emozioni vissute dal grande poeta.

 

_ Casa Leopardi

_ L’Orto sul Colle dell’Infinito

2- Osimo

La fiction non si è fermata soltanto a Recanati per quanto riguarda le location marchigiane.

Tra le piccole realtà presenti nella serie e calcate anche dallo stesso Leopardi ci sono Potenza Picena, Montecassiano, ma anche Pollenza, Ascoli e Treia.

Ma soprattutto Osimo, un’elegante città ricca d’arte e di storia, situata in posizione strategica a pochi chilometri dal mare e dalla splendida Riviera del Conero.

Questo borgo cela innumerevoli misteri nel suo sottosuolo: è proprio qui che si trovano le Grotte di Osimo.

Si tratta di un luogo pieno di pozzi e cunicoli scavati nell’arenaria dalle mani dell’uomo che, per secoli, se ne è servito per difendersi e riunirsi in gran segreto, come testimoniano le arcane simbologie sulle pareti.

Le grotte sono ben 88 e, collocate su diversi livelli di profondità, creano una vera città sotterranea fatta di passaggi segreti collegati da un labirinto di circa 9 Km da esplorare alla ricerca di simboli e misteri dei Cavalieri Templari.

_ La pagina turistica di Osimo

_ Le Grotte di Osimo

3- Palazzo Chigi e Civita Castellana

Leopardi visitò Roma ben due volte: la prima, del 1822, coincise con la prima “fuga” da Recanti, mentre la seconda durò due anni, dal 1831 al 1832.

La bellezza quasi indiscussa della Capitale non “rapì” mai Leopardi che non riuscì ad apprezzarne la vita e a trovare la tanto ricercata serenità.

E questo nonostante la presenza dell’amico Ranieri e un pianto sul sepolcro di Tasso, come dimostra la lettera inviata al fratello Carlo nel 1823.

Il regista Sergio Rubini, in ogni caso, ha deciso di riprodurre il soggiorno romano del poeta in due location alternative.

Ariccia, all’interno della splendida dimora di Palazzo Chigi, e il borgo di Civita Castellana in provincia di Viterbo.

Il Palazzo Ducale di Ariccia, denominato anche “Palazzo Chigi”, si trova nel centro storico di Ariccia, nell’area dei Castelli Romani.

È una magnifica dimora barocca rimasta inalterata dal punto di vista architettonico e paesaggistico.

Merita una visita perché entrare in questo palazzo significa trovarsi catapultati in una capsula del tempo.

È infatti un luogo che racconta la grande aristocrazia europea attraverso la storia di una delle sue casate italiane più illustri, quella dei principi Chigi.

Civita Castellana, invece, si trova in provincia di Viterbo, per la precisione nella Tuscia viterbese, ed è un borgo meritevole in quanto ricco di necropoli e santuari.

Già in epoca preromana raggiunse un alto livello di civiltà e fu la capitale del popolo italico dei Falisci.

Questa località è famosa per la sua struttura architettonica ancora bene conservata come testimonia il Forte Sangallo e la cattedrale di Santa Maria Maggiore.

Ma anche, e soprattutto, per l’arte ceramica.

Gli scavi archeologici nelle necropoli, infatti, hanno portato alla luce molti reperti che documentano una lavorazione della ceramica ad altissimo livello già in epoca etrusca.

Per osservarle da vicino è possibile far visita al Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni, allestito all’interno dell’ex Chiesa San Giorgio.

_ La pagina di Palazzo Chigi

_ Forte Sangallo

_ Il Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni

4- Villa Ferrigni 

Dopo aver trascorso un breve soggiorno a Roma, la salute di Leopardi comincia a peggiorare sempre di più e così, assieme all’amico Ranieri, il poeta giunge a Napoli.

La città partenopea è nota per il fatto che proprio qui Leopardi ha trascorso i suoi ultimi quattro anni di vita, dal 2 giugno 1883 fino al 14 giugno 1837.

Ma anche perché, in un posto speciale, il poeta ha dato la luce al suo penultimo componimento: “La ginestra” o “Il fiore del deserto”.

Quest’ultimo venne composto a Torre del Greco, per la precisione a Villa Ferrigni, denominata anche “Villa della Ginestra” in virtù del componimento leopardiano.

È un edificio maestoso collocato alle falde del Vesuvio, in una splendida posizione panoramica dominata da un lato dalla potenza del vulcano e, dall’altro, dal golfo di Napoli.

La Villa venne edificata alla fine del Seicento dal Canonico Simioli che ne fece una residenza estiva finalizzata a ospitare personalità di rilievo della cultura napoletana.

Uno tra questi è Luigi Vanvitelli a cui, con molta probabilità, si deve il disegno della scala che conduce al piano superiore.

In seguito, la residenza venne ereditata dalla nipote di Simioli che sposò Diego Ferrigni. Dal matrimonio nacque Giuseppe Ferrigni che nel 1826 sposò a sua volta Enrichetta Ranieri, sorella di Antonio Ranieri, amico del poeta.

È proprio in quel momento che i destini della villa si incrociarono con quelli di Leopardi.

Ferrigni mise a disposizione del poeta la dimora che gli avrebbe offerto, nella mitezza del clima, un utile conforto per la sua salute cagionevole.

A Napoli, però, la miniserie è stata girata anche alla Certosa di San Martino, oggi museo nazionale e situata vicino al Vomero, così come al Complesso di Santa Maria La Nova e a Reggia Portici.

_ La pagina di Villa Ferrigni

_ La Certosa di San Martino

_ Reggia Portici

_ Scopri altre idee di viaggio in Italia

 

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