Italia in primavera: 7 splendidi borghi Bandiera Arancione tutti da scoprire

Si avvicina la primavera ed anche la voglia di viaggiare alla scoperta di mete meno note ma bellissime. L'Italia è piena di borghi suggestivi da visitare e tra questi le "bandiere arancioni", luoghi indimenticabili che custodiscono intatte natura e tradizione

12 marzo 2024 - 9:00

Alla scoperta dei paesi Bandiera Arancione in primavera

Si avvicina la primavera e la voglia di viaggiare alla scoperta di mete sconosciute o poco battute si fa sempre più decisa.

Del resto l’Italia è piena di borghi unici e di territori in cui le attività outdoor sono sempre alla portata di mano.

In questo senso, come ogni anno, il Touring Club Italiano ha selezionato ben 279 “bandiere arancioni”.

Si tratta di piccole località “a misura d’uomo” distribuite in tutta la Penisola.

Dunque di luoghi che sanno esprimere grandi eccellenze in termini ambientali, culturali, enogastronomici, di accoglienza e di innovazione sociale.

Ecco di seguito alcuni consigli per una gita fuori porta all’insegna della bellezza, della storia e del divertimento.

1 – Mergozzo, una perla naturalistica e architettonica

Questo piccolo borgo si trova in Piemonte, per la precisione nel comune del Verbano-Cusio-Ossola, ed è sicuramente una perla capace di regalare suggestioni romantiche.

Questo soprattutto grazie al lago omonimo su cui si affaccia, uno dei più puliti di tutta Italia.

Quest’ultimo spicca infatti per la propria limpidezza ed è protetto da un versante del Montorfano il quale, a seconda delle stagioni e dell’ora della giornata, proietta la propria ombra e i colori della vegetazione circostante nell’acqua profonda del lago.

Sia la località di Mergozzo che il suo lago sono collocati in una cornice naturalistica montuosa di rara bellezza.

Da un lato, infatti, troviamo il Montorfano con i suoi circa 800 metri di altitudine.

Dall’altro, si possono scorgere i primi rilievi della Val Grande che raggiungono i 1500 metri d’altezza.

Scoprire il paese di Mergozzo significa passeggiare per i suoi vicoli strettissimi e ammirare le caratteristiche case in pietra addossate le une sulle altre.

Le cose da visitare sono diverse, tra queste si segnalano la chiesetta di Santa Maria, l’Antiquarium (contenente importanti reperti di età preistorica e romana) e la Parrocchiale dell’Assunta.

Passando per la piazza centrale, poi, si potrà osservare anche la magnificenza di un olmo secolare di circa 500 anni, annoverato tra gli “alberi monumentali” della regione.

C’è poi un’interessante curiosità legata a Mergozzo: il marmo.

Difatti, sia il granito che il marmo di questo borgo fanno parte della storia architettonica della Penisola.

Si pensi alle colonne della basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma oppure al marmo del Duomo di Milano.

Ecco, questi materiali vengono proprio da Mergozzo e dintorni: basti pensare soltanto al granito bianco e verde di Montorfano oppure al marmo rosa di Candoglia.

Insomma, Mergozzo merita una visita sia per il contesto naturale in cui si trova, sia per le sue bellezze architettoniche.

Se siete in cerca di altre informazioni su Mergozzo potete dare un occhio a questa pagina.

2 – Rocca Pietore, una meraviglia storica incastonata nelle Dolomiti

Con la località di Rocca Pietore ci si sposta nella provincia di Belluno, proprio nel cuore delle imponenti Dolomiti della Val Pettorina.

Queto splendido comune è infatti incastonato tra le più importanti vette dolomitiche: la Marmolada e la Civetta.

Si tratta quindi di un luogo dalle risorse paesaggistiche e naturalistiche davvero uniche, amalgamate perfettamente alla storia, alla cultura e alle tradizioni gastronomiche e artigianali locali.

Per questa ragione, Rocca Pietore è la meta ideale da scoprire in tutte le stagioni, specialmente in primavera.

Affascinante e contrastata, la storia della piccola comunità di Rocca Pietore è passata attraverso vicende locali e umane molto importanti.

Ad esempio la Magnifica Comunità della Rocca, un’importante forma di autogoverno di cui godeva questa piccola realtà nel periodo longobardo, oppure il primo conflitto mondiale, combattuto proprio tra queste rocce aspre, di cui il territorio porta ancora ancor oggi i segni.

In questo senso, per chi fosse un appassionato di storia, questa vicenda viene testimoniata e raccontata tramite dei reperti bellici all’interno del Museo Marmolada Grande Guerra collocato in Marmolada, presso punta Serauta.

Infine, per gli appassionati di outdoor le occasioni non mancano.

Potrete trovare, infatti, numerosi percorsi di trekking fra i più panoramici delle Dolomiti, passeggiate nella natura incontaminata, falesie dove mettersi alla prova con l’arrampicata e ferrate adrenaliniche.

Se volete saperne di più allora potete dare un occhio alla pagina ufficiale dedicata.

3 – Lucignano, un borgo medievale davvero singolare

Ci si sposta ora in Toscana, per la precisione nella provincia di Arezzo.

Lo splendido borgo di Lucignano, infatti, è collocato nella Valdichiana, proprio sulla sommità di un colle.

La caratteristica principale di questo piccolo borgo medievale è rappresentata dal suo nucleo urbano dalla caratteristica forma ellittica in cui le strade si sviluppano in modo concentrico.

In più, il centro storico, tipico e raccolto, così come i numerosi negozi di prodotti tipici del territorio, conferiscono al borgo un’atmosfera speciale e accogliente.

Tra i luoghi meritevoli di visita si segnalano il duecentesco Palazzo Comunale, collocato nella parte più alta del paese.

Sulla facciata dell’edificio, infatti, si possono ancora intravedere numerosi stemmi ed epigrafi dei vari podestà e vicari che ricoprirono delle cariche pubbliche durante il Rinascimento.

Di poi, come tutte le terre di frontiera, Lucignano ha subito influenze culturali diverse, ma il legame con Siena rimane quello che più di ogni altro ha caratterizzato lo sviluppo urbanistico e artistico del borgo.

Infatti, sono prevalentemente senesi gli artisti che hanno realizzato le opere d’arte oggi conservate all’interno del Museo Comunale.

Tra queste, l’imponente Albero d’Oro, gioiello di oreficeria medievale e compendio della simbologia francescana.

Si tratta dunque di un borgo decisamente singolare tutto da scoprire.

Per tutte le informazioni aggiuntive del caso potete sbirciare questa pagina.

4 – Gradara, un unicum nelle Marche

Tra i vari itinerari proposti, probabilmente questa località è tra le più rinomate e conosciute.

Gradara, infatti, è situata nel cuore delle Marche ed è famosa soprattutto per la sua caratteristica rocca.

Si tratta di una delle strutture medievali meglio conservate di tutta la Penisola e le due cinte murarie che attorniano la fortezza la rendono anche una delle più imponenti.

Secondo la leggenda è proprio in questa località che ha avuto luogo la tragica storia d’amore di Paolo e Francesca narrata da Dante nella Divina Commedia.

Gradara rappresenta quindi una possibile meta ideale per gli innamorati, grazie anche alla magia che riesce a evocare non solo grazie al proprio castello, ma anche per via dei camminamenti di ronda, dello splendido centro storico e della bellezza dei paesaggi che la circondano.

Attorno alla fortezza, infatti, sarà possibile percorrere la Passeggiata degli Innamorati oppure i sentieri del Bosco di Paolo e Francesca collocati intorno alla collina da cui potrete godere di una vista unica su tutto il paesaggio.

Se volete saperne di più su questa meta allora potete consultare il sito dedicato.

5 – Sasso di Castalda, il “borgo dei ponti tibetani”

Questa meta si trova nel cuore della Lucania, per la precisione nella provincia di Potenza.

Sasso di Castalda, soprannominata dalla stessa regione Basilicata come il “borgo dei ponti tibetani”, è una meta suggestiva consigliatissima soprattutto per gli itinerari escursionistici che il suo territorio può offrire.

Quest’ultimo, infatti, ricade in gran parte all’interno del bellissimo Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Angri Lagonegrese, un vero spettacolo naturalistico.

Il borgo sorge a 800 metri di altezza, arroccato come un presepe sul cosiddetto Saxum, un sasso che fa parte del complesso montuoso Arioso e Pierfaone.

Sono state molte le famiglie che, nel corso del tempo, hanno esercitato un dominio sul borgo lucano.

Basti pensare ai D’Anchyai Pietrafesa oppure ai Brienza e i D’Aragona.

Dopo aver partecipato, nel 1647, ai moti popolari ed essere stata interessata, seppur in minima parte, dai fenomeni di brigantaggio, Sasso di Castalda si spopolò verso la metà dell’Ottocento.

Tra i suoi più illustri figli emigrati ci sono il saggista Don Giuseppe De Luca e i genitori di Rocco Petrone.

Quest’ultimo è stato uno degli ingegneri che hanno partecipato alla missione Apollo 11 direttamente dal Kennedy Space Center, ovvero quella che ha portato l’uomo sulla Luna.

Pare sia stato lo stesso Petrone a pronunciare la frase “3-2-1 Go”.

Dunque, non sorprende che nel 2017 sia sorto il “Ponte alla Luna”, ovvero un suggestivo e adrenalinico ponte tibetano che sovrasta il corso di un torrente a 102 metri d’altezza.

Il ponte è lungo 300 metri e spesso è smosso dal vento, oscillando tanto da fare tremare chi si avventura per percorrerlo.

Il centro storico di Sasso di Castalda, poi,  un tempo chiamato “Pietra Castalda”, è anch’esso un piccolo gioiello che stupisce con i suoi vicoli lastricati, le case in pietra abbellite da balconcini in ferro battuto, irte scalinate e incantevoli belvederi con vista sull’Appennino Lucano.

Come si diceva all’inizio, questa porzione di territorio offre diverse possibilità per gli appassionati di outdoor.

Il modo migliore per conoscere la storia e il passato di questo pittoresco borgo è percorrere il Sentiero CAI Frassati, lungo 22 km.

Oppure ancora la Via del Grano, la Via dei Boschi e la Via Ferrata Arenazzo.

Quest’ultima si inerpica in un territorio selvaggio, all’ombra di altissime pareti rocciose.

Il percorso prevede il superamento di un altro ponte tibetano, questa volta decisamente impegnativo perché è costituito da una sola fune da percorrere mantenendosi in equilibrio nonostante i vari supporti di sicurezza presenti.

Percorrere questa ferrata vale però la pena, anche perché vi condurrà verso la piattaforma “Sky-Walks”, completamente sospesa nel vuoto e con una vista indimenticabile sul Parco Nazionale.

Se avete altre curiosità circa questo borgo e le opportunità che il territorio può offrire, allora potete dare un occhio a questa pagina.

6 – Morano Calabro, il “paese-presepe” della Calabria

Questo piccolo borgo, situato ai confini settentrionali della Calabria, è davvero uno scenografico gioiello in pietra.

Giungendo lì, infatti, potrete osservare le case addossate le une sulle altre e, sullo sfondo, la splendida cornice naturale composta dai monti Pollino, Serra Dolcedorme e Serra del Prete.

Morano Calabro è decisamente uno dei centri storici più intatti e affascinanti della provincia di Cosenza e di tutta la Calabria.

Viene anche definito come un “paese-presepe” per via del fatto che durante il crepuscolo, l’ora che i fotografi sono soliti chiamare “ora blu”, il blu cobalto del cielo fa da contrasto alla spettacolare scenografia prodotta dalle luci delle abitazioni del borgo disposte a cumulo.

Ma per rendersi conto veramente di quanto Morano assomigli a un piccolo presepe sarà sufficiente addentrarvisi.

Lì potrete infatti immergervi nella sua atmosfera un po’ magica, infilarvi nel dedalo di viuzze tortuose e in forte pendenza, che s’infilano in un compatto tessuto di case, chiese, monasteri, archi, portali, sottopassi, scalinate e piazzette.

Gli scorci vi faranno quasi pensare al famoso artista Escher.

E, infatti, il grande incisore olandese visitò Morano Calabro nel 1930 e ne lasciò una splendida rappresentazione speculare, nel senso che il paese e il paesaggio circostante sono da lui raffigurati alla rovescia, come se fossero visti allo specchio.

Una perla da scoprire nei dintorni di questo borgo è sicuramente il Castello normanno-svevo.

Fu una rocca importante, a tre piani e a pianta quadrata, con sei torrioni cilindrici, circondata da un fossato con ponte levatoio.

Purtroppo venne bombardato dai francesi nel 1806 e andò incontro a una rapida decadenza.

I materiali con cui era stato costruito vennero poi portati via e poco rimase di esso.

Tuttavia, le recenti ristrutturazioni hanno consentito di recuperare tratti delle sue facciate, due torrioni frontali e alcuni locali interni, ora utilizzati per mostre ed eventi culturali.

Se volete scoprire le altre numerose curiosità su questo borgo singolare potete dare un’occhiata a questo sito.

7 – Castelsaraceno, il piccolo borgo a forma di cuore

Per quest’ultima destinazione si ritorna in Basilicata, nuovamente nella provincia di Potenza.

Castelsaraceno è infatti uno splendido borgo dalla curiosa forma di cuore che sorge alle pendici del monte Alpi.

Proprio nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, immerso nella natura incontaminata.

Questa località venne edificata come vedetta nel 1031 dai Saraceni, presso l’antico nucleo abitativo di Planura.

Tuttavia, diversi anni dopo venne distrutta da un terremoto.

Dopo essere stato abbandonato dai normanni, Castelsaraceno passò sotto il dominio dei Mango di San Chirico i quali lo donarono, nel 1086, agli Abati dell’Abbazia di San Angelo al Raparo perché fosse ristrutturato e ripopolato.

Furono dunque i monaci basiliani a risollevare le sorti del paese trasformandolo in un florido casale.

Nel XV secolo furono i Carafa a entrare in possesso del borgo commettendo diversi soprusi finché non subentrarono i Sanseverino, ai quali seguirono diversi altri signori.

Vi troverete catapultati in un luogo lontano dal frastuono della quotidianità e potrete perdervi nel suo centro abitato quasi appeso a uno sperone roccioso denominato “La Tempa”.

Proprio su questo sperone le abitazioni appaiono strette l’una all’altra, divenendo un tutt’uno con la roccia su cui sono adagiate.

Arrivando a Castelsaraceno non potrete resistere alla tentazione di “arrampicarvi” lungo le stradine ripide e tortuose e perdervi nei suoi numerosi vicoli ciechi.

Il borgo di Castelsaraceno è decisamente tutto quello che gli appassionati di outdoor potrebbero desiderare.

Trekking e arrampicate sulle magnifiche vette lucane, pedalate in mountain bike o in e-mbt sui migliori itinerari ciclabili.

E poi ancora nordic walking e passeggiate nei boschi, canyoning e rafting lungo i fiumi del Pollino.

Ma anche attività adrenaliniche come l’attraversamento del Ponte Tibetano più lungo del mondo.

Se siete incuriositi da questo particolarissimo borgo allora potete consultare il sito ufficiale dedicato.

 

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