

Marche in primavera: 5 borghi dell’entroterra bellissimi e segreti
Dalla fortezza che racconta la storia eterna dell'amore tra Paolo e Francesca ai paesi del miele e del Verdicchio, l'entroterra delle Marche custodisce borghi bellissimi e spesso ignorati, tutti da scoprire in primavera
Marche in primavera: i borghi dell’entroterra tra fascino e storia
Le Marche sono racchiuse tra mare e monti e regalano panorami unici, tutti da godere in primavera.
L’entroterra custodisce borghi medievali dal fascino unico e tradizioni antiche, spesso ingiustamente poco noti: vere gemme segrete tra le colline.
Esplorare questi luoghi significa non soltanto fare un salto indietro nel tempo ma anche compiere un viaggio negli angoli meno conosciuti della regione, dove il ritmo delle giornate è ancora scandito da quello della natura.
Vediamo alcuni dei borghi dell’entroterra più affascinanti da visitare e scoprire a ritmo slow.
1- Corinaldo, il borgo rinascimentale con vista sui vigneti
Corinaldo è un borgo medievale che si trova nell’entroterra di Senigallia, in provincia di Ancona.
Nelle campagne del territorio si coltivano vigneti e oliveti dai quali si ricavano il Verdicchio dei Castelli di Jesi e l’olio extravergine di oliva.
Si tratta di una città rinascimentale che vanta le mura meglio conservate di tutta la regione (XIV-XV secolo), e che è circondata da oltre un chilometro di fortificazioni: si alternano portoni, bastioni, torri e uno sperone merlato attribuito a Francesco di Giorgio Martini.
Andare a Corinaldo significa fare un vero e proprio salto indietro nel tempo.
Il centro storico è percorso da strette vie che nascondono monumenti come la Piaggia, una scalinata di cento gradini verso cui convergono case in mattoni rossi disposte a spina di pesce.
Merita una visita il teatro Carlo Goldoni restaurato nel 2005: il programma è ricco di spettacoli di prosa, teatro amatoriale, concerti, esibizioni di danza e show per ragazzi.
Non è da dimenticare nemmeno l’ex monastero degli Agostiniani, il quale ospita la Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi”, che include opere che vanno dal XVI al XVIII secolo, più un gruppo di dipinti contemporanei di Nori de Nobili.
_ Il sito turistico di Corinaldo è ricco di informazioni e suggerimenti per organizzare il viaggio
2 – Gradara, il borgo – fortezza di Paolo e Francesca
Gradara sorge nella provincia di Pesaro e Urbino, e si tratta di un borgo fortificato incantevole noto specialmente per la sua rocca e perché proprio lì si consumò la storia d’amore tra Paolo e Francesca.
La Rocca di Gradara, assieme al suo borgo fortificato, rappresenta una delle strutture medievali meglio conservate delle Marche e di tutta Italia.
Le due cinte murarie che proteggono la fortezza, la più esterna delle quali si estende per quasi 800 metri, la rendono anche una delle più imponenti del territorio.
Il castello, invece, sorge su una collina a 142 metri sul livello del mare e il suo torrione principale (mastio), si innalza per circa 30 metri, dominando l’intera vallata.
Il mastio fu costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo, ma furono i Malatesta a far edificare, tra il XIII e il XIV secolo, la fortezza e le due cinte murarie che conferiscono al borgo l’aspetto attuale.
Gradara, nel corso della sua storia, passò di mano svariate volte e alcune tra le più importanti casate della Penisola si contesero il suo possesso: i Borgia, i Della Rovere e i Medici.
L’ottimo stato di conservazione della rocca, però, lo si deve a Umberto Zanvettori che, attorno al 1920, riportò la fortezza ai fasti di un tempo.
Gradara si trova in una posizione strategica e, fin dai tempi antichi, fu un crocevia di traffici e genti: durante il Medioevo la fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie dello Stato Pontificio e le turbolente casate marchigiane e romagnole.
_ Il sito turistico ufficiale di Gradara contiene anche una pagina dedicata a Paolo e Francesca
3- Montefabbri, immersi tra le colline marchigiane
Montefabbri è un fascinoso borgo medievale che sembra sospeso nel tempo: il suo impianto urbanistico è rimasto inalterato dal 1400 e si trova in una posizione sopraelevata in mezzo alle verdi colline marchigiane tra Pesaro e Urbino.
L’origine del nome è ancora incerta, anche se presumibilmente deriva dal Monte Fabrorum, ovvero il castello della famiglia Fabbri. Quest’ultimo appare per la prima volta in un documento ufficiale nel 1216.
Per accedere a questa piccolo paese c’è un’unica porta costruita in stile medievale recentemente ristrutturata, Porta Ubrica.
Quest’ultima consente di camminare lungo il viale d’accesso principale del borgo e di arrivare alla piccola piazza su cui si affaccia la Pieve di San Gaudenzio.
Le origini della Pieve non sono del tutto certe, anche se una pergamena del 1033 o 1046 riferisce che essa fu data in locazione a Rodolfo da Rimini.
La Pieve di San Gaudenzio è l’unico edificio storico di grande rilevanza all’interno del borgo: al suo interno sono raccolte una serie di opere del XVII secolo a cui si aggiungono decorazioni e pannelli realizzati in scagliola bianca e nera.
Uscendo dalla chiesa si può passeggiare lungo i vicoli minori che si diramano a raggiera a partire dalla piazza godendo del silenzio quasi irreale che pervade l’intero borgo.
_ La pagina del sito dei Borghi più belli d’Italia dedicata a Montefabbri
4- Matelica, borgo del miele e del Verdicchio
Matelica è un borgo in provincia di Macerata, città nota per il miele e soprattutto per il Verdicchio, uno dei vini bianchi più pregiati d’Italia.
Questo borgo fu dapprima un insediamento piceno e, successivamente, divenne una città romana che, ancora oggi, custodisce segreti e luoghi curiosi da esplorare.
Lungo Corso Vittorio Emanuele si snoda il centro storico del borgo assieme a vicoli strettissimi e piazze cariche di suggestione.
Tra queste c’è Piazza Enrico Mattei, dedicata al fondatore dell’Eni, punto cruciale su cui si affacciano il palazzo municipale, la torre civica, la chiesa del suffragio e la loggia del mercato.
Al centro della piazza c’è la sagoma ottagonale della fontana cinquecentesca: chiunque vi giri intorno per sette volte riceve dalla Pro Loco l’attestato di “Patente da mattu”, infatti non a caso Matelica viene definita anche come “la città dei matti”.
Meritano una visita anche il museo Enrico Mattei, il teatro Piermarini e soprattutto il Globo: si tratta di un orologio solare di forma sferica che, da oltre duemila anni, indica l’ora locale.
Matelica sa regalare sorprese anche dal punto di vista gastronomico: la crescia con gli sfrigoli, i crostini con fegatino, le tagliatelle della trebbiatura e il coniglio in potacchio sono solo alcune delle specialità più golose.
_ Una guida completa alle cantine del Verdicchio di Matelica
5- Mercatello sul Metauro
Il borgo di Mercatello sul Metauro fu uno dei più importanti dell’antica regione della Massa Trabaria e, nel corso dei secoli, ha saputo mantenere parte del suo nucleo medievale caratterizzato da una cinta muraria protetta da due corsi d’acqua: il Metauro e il torrente San Antonio.
Arrivati a piazza Garibaldi non si può non far visita alla Pieve Collegiata, una chiesa dall’impianto romanico arricchita da finestre gotiche e da un’antica icona bizantina raffigurante la Madonna delle Grazie custodita in una preziosa teca di legno dorato e dipinto.
All’interno dell’edificio c’è anche un museo che conserva un’ampia collezione di arredi sacri.
Meritano una visita anche la Casa Natale di Santa Veronica Giuliani, ovvero la “neviera” della Rocca, il ponte romanico sul fiume Metauro, la raccolta di arte contemporanea del palazzo Gasparini detto il “Palazzaccio”.
Ma anche l’edificio dedicato al Monte di Pietà, fondato nel 1516 e impreziosito da un portale di pietra arenaria raffigurante il Cristo paziente.
Tra le specialità culinarie bisogna assaggiare il pregiato tartufo nero estivo detto “scorzone”, la goletta, un salume tipico marchigiano cucinato con salvia e aceto, e il bostrengo, un tipico dolce invernale a base di noci e uvetta.
_ La pagina del sito dei Borghi più belli d’Italia dedicata a Mercatello
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